Questo titolo potrebbe sembrar evocare qualcosa di politico…, ma stiamo soltanto parlando di calcio.

Il calcio degli anni ‘50/‘60, quello che aveva in sé contenuti anche romantici, quello che a Sciacca si giocava all’Agatocle e che riusciva a riempire la gradinata di tifosi appassionati anche… con i tornei estivi.

In pochi ricorderanno ormai cosa fossero, allora, i tornei estivi disputati sulla terra rossa dell’Agatocle: combattutissimi, ad alto livello, agonistico e anche tecnico, con girone di andata e ritorno, disputati da squadre che schieravano giocatori titolari dello Sciacca o di altre compagini che militavano nei campionati di Promozione e serie D, affiancati da compagni di squadra che comunque ci dovevano necessariamente saper fare assai bene con il pallone, di piedi e di testa.

Insomma, un modo di passare i mesi estivi con tornei appassionanti e avvincenti, nei quali si scendeva in campo per autentica passione e il pensiero non andava mai ai soldi… una coppa al massimo con dentro il gusto straordinario della vittoria.

Ognuna di queste squadre aveva il suo presidente, persone che di calcio ne masticavano e spesso anche con ruoli pubblici di spessore: così ad esempio l’avvocato Baldassare Santangelo, che poi diventerà sindaco di Sciacca, al quale fa riferimento in premessa l’articolo del tempo (1956) di Vincenzo Porrello.

La Fiamma solo in testa alla classifica con la brillante vittoria sulle Furie“:

è questo il titolo dell’articolo, e il presidente della Fiamma era proprio “Batassiddu” Santangelo.

Maglia a strisce verticali bianconera, la Fiamma in campo aveva un leader, quel Calogero Lo Monaco mitico terzino sinistro e capitano dello Sciacca.

Ma nei campionati estivi Lo Monaco si divertiva invece a fare il centravanti, e che centravanti…!

Nella partita descritta dall’articolo di Vincenzo Porrello, vinta dalla Fiamma sulle Furie per 3 a 2, di gol il nostro Lo Monaco ne fece ben due e così V. Porrello Cassar tratteggia il giocatore: “il trascinatore, lo stoccatore, l’animatore di tutta la prima linea bianconera… Lo Monaco ha semplicemente dato spettacolo…“.

E il giornalista così continua: “un undici, quello della Fiamma (ancora unica squadra imbattuta al termine del girone d’andata), dal gioco possente e manovrato, un undici che ha saputo trovare la strada giusta come inquadratura”…

E poi un occhio anche al pubblico: “lo scatenato Lo Monaco al 27^ segnava la terza rete per la Fiamma e il pubblico era in delirio…“.

Erano i tempi in cui, per i giocatori che presentavano omonimie di cognome, si utilizzava il numero romano, assegnato dal più anziano al più giovane: ecco quindi, citati nell’articolo, il tecnico Marchese I, l’invisivo Marchese II, l’inesauribile dominatore della propria area Sclafani I, il classico Sclafani II (detto Franzosi…), l’elastico e attento portiere Barna I e ancora i fratelli Licata II e Licata III nelle file della Libertas.

Da sinistra Ignazio Sclafani (Sclafani I,) il giornalista Vincenzo Porrello e Calogero Lo Monaco (anno 1956)

Sono passati un sessantina d’anni, ma la passione per il calcio dell’ottantasettenne Calogero Lo Monaco è rimasta immutata. Quando la domenica lo Sciacca gioca in casa, lui è lì, seduto in tribuna, e nonostante una recente malattia gli abbia tolto quasi del tutto l’uso della vista, la partita se la fa raccontare dal vivo, azione per azione, dai figli Giovanni, e Luca, e il suo cuore batte al ritmo con le emozioni dei tifosi, sempre pieno di fede neroverde e di passione per il calcio.

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