La deputata nazionale del Partito Democratico, Giovanna Iacono, ha depositato una interrogazione al Ministro della Salute per chiedere chiarimenti su quanto sta avvenendo nella sanità agrigentina.
Il riferimento è in particolare alle dimissioni del direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio”.
Un fatto che, secondo Giovanna Iacono, mette in evidenza ulteriormente e drammaticamente la grave crisi che interessa il servizio sanitario pubblico del territorio agrigentino e della Sicilia più in generale.
Tra i problemi più evidenti, la carenza di personale, con una differenza significativa tra i numeri previsti nelle piante organiche e il dato dei lavoratori in servizio.
Solo per fare un esempio, nell’interrogazione parlamentare si fa presente che nell’ambito degli ospedali di Agrigento, Sciacca, Licata, Canicattì e Ribera su 63 medici dell’area di emergenza/urgenza previsti risultano esservene in servizio circa la metà.
Tali carenze si registrano in tutti i reparti, determinando una situazione difficile per operatori e pazienti, anche nell’ambito della medicina di base e delle guardie mediche, così come nelle commissioni per accertare le invalidità civili.
Nella sua interrogazione Giovanna Iacono ha quindi chiesto di sapere se il Ministro è a conoscenza di quanto sta accadendo e quali iniziative intende attivare per quanto di propria competenza per provvedere a potenziare gli organici in servizio presso gli ospedali del territorio agrigentino e di tutto il servizio sanitario territoriale.
Nel frattempo l’ASP di Agrigento ha comunicato che “si lavora a ritmi intensi per far sì che un corposo numero di medici italo-argentini, oltre un centinaio, possa prendere presto servizio nei diversi reparti degli ospedali della provincia contribuendo a potenziare gli organici e sopperendo alla difficoltà, ormai cronica sul piano nazionale, di reclutare nuovi professionisti.”.
Il commissario straordinario ASP, Mario Zappia ha dichiarato:
“Siamo ben consapevoli della consistenza del problema legato alla carenza di personale sanitario nei nostri ospedali e non ci conforta di certo il fatto che le criticità non riguardino soltanto la provincia di Agrigento ma tutto il territorio nazionale. E’ per questo che, siamo impegnati nel cercare ogni possibile soluzione per potenziare le dotazioni organiche considerando prioritario ogni sforzo per incrementare il numero dei professionisti in servizio. Nutriamo fiducia nel fatto che la scelta di ricorrere ad un corposo contingente di medici italo-argentini, possa rappresentare una svolta significativa. Questa stessa scelta è frutto di una programmazione metodica e consapevole di cui fanno parte anche gli innumerevoli bandi di concorso pubblicati, e spesso purtroppo andati deserti per mancanza di sanitari, l’indizione di ‘avvisi aperti’ ai quali si può aderire ogni giorno, senza scadenza, il ricorso ai medici specializzandi, il ‘richiamo’ dei medici in quiescenza, l’attivazione di convenzioni/protocolli d’intesa e la ricerca di condivisione di graduatorie con altre aziende e tanto altro ancora. Come si può ben vedere, le abbiamo provate tutte per cercare personale. Vale la pena precisare che i nuovi sanitari non sono medici alle prime armi ma professionisti affermati, di età compresa fra i 38 e i 50 anni, in grado di incrementare la qualità delle prestazioni erogate, in possesso di più di una specializzazione e che hanno espresso un vivo desiderio di intraprendere questa nuova avventura non soltanto per ambizione professionale ma soprattutto per ritrovare le proprie origini italiane, nella terra dei loro avi, dove vogliono vivere e far crescere i loro figli”.