La seduta del Consiglio comunale di Sciacca si è chiusa alle 02:45 di stanotte con un finale velenoso.

Magari c’era anche da aspettarselo, visto che sull’argomento in discussione si era andata costruendo parecchia ostilità tra il sindaco e le forze politiche di opposizione, ma sicuramente si è trasceso oltre ogni più pessimistica previsione e alla fine lo scontro ha sconfinato dal politico al personale. E’ stato messo in scena un pessimo spettacolo, una pagina nera della politica cittadina che lascerà le sue tracce, pensiamo per lungo nel tempo.

Come noto c’era all’ordine del giorno, dopo le cosiddette “comunicazioni”, l’argomento: problematica Carnevale di Sciacca 2023 e da tempo si sapeva che sarebbe stato il momento di una forte contrapposizione, tanto che il nostro giornale aveva intitolato, anche un pò ironicamente: “Sarà farsa o tragedia?”. Si sa bene infatti come il Carnevale sia a Sciacca non solo la festa più importante ma anche la tematica che più di ogni altra appassiona l’opinione pubblica sciacchitana e quindi le parti contrapposte sono arrivate in aula consiliare equipaggiate allo scontro, il sindaco e i gruppi di opposizione in particolar modo.

Con un inatteso quanto apprezzabile senso del pudore, prevedendo di dedicare molto tempo alla successiva tematica del Carnevale (alla fine saranno quasi 4 ore…) si è trovato il modo nel corso delle “comunicazioni” iniziali di dedicare un pò di tempo anche alla tematica termale, della quale questo Consiglio comunale non si è di fatto mai occupato, prendendo spunto dal programmato incontro del giorno 28 giugno a Palermo con il presidente della Regione e l’assessore dell’Economia, ottenuto dal Comitato Civico Patrimonio Termale con una propria autonoma richiesta. Ma su questo il nostro giornale tornerà con un altro, diverso articolo.

Il confronto sul Carnevale si era tutto sommato mantenuto nei limiti di un serrato dibattito politico fin quasi alla fine, pur con una evidente alta tensione in aula e una impostazione delle argomentazioni da parte dei consiglieri di opposizione che aveva indotto la coalizione Termine a definirlo come un “processo al sindaco”.

Il clima si è improvvisamente avvelenato con l’intervento del sindaco nella discussione generale e con la susseguente replica finale di alcuni esponenti dell’opposizione.

Fabio Termine, il cui intervento va dal minuto 5:24:50 al minuto 5:41:50 della registrazione video della seduta che il lettore troverà alla fine dell’articolo, nella discussione generale ha integrato le sue argomentazioni di replica ai precedenti interventi, strettamente attinenti al Carnevale, con alcuni “apprezzamenti personali” nei confronti di singoli consiglieri comunali che avevano partecipato al dibattito e in conclusione, riferendosi in generale all’azione svolta da alcuni esponenti dell’opposizione, ha detto che mancano di credibilità e di onestà intellettuale.

La reazione non si è fatta attendere.

Calogero Bono ha definito Fabio Termine come un sindaco arrogante, acerbo, anonimo, inadeguato, offensivo, mistificatore della realtà e delle cose che si dicono.

Per Ignazio Bivona il sindaco era stato mistificatore e bugiardo, uno che non accetta la critica e che si sente depositario della verità, venuto meno al suo dovere di rispettare il consiglio comunale sul quale invece aveva scaricato acredine e rabbia.

Filippo Bellanca ha contestato al sindaco di aver detto anche una grande bugia, quando aveva motivato con  problemi familiari una sua precedente assenza in consiglio comunale, mentre in verità era impegnato in una riunione con la società organizzatrice del Carnevale.

Infine Paolo Mandracchia ha accusato il primo cittadino di disprezzare le persone e di sentirsi detentore della verità.

Da parte nostra non possiamo che invitare il lettore a farsi un’idea personale su quanto realmente accaduto, anche se ci rendiamo conto che ascoltare 4 ore di parole sul Carnevale è impresa titanica, e nel contempo cerchiamo di sintetizzare nel seguito alcuni passaggi più importanti dell’intera discussione.

La trattazione dell’argomento è iniziata con la lettura, da parte di Filippo Bellanca, di un Ordine del Giorno contenente “indicazioni redatte da alcuni consiglieri comunali per una migliore analisi durante il dibattito consiliare” e in esso tutta una serie di domande. Dopodiché, su richiesta del sindaco il presidente del consiglio ha ridato lettura, una per una, di queste numerose domande contenute nel documento, alle quali hanno risposto lo stesso sindaco e il dirigente della segreteria comunale Manlio Paglino. Quest’ultimo ha trattato la problematica del sopravvenuto conflitto di interessi di uno dei giurati per la gara dei carri allegorici, che ha portato alla sostituzione di due giurati a votazione già effettuata: a nostro avviso il dirigente comunale ha trattato l’argomento in modo competente e convincente, chiarendo in modo esemplare tutti gli aspetti della vicenda e il tipo di soluzione che ad essa ha ritenuto di dare lo stesso Paglino con la sostituzione di due giurati.

Nelle risposte del sindaco e nei successivi interventi dei consiglieri comunali (Bono, Ambrogio, Brucculeri, Bivona, Bellanca, Santangelo, Blo, Curreri, Bentivegna, Giuseppe Catanzaro, Mandracchia, Modica, La Barbera, Leonte) luci e ombre del Carnevale 2023 sono stati ripresi da più angoli di visuale, con la discussione che si è concentrata su alcuni aspetti principali: il rinvio da febbraio a maggio/giugno, la fase di preparazione in relazione particolarmente agli aspetti della sicurezza, la decisione all’ultimo momento di spostare il Carnevale alla Perriera per la non fattibilità in centro storico, nonostante le precedenti rassicurazioni del sindaco, l’opportunità amministrativa della scelta del sindaco di mantenere a sé la delega assessoriale sul carnevale  per il suo carattere estremamente impegnativo sotto il profilo del tempo dedicato, la validità della scelta di esternalizzare l’organizzazione affidandola ad una società privata, il richiamo turistico che ha avuto la festa (16.500 ingressi di non residenti a fronte di 21 mila residenti), la volontà del sindaco di non far esibire sul palco Nanà Gulino.

L’aspetto sul quale tuttavia si è focalizzato maggiormente lo scontro è stato quello dei costi, ossia di quanto sia costato effettivamente al Comune di Sciacca questo Carnevale 2023.

Il sindaco Fabio Termine, spiazzando un pò tutti all’inizio, ha dichiarato che il costo netto a carico del Comune di Sciacca è stato di 77 mila euro, di cui 46 mila prelevati dall’imposta di soggiorno: netto, perché a questi 77 mila euro si arriva sottraendo al costo lordo gli 88 mila euro di contributo dell’assessorato regionale e i 19 mila euro rappresentati da quel 9,15% del totale incassi (dichiarato in 217 mila euro) che la società Meridiana deve retrocedere per convenzione al Comune di Sciacca (peraltro non ancora retroceduti, e gira anche voce che non si abbia intenzione di retrocederli invocando maggiori servizi assicurati al Comune). In questo conteggio di costi Fabio Termine ha detto di non ritenere corretto ricomprendere il suolo pubblico (perché trattasi di mancata entrata e non di costo), 25 mila euro di spesa per potatura perché non destinati alla sola via Allende e andava comunque fatta, 15 mila euro di spesa per viabilità perché non destinati alla sola via Allende e andava comunque fatta e la spesa per pulizia del sito perché ricompresa nell’offerta migliorativa a suo tempo fatta dalla ditta che si aggiudicò il PIANO ARO. Questo costo netto dichiarato è stato dal sindaco messo a raffronto con il fatto che il Comune di Acireale versa invece ogni anno 600 mila euro alla Fondazione Carnevale.

Secondo Calogero Bono, invece, il costo effettivo del Carnevale è tutto ciò che l’Ufficio Ragioneria del Comune ha imputato ai capitoli di spesa “Carnevale 2023”, ammontante a 293.287,88 euro risultanti dal prospetto qui di seguito riportato, ai quali secondo Bono occorra anche aggiungere i 25 mila euro per la pulizia dei luoghi, per un totale complessivo di 318 mila euro di costo lordo finanziato con l’imposta di soggiorno.

Come è possibile capire, la differenza tra le due modalità di conteggio dell’onere economico carnevale sul bilancio della città non è da poco… E chi sposa la modalità di Calogero Bono e delle forze politiche di opposizione potrebbe anche riconoscersi nelle parole forti e pesanti utilizzate dal consigliere Brucculeri: 300 mila euro sono un reato in una città “distrutta” come Sciacca; ad Acireale il Carnevale fa arrivare 92 mila non residenti, la festa dovrebbe far affluire risorse economiche sulla città, non sottrarle; il carnevale lo abbiamo fatto pagare ai residenti ai favore di una società privata.

A conclusione della seduta consiliare è stato approvato con i voti dei consiglieri comunali dell’opposizione rimasti presenti in aula e l’astensione dei 5 della coalizione Termine il seguente documento:

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