Erano numerosi gli spettatori ieri sera al dibattito sulla problematica Terme, organizzato in Vicolo De Stefani dal Circolo di Cultura, insieme al Comitato Provinciale Asi e a Radio Torre Makauda, e moderato dall’ottimo Giuseppe Recca.
L’occasione era la visione del docufilm pubblicitario realizzato nel 1996 dal regista Pippo Gigliorosso, presente a Sciacca per l’occasione, su commissione dell’Azienda Terme di Sciacca, nel periodo di maggior bellezza del nostro complesso termale.
Qualcuno a fine serata ha sussurrato “mi viene da piangere…”, perché questo docufilm su Sciacca città termale fa vedere le Terme di Sciacca in tutto il loro splendore: le grotte vaporose, lo stabilimento, il parco, le piscine, i fanghi, il pubblico dei visitatori , gli operatori sanitari al lavoro. Per chi, come quelli oggi non più giovanissimi, che frequentavano le Terme come fruitori degli impianti aerosol, delle piscine, delle grotte vaporose, della cavea del parco per gli spettacoli o per tanto altro…un vero colpo al cuore! Una sensazione di sconfitta, di disfatta, ma anche di rabbia. Crediamo che questa sensazione sia stata condivisa dalla maggior parte dei presenti, visto che Accursio Cortese, alla fine della serata, ha detto testualmente: “Adesso è arrivata l’ora di incazzarsi!”.
I protagonisti del dibattito sono stati Il sindaco Fabio Termine, il presidente del Consiglio comunale Ignazio Messina e il coordinatore del Comitato Civico Nino Porrello. Un dibattito che ha fatto da preludio alla trattazione della questione Terme all’ordine del giorno nel Consiglio comunale di lunedì sera.
“La città deve essere assolutamente unita se vuole avere autorevolezza nei confronti della Regione Siciliana, che in questi 8 anni di chiusura si è del tutto disinteressata della tutela del patrimonio termale di Sciacca, di cui detiene la proprietà”, ha detto Nino Porrello, ma il dibattito ha purtroppo evidenziato che non c’è al momento una visione unitaria sulla strada migliore da seguire per trovare una soluzione alla grave problematica.
Dopo che il sindaco aveva confermato la sensazione positiva emersa dai contenuti del recente incontro palermitano con l’assessore Falcone, il presidente del consiglio comunale Ignazio Messina ha detto di essere contrario alla cosiddetta “soluzione A” prospettata dall’assessore, ossia quella di Cassa Depositi e Prestiti, perché sottrarrebbe il complesso termale al patrimonio pubblico regionale, e ha ricordato che anche l’assessore Di Mauro al tavolo palermitano si è dichiarato contrario alla privatizzazione della proprietà degli immobili del complesso termale, che l’intervento di Cassa Depositi e Prestiti comporterebbe.
Nel successivo intervento Nino Porrello, come coordinatore del Comitato Civico, ha replicato alle argomentazioni di Ignazio Messina: pur senza prediligere di per sé alcuna delle possibili opzioni di strade percorribili, ha detto di non condividere nel merito la dichiarazione di contrarietà espressa dal presidente del consiglio, in quanto l’eventuale intervento di Cassa e Prestiti non toglierebbe nulla alla città, ma al contrario garantirebbe in sé requisiti di efficienza, di reperimento delle risorse economiche necessarie e di individuazione di imprenditori termali molto qualificati a cui affidare la gestione di tutti o di alcuni beni.
“L’interessare supremo della città è che il suo patrimonio termale venga rilanciato e valorizzato come si deve, non certo di chi abbia la titolarità giuridica degli immobili” ha concluso il coordinatore del Comitato Civico, fermo restando che il vero patrimonio da lui indicato nelle acque termali e nelle grotte vaporose del Kronio rimarrebbe in ogni caso nel patrimonio indisponibile della Regione.
Anche il sindaco Fabio Termine, nel suo secondo intervento, ha ripreso con forza le argomentazioni a sostegno della priorità espressa dall’assessore Falcone nei riguardi dell’opzione Cassa Depositi e Prestiti, qualora si confermasse percorribile, ricordando come la Regione non si sia mai in alcun modo dimostrata affidabile nella gestione della problematica termale.
Sono quindi in definitiva emerse posizioni differenziate del sindaco e del presidente del consiglio comunale sulle opzioni indicate dalla Regione per la riqualificazione delle strutture termali e in genere sui percorsi che occorre fare per non perdere ulteriore tempo. L’auspicio può essere soltanto quello che tale diversità di vedute si ricomponga in consiglio comunale e che il conflitto politico in atto tra Termine e Messina (emerso nelle ultime settimane anche su altre questioni) non coinvolga pure la questione Terme, un tema sul quale la città non può e non deve presentarsi divisa.
Il Comitato Civico Patrimonio Termale, anch’esso presente all’incontro di fine giugno alla Regione con l’assessore all’economia, attraverso il suo coordinatore ha annunciato la volontà di farsi promotore di una grande manifestazione popolare per il 6 marzo 2024, se entro la fine dell’anno non ci saranno risposte e azioni concrete da parte del governo regionale.
La serata si è conclusa con la proiezione, molto apprezzata dal pubblico, del documentario che presentava le nostre terme del tempo, funzionanti e operative, lontane anni luce dal devastante degrado attuale. Un video a suo tempo promozionale, tradotto in sei lingue diverse e diffuso in tutto il mondo, pochi anni prima che la Regione Siciliana decidesse di mettere in piedi quella società per azioni che non ha ancora chiuso la propria liquidazione, dando il via a quel lento declino che portò alla chiusura del 2015. Un “come eravamo” che ha lasciato a tutti i presenti una sensazione di rimpianto mista a rabbia.
“E’ arrivata l’ora di incazzarsi…” per l’intera comunità cittadina?
Qui di seguito il link che consente di vedere, a chi ne fosse interessato, l’intero dibattito, con l’avvertenza che per un motivo tecnico l’audio parte dal minuto 14:31
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