“È stato bello finché è durato”. Così scriveva sul suo profilo Instagram Federico Marretta. Sette le stagioni disputate in serie A1, con le maglie di Piacenza, Milano e Verona e altrettante in A2, l’ultima con i colori della Conad Reggio Emilia, con la quale ha conquistato la promozione in Superlega. “Sarebbe bello scrivere una frase fatta del genere, ma la verità è che la pallavolo è stata la mia vita da quando avevo 11 anni e mi sarebbe piaciuto non smettere mai. Non mi sono mai rapportato con la “normalità” del lavoro e della vita. Fama, donne, soldi , privilegi. Sono solo alcuni dei bonus che lo sport ti può dare. Ma se lo vedi da dentro, c’è dell’altro: sacrifici, rinunce, mancanze. Sarebbe stato più facile smettere dopo un anno disastroso, dove appendere le scarpe al chiodo sarebbe stato come una liberazione. Mi sarebbe piaciuto giocare fino a 60 anni. Ma non posso sempre fare tutto ciò che mi piace. Posso però provare a fare ciò di cui ho realmente bisogno. Stare bene con me stesso”.

Voltare pagina. E’ quello che ha fatto Federico.

Alimenta alla grande la sua passione per le moto e per i viaggi. E’ quasi un tutt’uno con questo bolide. Questa scelta lo proietta nel mondo delle due ruote come “brand ambassador” per diverse aziende. Pubblica con cadenza settimanale contributi video sul suo canale di YouTube e su tutte le piattaforme di social media. In questi ultimi mesi, dopo la Tunisia, Federico ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura: andare in moto dall’Italia alla Mongolia. Un viaggio di 100 giorni e di oltre 15 mila chilometri. Partenza da Bari, pochi giorni per attraversare Grecia e poi Turchia fino ad arrivare a Tbilisi in Georgia. Da lì a Baku in Azerbaijan e ia Teheran in Iran. Da lì verso Samarcanda capitale dell’Uzbekistan, celebre per le sue moschee e i suoi mausolei. Poi a Dushanbe in Tagikistan da dove inizia la traversata lungo la M41, meglio conosciuta come Pamir Higway (Asia Centrale): 1200 chilometri di avventura pura e impegno fisico e mentale: strade selvagge, sterrate, cime innevate, sbalzi di altitudini.

Una pausa a Bisket capitale del Kirghizistan, utile ad ottenere il visto di transito per la Russia e per riposare, anche perché l’iter burocratico per entrare in Mongolia dalla Cina è lunghissimo, se non impossibile. Quindi Russia e frontiera mongola con l’esperienza di una notte in tenda nel deserto del Gobi. Una volta arrivato ad Ulan Bator, capitale della Mongolia, Federico ha visitato la città come un normale turista ha spedito la moto ed è rientrato in Italia con un normale volo aereo.


“La cosa più importante che tu possa fare, con il tempo che ti è dato, è una: viverlo in un modo che ti renda felice – afferma Federico -. Per questo motivo mi sono cimentato in questa avventura. Non una scampagnata, magari non un viaggio epico ma sicuramente un viaggio impegnativo da un punto di vista tecnico. Tranquilli so di essere l’ennesimo motociclista tornato dalle vacanze e non ho voglia di scrivere un libro, non sono un eroe, ma un privilegiato
”.

Come si fa a riassumere 100 giorni di viaggio in 1h di video? Federico l’ha fatto. Io ho avuto il piacere di vederlo, a casa dei suoi genitori.


@luca_rappa ha fatto un lavoro eccezionale.
“Sono solo dispiaciuto nel dirvi che non lo vedrete su YouTube; mi piacerebbe condividere la visione con voi nei cinema di tutta Italia. È un modo per conoscersi, per tenere viva una community sempre più grande, perché li fuori c’è un mondo tutto da scoprire, rispettare ed accudire.”

Dopo il suo viaggio in Mongolia, Federico vuol dare alla sua esperienza un risvolto benefico. Lo farà, prossimamente , e come sempre, ci aggiornerà.”

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