Ci sono medici e medici, come in ogni professione, ma quando ti capita o capita a un tuo familiare di essere ricoverato in quell’ospedale pieno di problematiche che è il Giovanni Paolo II di Sciacca, allora la qualità umana e professionale dei medici che trovi sulla tua strada può davvero fare la differenza e, a seconda dei casi, trovarti ad ammirare come una sorta di eroi quelli che sfidano con il sorriso difficoltà di ogni genere oppure chiederti come mai quel signore che ti ritrovi davanti indossi l’abito del medico.

Ecco un’esperienza autenticamente vissuta.

Arriva in Pronto Soccorso alle ore 15:00 un “caso arancione”, età 95 anni: c’è un solo medico di turno, ma non c’è tanta gente, ragion per cui l’attesa non è lunga. Il nostro bravo medico d’urgenza, che opera “in solitaria” e fa la spola trafelato da una stanza all’altra, prescrive le analisi laboratoriali del caso e una TAC, che poco dopo vengono effettuate… Si arriva così alle ore 17.00 e con il cambio turno di medici ne arrivano questa volta due, e sono due dottoresse.

Una di esse, la dottoressa Rosalinda Impastato prende in carico il nostro novantacinquenne e decide di chiedere un consulto chirurgico. Passano pochi minuti e dalla chirurgia arriva la dottoressa Daniela Caracappa, la faccia vispa di una che sa il fatto suo.

Visita il nostro paziente e si confronta con la dottoressa del Pronto Soccorso: vederle in azione è un piacere e ti riconcilia con quell’ospedale tanto martoriato, perché sono brave, competenti, scrupolose, efficienti.

Ti parlano guardandoti negli occhi e ti spiegano in modo semplice e chiaro che è consigliabile il ricovero, perché la situazione potrebbe anche evolvere in peggio.

E ricovero fu. In Chirurgia, in quella metà di reparto disponibile, perché l’altra metà è chiusa da tempo a causa di lavori di ammodernamento ormai conclusi, ma per i quali non è mai arrivato il collaudo tecnico di fine lavori.

La dottoressa Caracappa prende in carico il paziente, lo fa con molta cura e attenzione, e prima di andar via lascia tutte le prescrizioni del caso.

Nei giorni immediatamente successivi però di turno non c’è lei, e tra gli altri suoi colleghi c’è anche chi evidentemente non gradisce il ricovero di persone così anziane, tant’è che quando si avvicina al letto del nostro ammalato lo si sente dichiarare con assoluta nonchalance: ma adesso ci mettiamo anche a ricoverare i novanticinquenni?… e poi, mentre il gelo scende nella stanza nr. 3, aggiungere: credo  di aver capito chi ha fatto il ricovero… senza degnare il malato di uno sguardo… forse perché non lo considera un suo paziente…

Il giorno dopo qualcuno riferisce l’accaduto alla dottoressa Caracappa, mentre si incammina di corsa verso un’urgenza in sala operatoria… lei sorride e si limita a dire: i ricoveri io li decido in base alle condizioni dell’ammalato, non mi interessa l’età…

Ma non finisce qui, perché lo stesso medico farà il bis di quel ritornello sull’età “inopportuna” del nostro novantacinquenne e sulla sottolineatura di non considerarlo un proprio paziente .

Per quanto ovvio è stato necessario attendere che fosse di turno la dottoressa Caracappa per valutare la possibilità di dimissioni e ritorno a casa del nostro coriaceo novantacinquenne, nel frattempo migliorato…

E per quanto ovvio davanti la porta della dottoressa Caracappa erano in tanti stamattina i familiari dei pazienti ricoverati, in attesa di ricevere da lei le informazioni desiderate sulla salute dei propri cari, perché in quel luogo la nomea si diffonde subito e lei giustamente viene considerata una brava.

Rosalinda Impastato e Daniela Caracappa, due medici che, come tanti altri, fanno onore alla professione che esercitano e all’ospedale presso il quale lavorano.

8 pensiero su ““Ma adesso ci mettiamo a ricoverare anche i novantacinquenni?””
  1. Dalle spine nascono le rose; fortunatamente nei reparti esistono professionisti che col loro lavoro silente svolto con abnegazione e umanità cercano di portare alto il nome di un ospedale fondamentale per il servizio che presta per una estesa comunità, è doveroso portare a conoscenza degli accaduti nel bene e nel male per fare la differenza

  2. Anche io ho avuto un’ottima esperienza: arrivo al pronto soccorso sabato mattina con frattura al piede, mi inviano al reparto Ortopedia dove medico e infermieri mi hanno accolto e preso i provvedimenti del caso con cura, attenzione e gentilezza . In particolare voglio ringraziare il dottore Giuffrida, di turno al reparto, e l’infermiere Scalici e anche gli altri presenti, di cui non ricordo il nome
    Elina Salomone

  3. Carissimo Dott. Porrello, andrebbero elogiati quasi tutti gli operatori di quel reparto composto da medici, infermieri e OSS eccezionali. Ho mio padre nella stessa stanza e mi ha riferito l’accaduto.
    Una battuta poco felice e quando mi è stato raccontato sono rimasto allibito.
    Condivido in pieno il suo elogio nei confronti delle due dottoresse ma io lo manifesto anche nei confronti di tutti, dal punto di vista professionale, e QUASI tutti dal punto di vista umano.
    Voglio manifestarLe la mia più totale solidarietà per quello che le è accaduto.
    Tanti auguri al Prof.

  4. Anni fa mi è capitato con mio padre, 92 anni, in un altro ospedale. Questa volta una frase simile la pronunciò l’infermiere di turno: “chi ci iti purtannu a st’età”.
    Naturalmente, ho reagito denunciando il comportamento dell’infermiere al suo diretto superiore responsabile del reparto.
    Ha ricevuto un forte richiamo e poi si è umiliato chiedendo e ripetendo: “scusa, scusa… “

  5. Notizie che riscaldano il cuore e che costruiscono una speranza per il futuro del genere umano.
    Ho il piacere e il privilegio di conoscere la dottoressa Impastato; credo che possa tranquillamente tenere un corso accademico di empatia. Il che, unito alle brillanti competenze professionali mi induce a sperare che non ce la portino via da Sciacca.
    Grazie per la testimonianza.

  6. Deplorevole il comportamento di quel medico, personalmente ho avuto cura e attenzione da parte della dottoressa Caracappa,ora posso ringraziarla pubblicamente.
    Antonino

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