Sciacca ha accolto l’attore agrigentino come si accoglie una persona di famiglia, una specie di cugino, perchè tali noi consideriamo i nostri vicini della terra di Pirandello. E tale lui è stato sul palco dell’Atrio Inferiore, ieri sera: un amico, un conterraneo che non vedevi da qualche tempo, che ti intrattiene con il suo umorismo, con la sua ironia, con qualche barzellettina, con le riflessioni sulla nostra identità e sulla nostra diversità di popolo, con qualche nota suonata al pianoforte, con monologhi “d’autore”.

Ogni regione ha le sue peculiarità e i dialetti le descrivono. «Andrebbero studiati nelle scuole, perché esprimono l’indole di ciascuno dei popoli che compone la nostra penisola. Il dialetto è l’identità di un popolo; ti fa essere orgoglioso di essere triestino, agrigentino. Ogni identità è importante. Gli istriani si sono sentiti espropriati dei loro beni, hanno vissuto da minoranza etnica pagando un prezzo alto. Oggi, per esempio, i migranti che arrivano a Lampedusa si ritrovano ad essere una minoranza che va accolta». Si muove sul palco, per quasi due ore, senza nessuna interruzione se non per bere un bicchiere d’acqua. Suda e si deterge il sudore con un fazzoletto bianco che diventa un oggetto di scena per descrivere personaggi e persone, con ironia e senso del comico.

Benché si sia trasferito a Roma quando aveva appena dodici anni, Jannuzzo ha sempre mantenuto il cordone ombelicale ben stretto all’isola. Gli amici storici vivono ancora nella provincia di Agrigento, sua città natale, e ogni estate, da quand’era ragazzo, continua a tornare laddove la memoria gli risveglia dolci nostalgie. Seduta accanto a me la moglie, Ombretta non smette di seguirlo ed applaudirlo, piena di amore e di entusiasmo, porgendogli una paglietta che gli consentirà di cantare una canzone. Mi complimento con lei, alla fine dello spettacolo, dicendole che Gianfranco continua ad essere “uno di noi”, un attore “siciliano” nella mente e nel cuore. Il generoso pubblico di Sciacca lo applaude e lui ringrazia e ringrazia con le frasi che si dicono a degli amici venuti a casa sua a salutarlo.

Il Sindaco e l’Assessore Mannino hanno fatto gli onori di casa, salutandolo con tutta la loro ammirazione.

Qui a seguire i video di due monologhi ‘d’autore e il frammento finale dello spettacolo:

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