Commoventi, strazianti, bellissime le parole che poco fa Gino Cecchettin ha dedicato alla figlia Giulia, in una chiesa gremita dentro e fuori, in occasione dei funerali.

Meritano di essere lette e ascoltate fino in fondo:

Abbiamo vissuto un momento di profonda angoscia, ci ha travolto una tempesta terribile. Ci siamo bagnati e infreddoliti, ma ringrazio tutti quelli che si sono stretti attorno a noi. Il vostro sostengo è quello di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili. Grazie al vescovo, alle forze dell’ordine e a tutte le istituzioni.

Giulia era come l’avete conosciuta, allegra e felice, una giovane donna, mai sazia di imparare. Dopo la perdita della mamma ha abbracciato la famiglia, e si è guadagnata anche il titolo di mamma. Era già una combattente, tenace nei momenti di difficoltà e il suo spirito indomito l’ha ispirata.

Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti. Mi rivolgo prima agli uomini: parliamo agli altri maschi, per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere. Non giriamo la testa di fronte a determinati gesti, anche i più lievi. Insegniamo ai nostri figli ad accettare anche le sconfitte, facciamo in modo che tutti rispettino la sacralità dell’altro.

Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne.

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ci priva del contatto dell’altro: è importante la connessione umana autentica, perché questa mancanza può portare a decisione tragiche. I giovani devono imparare a comunicare. La scuola ha un ruolo fondamentale. Bisogna investire in programmi educativi per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.

Io ti amo tanto, e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare. Voglio sperare insieme a te a alla mamma, e a tutti voi qui presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite, che un giorno possa germogliare e produrre il suo frutto di amore, di perdono e di pace. Addio Giulia, amore mio. Grazie per questi 22 anni“.

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