Segna sempre le 03:13, o se preferite le 15:13.
È l’orologio del palazzo di città, quello che si vede da piazza Scandaliato, guasto e fermo ormai da anni.
Forse memore del proverbio “scupa nòva
scrusciu fa”, qualcuno aveva confidato nel fatto che l’arrivo della nuova amministrazione guidata da Fabio Termine rimettesse in moto l’orologio, quasi fosse una metafora di ripartenza per la città. E il nuovo sindaco aveva dato man forte a questo pensiero, annunciando alcuni mesi addietro che l’orologio sarebbe stato al più presto riparato da un nuova ditta incaricata dell’assistenza tecnica.
Finora però tutto è rimasto come prima, con le lancette sempre ferme.
E suo malgrado l’orologio del palazzo di città sta assumendo via via un significato metaforico opposto, quello di una città che rimane ferma, che non riesce a ripartire, nonostante le grandi attese di una cittadinanza che, passeggiando sulla nostra grande piazza, alza gli occhi pieni di speranza verso la facciata del palazzo di città, ma continua a veder fermo l’orologio metaforico.