Un occhio al calendario e mi accorgo che oggi 24 Giugno è San Giovanni.
La festa di San Giovanni cade dopo il solstizio d’estate quando, secondo tradizione, il Sole e la Luna si sposano, donando forza e vigore a tutte le creature. Si pensa che il Santo faccia riaffiorare energie mistiche e divinatorie e da qui tutta una serie di riti magici e tradizioni popolari diffusi in tutta Europa che, intrecciando il sacro con il profano, rendono particolare questo giorno.

Quanti ricordi mi affiorano improvvisamente alla mente….
Nel rione di via Castello, dove sono nata e cresciuta, si festeggiava questa ricorrenza con un rito particolare quello della” cummarata”
Donne e bambine si radunavano nello slargo antistante il Castello Luna e si dava inizio ad una antica tradizione : si raccoglievano pezzetti di stagno o piombo( non so con esattezza quale dei due metalli si usasse) e dopo averli fatti fondere con il fuoco, si versavano in una bacinella con acqua fredda e a questo punto avveniva, davanti agli sguardi incantati di noi bambine, il miracolo.

Il metallo, solidificanfosi assumeva forme particolari e “scarpette”, “corni” ‘cuoricini” venivano scambiati tra noi bimbe come pegno di amicizia e si stringeva la cummaranza di San Giovanni tra l’esultanza generale di noi bambine che, come gli adulti, potevamo avere la nostra “cummare.”
Essere cumpari e cummari di qualcuno nel passato contava molto e tra le persone si stringevano rapporti affettivi molto intensi, destinati a durare nel tempo….
Evidentemente noi piccole dovevamo aspettare di crescere per potere stringere questo tipo di rapporto, pertanto la festa di San Giovanni era attesa con ansia, perché veniva sentita come un ingresso nel mondo degli adulti.
Aiutata dalla mia mamma anche io ho fatto questa bellissima esperienza.
La scelta della persona era un momento delicato e la mia cadde su una mia coetanea Lucia, che per l’occasione teneva la sua mano stretta alla mia, emozionata quanto me.
Il metallo bollente, sfrigolando nell’acqua fredda della bacinella, andava assumendo la forma dell’oggetto che sarebbe diventato il pegno dello scambio e, con una forte dose di immaginazione il mio metallo assunse la forma di una “scarpetta”, mentre per la mia futura commare prese la forma di un’ cuoricino”.

A distanza di sessanta anni ricordo ancora quel momento magico….. Negli anni non abbiamo mai dimenticato questo vincolo infantile che ci ha unito affettuosamente.e io sono ancora oggi per lei la cummare Franca e per me lei rimane per sempre la mia cummare a San Giuvanni.

FRANCA COGNATA

P.S. Ebbene sì, cari lettori. Nel ringraziare la Prof. Cognata per il suo racconto, ci piace sottolineare quanto queste belle tradizioni che purtroppo sono andate perdute, raccontano del nostro vissuto, con i bellissimi sentimenti di stima e di amicizia che caratterizzavano, un tempo, i rapporti tra coetanei. Anche le “picciotte schiette,” cercavano indizi sui loro futuri mariti dalle forme che venivano fuori dal piombo fuso, piombo che si procuravano raccogliendo quei piccoli sigilli che chiudevano i sacchi di vari alimenti.

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