L’ASP di Agrigento diretta dal commissario straordinario (in scadenza) Mario Zappia è sempre più nell’occhio del ciclone, anche perché le dimissioni del primario di medicina d’urgenza portano con sé il crollo di quel muro di obbligato silenzio da parte dei medici, a volte ottenuto anche con provvedimenti disciplinari a loro carico.
Si arricchisce infatti di ulteriori particolari la notizia, già di per sé eclatante, delle “dimissioni per giusta causa” da parte del primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio, presidio ospedaliero peraltro tante volte indicato sottovoce dai medici degli altri presidi ospedalieri della provincia come beneficiario di particolari attenzioni privilegiate da parte della direzione dell’ASP.
Questi i particolari raccontati dal giornale on line GRANDANGOLO di Agrigento.
Il primario del pronto soccorso Sergio dell’ospedale San Giovanni di Dio, Sergio Vaccaro, nel rassegnare le proprie “irrevocabili dimissioni” ha denunciato gravi criticità strutturali e “inerzia dei vertici aziendali nell’affrontare i problemi”.
Il primario ha infatti comunicato la sua decisione ai vertici dell’Asp di Agrigento con una lettera di sei pagine con la quale mette nero su bianco tutti i limiti di un reparto così importante. Ricordiamo che Vaccaro aveva firmato un contratto di cinque anni con l’azienda sanitaria provinciale nel febbraio dello scorso anno.
“Ritengo – scrive Vaccaro – che i fatti di seguito riportati costituiscano grave inadempimento contrattuale da parte dell’Asp e una giusta causa di dimissioni.”
Il primario prosegue nella missiva elencando le “numerose criticità strutturali e di dotazione di personale medico e paramedico del Pronto soccorso che, di fatto, hanno acuito le problematiche già note all’Azienda poiché segnalate ripetutamente. Lo stesso Vaccaro ha inoltrato nel corso del servizio ben 32 note con le quali ha denunciato “lo stato di sofferenza del reparto e le gravissime conseguenza per i pazienti che vi accedono” e “ il grave stato emergenziale generato dalla mancanza di personale medico e paramedico che ha determinato oggettivi problemi organizzativi che esulano dalla mia responsabilità”.
L’affondo poi all’Asp di Agrigento:
“La situazione di grave carenza di personale mi ha indotto a chiedere ogni più utile iniziativa per dotare il reparto di nuovi medici e garantire i servizi sanitari essenziali. I medici, ad oggi in servizio, non possono far fronte alla normale turnazione che comporta disservizi e me non addebitabili. A causa dell’impossibilità di garantire la normale turnazione, nonostante fosse ampiamente comunicata alla direzione aziendale di presidio, non di rado ho effettuato, non certo per mia volontà ma perché costretto dalla negligenza altrui, turni lavorativi continui che, in alcune circostanze, hanno superato le 30 ore. Questo comporta un inevitabile rischio clinico che, nonostante sia stato più volte segnalato, si è tradotto in un disinteresse da parte dell’Azienda con annessa grave responsabilità”.
E ancora: “La carenza di personale medico è stata colmata per più di una volta con la mia attività lavorativa difatti, nonostante i congrui preavvisi alla direzione di presidio, mi sono trovato a svolgere il ruolo di medico di sala e ciò denota una responsabilità del datore di lavora che non risulta conforme alla normativa. La cronica carenza di medici ha comportato, e comporta, una assoluta congestione nella capacità organizzativa della struttura emergenziale con conseguenti disservizi e aumento del rischio clinico. Per i direttori di struttura complessa le norme non prevedono un orario minimo settimanale d’obbligo come per gli altri dirigenti medici. Nonostante ciò il mio servizio ha sempre garantito normali attività dell’area di emergenza. È utile sottolineare come il direttore di strutture complessa possa svolgere, solo in via eccezionale, i servizi di pronta disponibilità e che non di rado ho avuto notificati, in difetto di previsione normativa, ordini di servizio da parte della direzione di presidio per lo svolgimento di turnazione nelle fasce orarie scoperte, alcune delle quali già note poiché riportate nei piani mensili notificati alla direzione. Indice, questo, di una assoluta inefficienza nella ricerca di personale medico equipollente da reperire in altri reparti.”
Il primario Vaccaro conclude affermando che tale situazione gli ha “provocato stress psicologico, attacchi di panico, stato di agitazione e tachicardia. Tutto ciò determina una gravità oggettiva nell’espletamento del ruolo di direttore del Pronto soccorso. Seppur conscio che le mie dimissioni per giusta causa producono effetto immediato, per mero spirito di servizio, comunico quale interruzione del rapporto di lavoro la data del 24 luglio per consentire all’Azienda le opportune valutazioni per garantire la gestione del servizio”.
Nel frattempo, con una lettera indirizzata al Prefetto di Agrigento, il Cartello Sociale ha avanzato formale richiesta di un incontro sulle criticità del Sistema Sanitario Territoriale.
La richiesta si muove in continuità al momento di confronto già avuto con il dottor Romano, alla presenza di numerosi sindaci della provincia, a conclusione della manifestazione popolare del 17 giugno scorso, al termine della quale è stata presentata una Piattaforma sulle criticità presenti all’interno del sistema sanitario e le conseguenti ricadute che rischiano di destrutturare la qualità del servizio provinciale che da sempre si è caratterizzato come punto di riferimento importante per tutto il territorio.
Tra le principali emergenze individuate nel documento consegnato al rappresentante del Governo figurava la situazione in cui versa il pronto soccorso del San Giovanni di Dio di Agrigento che si può considerare una cartina di tornasole delle diffuse disfunzioni dell’organizzazione dei servizi socio-sanitari nel nostro territorio che, in parte, sono una conseguenza dell’inadeguatezza delle dotazioni organiche dell’azienda sanitaria locale, diventando di fatto il primo anello di una catena di trasmissione di destrutturazione del servizio sanitario pubblico, mettendo a rischio il diritto alla salute costituzionalmente garantito.
Situazione di estrema gravità quella evidenziata dal Cartello Sociale che trova appunto conferma nelle dimissioni per giusta causa del primario del pronto soccorso dell’ ospedale agrigentino.
La salute è il primo bene e va tutelata con particolare cura.
Speriamo che l’iniziativa del Primario serva ad aumentare l’attenzione verso tutti i Pronto Soccorso, che svolgono un delicato servizio, in condizioni critiche.
sono dispiaciuto per il triste epilogo della storia del primariato di Medicina D’Urgenza dell’Ospedale di Agrigento; conosco e stimo Sergio Vaccaro per la sua serieta’ e per la sua preparazione professionale per cui ,se e’ pervenuto a questa decisione per i motivi segnalati ,non posso che condividerne la decisiine