Non è certo cosa di tutti i giorni che un Presidente di Consiglio Comunale chieda pubblicamente al segretario generale del Comune di adottare i provvedimenti del caso nei confronti di in dirigente comunale.

È accaduto ieri sera a Sciacca.

Nel corso delle comunicazioni iniziali Ignazio Messina ha fatto presente di aver richiesto formalmente al dirigente del IV Settore dell’Ufficio Tecnico, ing. Gioia, una relazione illustrativa dello stato dei lavori della piscina comunale, opera pubblica mai conclusa e mai resa fruibile.

Il Presidente del Consiglio comunale ha indicato le date in cui questa richiesta è stata inviata all’ufficio e poi reiterata due volte con sollecito di risposta: 5 settembre 2022, 20 dicembre e 10 agosto 2023.

L’ing. Gioia non ha mai risposto.

Ritenendo tale atteggiamento dell’ufficio di ostacolo ad un’attività istituzionale, Ignazio Messina ha chiesto al segretario generale del Comune…

… di adottare i provvedimenti previsti dal regolamento comunale in caso di totale inadempienza.

Abbiamo avuto modo di “carpire” che l’ing. Gioia avesse detto di essersi dimenticato di rispondere e che comunque i fascicoli tecnici esistenti in municipio renderebbero assai problematica la stesura di una relazione tecnica sullo stato attuale di questa opera pubblica da tempo incompiuta.

ServireSciacca si è già occupata della piscina comunale, e pertanto offriamo come nostro contributo all’ufficio tecnico e alla presidenza del Consiglio il contenuto di questi due nostri articoli, nel caso dovesse diventare utile elemento di conoscenza sull’argomento:

TUTTO QUEL CHE NON VIENE DETTO SULLA PISCINA COMUNALE MAI COMPLETATA…

DiNINO PORRELLO / OTT 12, 2022

La missiva porta la data del 5 settembre, quando il presidente del Consiglio Comunale, Ignazio Messina, ha inviato una nota al Dirigente comunale del IV Settore (ing. Gioia) e per conoscenza al sindaco Termine, nella quale “si richiede di tramettere, nel più breve tempo possibile… una dettagliata relazione sulla situazione tecnica e amministrativa riguardante la piscina comunale che evidenzi, in maniera chiara, i motivi ostativi all’apertura, mai avvenuta nonostante i lavoro eseguiti nel corso del tempo e le ingenti somme investite, e considerato il grave stato di abbandono in cui si trova il suddetto impianto sportivo… Si richiede, inoltre di formulare dettagliate soluzioni finalizzate all’apertura dell’importante impianto sportivo“.

L’altra sera, in occasione del consiglio comunale, abbiamo chiesto a Ignazio Messina se l’ufficio destinatario avesse dato il riscontro richiesto.

Non lo ha dato, magari non ancora.

Trattandosi di un’opera pubblica “incompiuta” di rilevante importanza, i cui lavori sono iniziati nel 1975, mai aperta, destinataria di un (ulteriore) e recente finanziamento per il completamento (?) di un milione e duecentomila euro, già oggetto di un articolo-inchiesta di ServireSciacca nel gennaio di quest’anno (cfr. sotto), abbiamo voluto saperne ancora di più, visto che gli uffici comunali si trincerano dietro il silenzio e probabilmente ne sanno poco o nulla, così come i nuovi amministratori.

Abbiamo allora pensato che potesse essere utile chiedere informazioni sullo stato reale della piscina ad una fonte qualificata per competenza in materia, ossia a uno degli imprenditori che aveva visionato la piscina comunale allorquando l’amministrazione Di Paola, proprio sul finire del proprio mandato (maggio 2017) e con una iniziativa sicuramente ad effetto, ebbe ad indire una sorta di gara d’appalto per dare in gestione a privati la piscina comunale, presentata come ultimata (o quasi…).

Il quadro informativo fornito dall’interlocutore contattato da ServireSciacca è stato invece dei più desolanti e può fornirci un’idea aderente alla realtà di alcune delle cose che Ignazio Messina ha richiesto all’ufficio tecnico, senza averne finora alcuna risposta.

Nel 2017 ( e di anni ne sono passati altri 5… ) c’erano diverse infiltrazioni di acqua provenienti da tetti e controsoffitti; mancava del tutto un impianto di areazione per climatizzare i locali e l’ambiente piscina (presenti solo due piccole caldaie non adatte neanche ad alimentare gli antiquati termosifoni (tra l’altro non presenti) previsti per gli spogliatoi; mancavano del tutto gli arredi; la cosa più eclatante era tuttavia che l’intero impianto non risultava messo in regola ai sensi della normativa vigente sulla sicurezza (D.Lgs 81/08 tutela della salute e della sicurezza fisica) e a tal proposito il bando prevedeva che dovesse essere il concessionario a metterlo in regola con tutti i necessari impianti a proprie spese, di conseguenza con un investimento ritenuto del tutto improponibile e insostenibile sotto il profilo economico per un imprenditore privato, che avrebbe poi dovuto assumersi la gestione solo per pochi anni. 

Ricordando i contenuti di quel bando per l’appalto il nostro interlocutore diventa quasi paonazzo per la rabbia: “il contenuto di quel bando erano una cosa vergognosa, ci dice, si cercava di addossare ad un malcapitato imprenditore privato oneri strutturali del tutto assurdi e ai quali nella norma provvede il proprietario pubblico”. E poi, ci racconta ancora, nelle pieghe del dispositivo c’era anche il riferimento ad una delibera comunale che nascondeva una ulteriore fregatura: il maggior numero delle vasche avrebbe dovuto essere riservato alle società sportive saccensi, con un ristorno assai modesto a favore del gestore, che così si sarebbe trovato completamente penalizzato in termini di possibili ricavi a fronte di ingenti investimenti a lui richiesti. 

Oggi, a tutti questi problemi si aggiunge poi l’elemento costo dell’acqua e dell’energia per riscaldare piscina e ambienti: a causa dei noti rialzi dei costi delle bollette idriche ed energetiche, molte piscine si trovano costrette a chiudere perché la gestione è diventata anti economica, situazione questa che a Sciacca potrebbe anche prospettarsi dirompente in funzione dei problemi finanziari di chi oggi gestisce la rete idrica e dei conseguenti e prevedibili rincari delle tariffe.

I problemi per il completamento della piscina comunale nella quale nessuno ha mai nuotato sono quindi tanti e anche pesanti, ragion per cui occorrerebbe una vera e propria squadra di “specialisti” che si metta al lavoro per comprendere se ci siano davvero i presupposti tecnici e finanziari per cui, in un arco di tempo pari al quinquennio consiliare-amministrativo che abbiamo davanti, questa eterna incompiuta possa giungere a definizione, quanto meno parziale (e saranno passati 50 anni…).

Altrimenti si potrebbe anche prendere in considerazione di buttar giù tutto, evitando di spendere ulteriori ingenti somme inutili e trasmettere tutte le carte alla magistratura contabile e penale per la valutazione di eventuali estremi di reato per lo scandaloso sperpero di denaro pubblico. 

Le nostre inchieste: quell’eterna incompiuta di Piscina Comunale potrà (forse…) essere resa fruibile alla città dopo 45 anni e più.

Di NINO PORRELLO – GEN 4, 2022

Tra i sette progetti di “Rigenerazione Urbana”, finanziati per tremilionicinquecentomila euro e i cui dettagli sono stati illustrati stamattina nel corso di una conferenza stampa convocata dal sindaco Francesca Valenti, ci sono 1.207.560,00 di euro destinati a una delle grandi incompiute di Sciacca, la Piscina comunale sulla via Miraglia alla Perriera, all’interno dell’area impianti sportivi.

Quest’opera pubblica ha una storia davvero travagliata e tipicamente siciliana, iniziata oltre quarant’anni addietro, nel 1975, e sviluppatasi a fasi alterne tra sospensioni e riprese dei lavori, utilizzando i finanziamenti messi a suo tempo a disposizione dal Credito Sportivo per realizzare l’area degli impianti sportivi alla Perriera.

L’inizio dei lavori, a seguito di un appalto-concorso, riguardò in contemporanea lo stadio comunale di calcio e l’impianto di piscina comunale.

Ad un certo punto, strada facendo, si ritenne di modificare il progetto iniziale per realizzare una vasca di dimensioni olimpioniche (lunghezza 50 metri, larghezza 20). I lavori riprendono con un finanziamento contestuale alla realizzazione della pista d’atletica nello stadio, ma anche questa volta non si arriva a nulla di definito, tra l’altro a causa di controversie insorte con la ditta appaltante.

Nuova interruzione per lunghi anni. 

Si riprende nel 2008 quando il progetto viene nuovamente rimodulato e questa volta ridimensionato, riducendo in particolare di metà le dimensioni della vasca principale, da quelle olimpioniche a quelle di 25×20, con due metri di profondità, nella speranza di riuscire finalmente a condurlo in porto.

L’impresa Iagi Spa di Agrigento, offrendo un ribasso d’asta del 7,32 per cento sulla somma rimasta disponibile di unmilionecinquecentomila euro, si aggiudica l’appalto che prevede, tra le altre cose, la realizzazione di una vasca a 8 corsie, lunga appunto 25 metri e larga 20metri, nonché la realizzazione di opere per rendere funzionale una parte della struttura, quali: servizi igienici, docce e spogliatoi per uomini e donne, un locale pronto soccorso, impianti di riscaldamento e di filtraggio dell’acqua, impianto di riscaldamento dell’aria, sistemi antincendio.

Neanche quella sarà tuttavia la volta buona, perché alla fine dei lavori l’immobile risultava ancora allo stato rustico per quanto concerne le facciate esterne, mentre l’interno risultava. praticamente completato e dotato di tutti gli impianti tecnologici limitatamente alla zona della piscina e dei servizi inerenti la stessa.

Ci prova così a rimettere mano la giunta Di Paola con l’assessore Emmi, che ottiene un ulteriore finanziamento di trecentomila euro, finalizzato al completamento di questa parte dell’opera pubblica con l’allaccio fognario, il prospetto e la sistemazione dell’area esterna.

Lavori appaltati, eseguiti e finalmente questa porzione di impianto sembrerebbe pronta per essere aperta, rinviandosi a futuri finanziamenti il contiguo e rimanente corpo di fabbrica, realizzato solo limitatamente alle strutture in c.a. e tompagnature esterne al rustico, nel quale andrebbero alloggiati i servizi piscina per la rieducazione dei pazienti diversamente abili.
A questo punto ci si imbatte in un ulteriore e forse inatteso problema: il Comune non intende gestire la parte di impianto ultimato e vorrebbe darlo in gestione a privati.

Il 12 maggio 2017 l’assessore Emmi comunica la conclusione dell’iter amministrativo finalizzato a indire la gara di appalto per la gestione, ma nessun imprenditore privato si presenta per manifestare la volontà imprenditoriale di gestire la piscina comunale.

Un articolo pubblicato su “La Repubblica” e dedicato alle più vecchie incompiute siciliane quantifica in 400 mila euro la previsione di spesa annua di gestione della piscina, somma che evidentemente non la rende appetibile ai privati.

Ma le sorprese non finiscono qui, mentre le solite erbacce simbolo di abbandono iniziano a crescere nell’area esterna circostante l’impianto.

La giunta di Francesca Valenti, nel frattempo insediatasi, non ritiene opportuno indire un ulteriore bando di gara per la gestione, anche perché si viene a scoprire che la parte considerata ultimata in realtà non lo è: manca l’impianto di aereazione e mancano gli arredi, nessun imprenditore privato potrà esserne mai interessato alla gestione se dovrà assumersi anche l’onere economico per l’impianto di aereazione e gli arredi.

Si ipotizza allora un percorso di project financing per arrivare alla tanto sospirata apertura e magari anche al completamento dell’intera opera pubblica.

Nello scorso mese di agosto 2021 il sindaco Valenti dichiara in un’intervista in TV di non escludere un intervento diretto da parte del Comune, considerando falliti i tentativi di poter ricorrere all’ipotizzato project financing.

Detto fatto, oggi arriva la buona notizia che con i finanziamenti di “rigenerazione urbana” il Comune ha reperito un finanziamento di unmilioneduecentomilaeuro da destinarsi a questa grande incompiuta “tela di Penelope”.

In proposito l’assessore Lo Cicero chiarisce, in coda alla conferenza stampa, che nella fase della progettazione esecutiva che adesso si apre (e si spera celermente…) la priorità sarà data ai lavori di effettivo completamento di quella parte dell’immobile che risulta strutturalmente ormai completato, per consentirne la funzionalizzazione e quindi (udite … udite) l’apertura, con gestione pubblica o privata che sia.

Si può solo dire che questa volta la città non può permettersi di fallire, ancora una volta, l’appuntamento con la propria piscina comunale, iniziata nel 1975 e ancora incompiuta e mai resa fruibile alle soglie di questo 2022.

2 pensiero su “IGNAZIO MESSINA CHIEDE PROVVEDIMENTI A CARICO DEL DIRIGENTE DEL IV SETTORE LAVORI PUBBLICI”
  1. Tutta questa lunga storia la dice lunga sulle responsabilità della politica, ma direi più della macchina burocratica del comune.
    Sono cambiati i sindaci, sono i cambiati i partiti, ma la storia non cambia.
    Allora forse più che cambiare chi amministra si dovrebbe dare più attenzione alla competenza dei funzionari che sono quelli che preparano le carte.

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