La nota politica del consigliere comunale Giuseppe Catanzaro sulla grave problematica del presidio ospedaliero di Sciacca ha suscitato numerosi interventi e considerazioni.

Lilla Piazza, coordinatrice del Tribunale per i diritti del malato dice: “Il consigliere Catanzaro ha ragione, la politica è assente e inconcludente, sia essa di chi governa, come anche delle opposizioni, che sembrano occuparsi di minuzie trascurando i veri problemi”.

Il dr. Giovanni Di Vita, cardiologo presso l’ospedale di Sciacca, allarga il discorso anche al presidio ospedaliero di Agrigento, oggetto di particolare attenzione da parte del giornale Sicilia24ore con il seguente titolo: “Sanità al collasso ad Agrigento. C’è una classe politica che ama i primari e un’altra classe politica che ama i Direttori. E nel frattempo all’ospedale di Agrigento c’è uno scappa scappa di medici e primari. Si versano lacrime nere in attesa di una non utopistica chiusura.

“Hai perfettamente ragione” gli fa eco Pietro Mistretta, dell’Altra Sciacca. “La cosa più grave è che a fronte di questo progressivo sfacelo la gente (di Sciacca e di Agrigento) non sente il bisogno di protestare, di pretendere, di lamentarsi (se non privatamente). Su questo nostro pleonastico atteggiamento (frutto di anni è anni di sottomissione elettorale) dovremmo riflettere, perché ormai stiamo superando la famosa linea del non ritorno della Sanità pubblica, sotto attacco da appetiti famelici di private iniziative….

Ci scrive anche una donna, direttamente dal Pronto Soccorso di Sciacca.

“Per motivi familiari da stamattina mi trovo presso l’area di emergenza dell’ospedale di Sciacca. Definirlo un girone infernale è un eufemismo, è un posto diventato a mio avviso rischioso sia per i sanitari che vi operano con grande abnegazione, sia per i cittadini che si trovano nella difficile circostanza di farvi ricorso. Reparti con un solo medico, pazienti che non si sa dove trasferire, familiari i cui sguardi esprimono la più nera delle rassegnazioni. La struttura è totalmente abbandonata e, naturalmente, come tutte le cose va vissuta per capire meglio. Non si può immaginare cosa significhi non avere un’area di ristoro, neanche un bar, soprattutto per la gente di fuori. Fa davvero tenerezza vedere famiglie che non sanno dove andare a comprare l’acqua di cui possibilmente hanno bisogno i familiari che stanziano per giorni presso l’area di emergenza. Non parliamo poi dei rischi cui vanno incontro i sanitari per fare il loro lavoro. Sommessamente e dopo avere trascorso la notte all’area di emergenza, vorrei dire che non è più solo il tempo dell’indignazione della gente. In questi anni questa gente, i comitati e quant’ altro hanno fatto quello che hanno potuto, spesso in totale solitudine. Adesso è il tempo di chiedere il conto alla politica. Servirebbe da parte dei nostri politici una azione politica dura nei confronti di chi ha responsabilità di governo e una visione a supporto dei bisogni di noi cittadini. Francamente temo che in questo momento manchi sia l’una che l’altra”.

Una dottoressa del presidio ospedaliero di Sciacca si rivolge infine al sindaco che qualche giorno fa ha detto che sul problema ospedale ci sta lavorando: “sono molto contenta che ci stia lavorando, ma non sarebbe male se volesse illustrare alla “gente” le azioni intraprese e gli obiettivi da cui poi discendono le azioni. Io credo che invece si navighi a vista. Ogni tanto si fa qualche dichiarazione e poi tutto cade nell’oblio. Proprio perché manca un obiettivo. Che progetto di organizzazione sanitaria il Sindaco vuole per la sua città?”.

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