Egregio Senatore Schifani, sono una cittadina residente nella meravigliosa Sicilia da Lei amministrata. Le scrivo sperando che legga questa missiva a nome mio.. ma credo anche di tutti i siciliani che incappano nella stessa mia esperienza.

Le Chiedo (e spero risponda): Non dovrebbe essere un diritto, quello alla salute, anche per noi siciliani? Non siete voi del governo, tramite i vostri assessori, a promuovere la prevenzione?

Lei lo sa che telefonando oggi al CUP o provando da app sovracup la prima prenotazione utile per gastro e colon, che mi è stata data, è 11 dicembre 2024? No no no..non è un errore di battitura. Sì ha capito bene: 11 dicembre 2024! Sia all’ospedale Cannizzaro di Catania che in quello di Acireale. E lo sa che se invece telefono direttamente al reparto di gastroenterologia di Acireale, la prima disponibilità utile a 350 euro per entrambi gli esami è settembre 2023?

Si, ha capito bene, magicamente il posto è saltato fuori e trattandosi di prevenzione e non di urgenza è plausibile che mi si dica settembre.

Ma se non li ho 350 euro per quello che dovrebbe essere un diritto alla salute e alla prevenzione, io cosa faccio?

Attendo fiduciosa un suo suggerimento per aiutarmi ad esercitare il mio/nostro diritto alla salute e prevenzione, che invece avete fatto diventare un privilegio.

Si preannuncia elevata la partecipazione popolare alla giornata di mobilitazione generale contro la strisciante privatizzazione della sanità in programma domani ad Agrigento, promossa dal Cartello sociale della provincia di Agrigento.

L’invito è rivolto a tutti i sindaci ed i cittadini della provincia “affinché facciano sentire la loro voce e quella delle comunità che rappresentano”.

La marcia si terrà ad Agrigento e con partenza da piazza Cavour alle 10 per poi sfilare attraverso il viale della Vittoria fino a Porta di Ponte dove verrà consegnato al Prefetto un documento che illustra le ragioni dell’iniziativa.

«L’esigenza di promuovere una manifestazione popolare per richiamare l’attenzione sul diritto alla salute per tutti – dicono i membri del Cartello – nasce dalla consapevolezza che è in atto una strategia precisa che va verso la privatizzazione del servizio sanitario. Il livello attuale dell’assistenza sanitaria infatti è così basso che appare inutile fare una semplice elencazione di tutti i disservizi che la caratterizzano in quanto sono le scelte a monte che vanno contestate perché da queste si evince una precisa strategia che vuole ridimensionare quel sistema sanitario nazionale che garantisce a tutti il diritto alla salute e che trova la sua origine nella stessa carta costituzionale. Pertanto prima di passare in rassegna le numerose disfunzioni che penalizzano le cittadine e i cittadini è opportuno avviare un confronto serrato con i diversi livelli istituzionali per fare chiarezza sulle linee di fondo a cui si ispirano decisioni che non vanno certamente nella direzione di assicurare standard efficienti del servizio sanitario. Dal Documento di economia e finanza si evince come per la sanità non ci sia un aumento di spesa ma una riduzione di risorse. Infatti la spesa sanitaria nel 2024 scenderà del 2,4% rispetto all’anno in corso e dal 2025, di oltre il 6%. E se si considera che già oggi l’Italia è fanalino di coda in Europa per la spesa della salute, si comprende bene che la situazione è davvero insostenibile. Di fatto si sta pianificando il collasso del sistema sanitario nazionale, che già oggi è in condizioni di estrema difficoltà. Si tratta purtroppo di scelte che vanno nella stessa direzione di quanto si appresta a fare il governo regionale della Sicilia.

Finché non arriveranno le risposte ai bisogni delle persone – conclude il Cartello Sociale – si andrà avanti mettendo in campo tutto quello che sarà necessario per salvare e rilanciare il Servizio sanitario e garantire veramente a tutti il diritto alla salute”.

SANITÀ PUBBLICA, PRIVATA E CONVENZIONATA

Sono tre cose diverse, ma che riguardano sempre la salute del cittadino. Cerchiamo di chiarire un attimo le tre voci:

Quando parliamo di sanità pubblica intendiamo ospedali, poliambulatori, presidi di guardia medica. Sono strutture presenti sul territorio a servizio del cittadino, i cui costi delle prestazioni effettuate sono a carico delle casse regionali, perché in Italia la sanità funziona così, è divisa per regioni. Quindi una regione più ricca come la Lombardia avrà magari ospedali più nuovi e all’avanguardia, una regione meno ricca come potrebbe essere la Sicilia, presenta a volte qualche difficoltà e strutture meno futuristiche.

Quando parliamo di sanità privata, intendiamo il classico studio medico, in cui il professionista decide di lavorare negli orari che preferisce, nella città / paese / quartiere che preferisce, in cui la prestazione viene totalmente pagata dal cittadino che ne fa richiesta in maniera libera e diretta. Voglio un consulto col dermatologo Taldeitali, chiamo il suo studio, prendo un appuntamento (che solitamente mi viene dato nel giro di qualche giorno) faccio la visita e la pago tirando fuori i soldi dal mio portafogli. Fine.

La sanità convenzionata invece è un ibrido fra queste due dimensioni. Si tratta di uno studio medico privato, quindi il locale in cui si trova è stato acquistato o affittato dal medico stesso, in cui i materiali / macchinari necessari vengono acquistati dal medico stesso, in cui gli impiegati (qualora ce ne fossero) sono pagati dal medico stesso, ma a differenza del privato dove pago direttamente con i miei soldi, nello studio convenzionato posso accedere alla prestazione sanitaria con la ricetta prescritta dal medico di base. Sono sempre io a scegliere dove recarmi, se in questo studio o in quell’altro, ma non dovrò pagare un centesimo, come quando vado in ospedale. Dal canto suo il medico convenzionato dovrà poi presentare queste ricette alla Regione, per ricevere il pagamento della sua prestazione. Ed ogni medico non può eseguire prestazioni illimitate, ma dovrà restare entro un budget di spesa annuale che la Regione gli indica.

In Sicilia, dove la sanità pubblica ha qualche difficoltà strutturale (pochi medici, molti turni, tanto stress) circa il 75% delle richieste dei cittadini, viene accolta non dalle strutture pubbliche ma dalle strutture convenzionate. Che diventano quindi la propagazione capillare nel vastissimo territorio regionale, della sanità stessa. Se ad esempio per una risonanza la lista d’attesa ospedaliera è di 7 mesi, quando mi reco in uno studio convenzionato magari l’attesa è di 20 giorni.

Ma c’è anche un’altra differenza. Facciamo l’esempio del laboratorio d’analisi. Il costo per la regione di un emocromo effettuato da un privato convenzionato è di circa 7€. Lo stesso emocromo effettuato in ospedale, alla cassa regionale costa circa 25€.

Quindi a conti fatti questi convenzionati sono una gran bella comodità per la Regione. Costano meno, sono indipendenti per quanto riguarda sede, costi, spese, turni del personale ed evitano soprattutto di intasare gli ospedali e i poliambulatori, dove raggiungeremmo altrimenti file lunghissime per una prestazione sanitaria.

Da quando si è insediato il nuovo Governo Regionale, con a capo Renato Schifani (Forza Italia), le cose invece stanno per cambiare. A quanto pare l’assessore alla sanità Giovanna Volo (vicina all’UDC di Cuffaro) non reputa che le strutture convenzionate siano un vantaggio per la Regione, anzi, ha deciso di tagliare in maniera significativa il budget di queste strutture (di un 15-20%) che saranno quindi impossibilitate ad accogliere le richieste dei cittadini, costringendoli ad attese più lunghe, o a pagarsi le cure con il loro portafogli.

La cosa ancora più interessante è che l’assessore Volo ha detto, in sede di confronto con i rappresentanti sindacali delle strutture convenzionate che giustamente hanno chiesto spiegazioni di fronte a questi tagli vertiginosi, di suggerire ai propri pazienti di stipulare un assicurazione sanitaria privata, così da non dover aspettare e non gravare più sulle casse della regione. Com’è umana lei!

Allora aveva ragione De Luca, il presidente della regione Campania, quando il mese scorso ha lanciato l’allarme riguardo la volontà del Governo Meloni di distruggere il sistema sanitario nazionale per passare ad un sistema sanitario privato. Come avviene in America, dove se sei ricco puoi pagarti l’assicurazione e curarti, se non lo sei puoi ammalarti e morire senza che nessuno ti venga in aiuto. ( https://amp.napolitoday.it/politica/assicurazioni-sanitarie-italia-usa-de-luca.html )

In questi giorni le Strutture convenzionate sono state in sciopero, per la tutela del loro lavoro, mortificato dalla volontà politica regionale di tagliare in modo irresponsabile i fondi a loro destinati, per la tutela del sistema sanitario nazionale, per la tutela del diritto alle cure del cittadino, a cui vogliono togliere la libertà di scegliere dove farsi curare e da chi, obbligandolo o al servizio pubblico (più costoso per la regione e meno efficiente per quanto riguarda tempi di attesa e strutture) o a passare da un’assicurazione a pagamento che lo indirizzerà verso lo studio affiliato all’agenzia, non potendo quindi scegliere nemmeno questa volta.

Questa è la situazione della sanità in Sicilia, questa è la sanità pensata da Giovanna Volo (proprio pochi giorni fa ha fatto scena muta in aula di fronte alle interrogazioni delle opposizioni), questa è la Sicilia che vuole Renato Schifani, questo è il futuro della sanità secondo il governo di Giorgia Meloni. Complimenti.

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