Che cosa sarebbe l’Italia senza la sua cucina. E la cucina è ambasciatrice della nostra cultura. Dagli osti del tempo che fu, che erano confidenti e sornionamente depositari di una saggezza popolare alla maniera tutta manzoniana, ai ristoratori di oggi, veri depositari e dispensatori di informazioni e propaganda di tutto un territorio. Quella di oggi è un’iniziativa popolare, inclusiva, solidale e profondamente etica sviluppata con l’obiettivo di invitare a celebrare la condivisione di un rinnovato sentimento di comunità. Ma ricordiamocelo sempre: dietro questi sorrisi ci sono ore e ore di sacrifici e di incessante lavoro. Una professione “pesante” e pregna di responsabilità.
Si chiama la Giornata della Ristorazione per la Cultura dell’Ospitalità Italiana l’iniziativa ideata da Fipe-Confcommercio con la direzione creativa e artistica di R&P Creative Studi, e prevista con cadenza annuale l’ultimo venerdì di aprile, quest’anno alla sua prima edizione il 28 del mese. Un evento diffuso sul territorio nazionale e fuori, con 85 appuntamenti locali – workshop, tavole rotonde, show cooking dedicati alla filiera agroalimentare – organizzati da altrettante associazioni territoriali del sistema Fipe-Confcommercio, e uno evento istituzionale al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Ristoranti fine dining, trattorie, pizzerie, osterie, enoteche, per una volta riuniti senza divisioni di campanile. Locali che possono essere considerati come “agenzie culturali”: luoghi di conoscenza, ma anche di educazione alla convivenza, allo scambio e alla condivisione. Un ruolo che da sempre attiene alla convivialità nel suo significato più virtuoso.
E per celebrare il valore dell’ospitalità e della comunità, la Giornata della Ristorazione è anche occasione di valorizzazione dell’anima dei luoghi, e di solidarietà. Le riviste specializzate sintetizzano in questi punti I quattro pilastri di una vera ristorazione.
- La cultura dell’ospitalità: i luoghi del ristoro hanno una fondamentale funzione sociale, contribuendo alla vigilanza e al rammendo del tessuto collettivo
- Tradizione e innovazione: il recupero e la valorizzazione delle culture agrarie e dei riti popolari si uniscono al fermento delle influenze moderne
- Qualità ed etica: sta nella consapevolezza di ogni imprenditore la volontà di essere una vera e propria “agenzia” che sostiene l’economia del territorio e ne promuove i saperi
- Ambiente: l’ambiente si difende anche a tavola, con la qualità del cibo prodotto nel rispetto della terra e degli uomini e donne che la lavorano.
Non solo Cannavacciuolo, Barbieri e Cracco, ma tanti giovani talentuosi e coraggiosi nelle cucine di ristoranti e pizzerie sono pronti ad accoglierci non come avventori distratti e litigiosi, ma come clienti da coccolare e soddisfare per un viaggio sempre diverso tra i sapori ineguagliabili della nostra cucina
Capisco che suo figlio è cuoco ma anche in questo articolo viene bistrattato il ruolo dei camerieri, capo sala etc…
Che sono poi quelli che hanno il contatto col cliente spiegando i piatti e fornendo informazioni di ogni tipo sul territorio….