“Aprili avi li jorna sapuriti,
Veni la Pasqua e festi cummannati;
E multi donni sbrazzati viriti,
cu tumi e ricotta fannu cassati.
Da Pitrè: “Cartelli, pasquinate…del popolo siciliano”
L’agnellino di pasta di mandorle ci accompagna fin dalla nostra infanzia con il suo visino ieratico e la sua bandierina rossa. Nelle nostre case non manca mai , in questi giorni di festa. Lo troviamo nelle pasticcerie , ma anche nei panifici adesso, adagiato sul piattino di cartone dorato e confezionato con la carta trasparente e il suo bel fiocchetto rosso. Lo fanno i bambini a scuola con le loro maestre( me lo ha portato l’anno scorso la mia nipotina proprio da scuola), lo fanno molte delle mie amiche, tramandandosi la ricetta delle loro mamme e nonne, con gli stampi e tutto l’occorrente per dipingere occhi e bocca. La bontà di questo dolce sta nella buona qualità delle mandorle che si utilizzano. Più le mandorle sono buone, più la pasta dell’agnello è morbida e profumata. E’ un dolce…molto dolce per i nostri gusti di oggi, ma gustarne un pezzettino per noi tutti è una devozione quasi religiosa. Ho chiesto ad alcune amiche di darmi la loro ricetta per la preparazione delle pecorelle pasquali. Le ringrazio per aver condiviso con me le loro creazioni. So che le hanno fatte per i figli e i nipoti, anche se quest’anno glieli faranno vedere solo in foto. Le hanno realizzate per continuare una nostra bella tradizione, ma soprattutto…per amore.
Pecorelle di Elsa Mazza. Kg. 1 di mandorle pelate; 750 gr. di zucchero a velo; 150 gr. di acqua. Si possono sostituire le mandorle con i pistacchi.
Pecorelle di Antonietta Garaffa. Kg. 1 di farina di mandorle (oppure tritare le mandorle con un pò di zucchero) 5 mandorle amare; 800 gr. di zucchero a velo. Vaniglia; un pizzico di cannella;un cucchiaio di amaretto di saronno o rum.
Pecorelle di Franca Picone. Kg. 1 di mandorle sgusciate e frullate; kg. 1 di zucchero; una vaniglia;gr. 100 di amido; gr. 250 di acqua.
Pecorelle di Elisa Guzzardo .
Gli ingredienti e il procedimento si differenziano di poco o niente.Si fa bollire l’acqua con lo zucchero fino a quando fila. Si aggiungono le mandorle o la farina di mandorle e si gira l’impasto fino a quando si stacca dalla pentola. Quindi entrano in scena gli stampi.
Si spolverano le due metà della forma all’interno con un po’ di farina e si riempiono con l’impasto
Si può farcire l’interno con una pasta di pistacchi ottenuta, amalgamando sul fuoco, pistacchi pelati e tritati e zucchero in pari quantità.
Si chiudono quindi le due metà della forma, poi si staccano cercando di far venir fuori la pecorella tutta intera.
Normalmente la pecorella così ottenuta viene decorata con una bandierina rossa sul dorso e sistemata in un panierino sopra un foglio verde, che funge da prato, sul quale si trovano sparpagliati confettini colorati.