L’Ospedale di Sciacca sta bene, il che non significa che non abbia delle criticità (bontà sua…!)

Lo afferma Mario Zappia, commissario straordinario dell’ASP di Agrigento, in una intervista concessa oggi a conclusione della conferenza stampa da lui indetta per illustrare lo stato della sanità agrigentina.

La dichiarazione del manager della sanità agrigentina fa il paio con quella, anch’essa recente e ormai famosa, del parlamentare regionale presidente della Commissione Sanità dell’ARS: l’Ospedale di Sciacca è un gioiellino…

Quel che desta stupore è la siderale distanza di queste affermazioni degli esponenti istituzionali con l’opinione che la maggior parte dei medici che vi lavorano hanno oggi sullo stato in cui versa l’ospedale di Sciacca…

Opinione che, nella maggior parte dei casi, si guardano bene dall’esternare ai massimi dirigenti amministrativi e politici della sanità agrigentina, anche perché sono previste sanzioni disciplinari se parlano male dell’ospedale o di chi dirige la sanità, ma che non esitano ad esternare immediatamente su un piano più strettamente confidenziale.

Allora, salvo che Zappia e il presidente della commissione sanità dell’ARS non mentano sapendo di mentire, saremmo di fronte ad un problema ancora più grave: un pauroso scollamento tra istituzione e realtà, per effetto del quale chi sta al vertice e comanda non ha capito nulla della realtà che dovrebbe governare.

P.S. Dopo neanche un minuto dalla pubblicazione dell’articolo arriva in redazione questo commento da un medico ospedaliero:

“ Il fatto è che loro hanno perfettamente capito che noi (medici) lavoriamo sempre e
comunque… con o senza personale, con o senza attrezzature, con o senza presidi medici, con o senza rete internet. Sempre e comunque perché purtroppo (o per fortuna) noi abbiamo come interlocutori cui dare risposte, persone che stanno male, pazienti. E loro (dirigenti aziendali e politici) lo hanno capito perfettamente. Ora gli ortopedici hanno fatto una scelta professionale che li fa guadagnare molto di più senza lo stress dell’ospedale (turni, notti, urgenze senza nulla di come ti ho detto). Se lo potessero fare anche le altre specialità lo farebbero. Noi continuiamo a metterci la faccia (con i pazienti) mentre loro si vantano del nostro lavoro, diventato impossibile…”