Le dimissioni odierne dell’assessore Francesco Sabella, in sede di formazione della giunta considerato espressione della componente politica vicina all’ex sindaca Francesca Valenti, offrono al consigliere comunale Giuseppe Catanzaro l’occasione di una presa di posizione dal contenuto squisitamente politico che, proprio per la fonte da cui proviene, assume una valenza non secondaria.
Giuseppe Catanzaro è stato infatti uno dei padri storici del movimento politico di Mizzica, di cui è espressione l’attuale sindaco, e di tale movimento una sorta di assiduo compagno di viaggio di Fabio Termine ideologo e di compagno di viaggio braccio destro dell’attuale sindaco. La sua recente rottura con Mizzica, con il conseguente passaggio all’opposizione in consiglio comunale, ha avuto tra le sue motivazioni proprio una mancata condivisione delle modalità di alleanza tra Mizzica da un lato e dall’altro il PD in generale e la componente dello stesso PD riconducibile all’ex sindaca Francesca Valenti.
Questo il contenuto dell’odierna presa di posizione del consigliere comunale ex Mizzica:
“Le dimissioni dell’assessore Sabella, successive a quelle di Fisco – dice Giuseppe Catanzaro – sembrano far riaffiorare nel centrosinistra locale vecchi vizi e vecchie abitudini. Instabilità governativa come costante, continui avvicendamenti di assessori, sindaci in balia delle solite dinamiche, impegnati a fronteggiare, oltre che le difficoltà della città, anche quelle provocate dalla loro coalizione. Niente di nuovo insomma. Come temevo, iniziano a palesarsi tutte quelle situazioni poco favorevoli al buon governo, tipiche dei governi di centrosinistra locale, manifestatasi negli ultimi decenni. Sono le stesse dinamiche che Termine contestava durante l’amministrazione Valenti e per le quali lui stesso si dichiarava stufo, specificando che non si faceva il bene della città dando priorità ai giochetti interni alla coalizione, a discapito della città stessa. Per lo stesso bene della città, oggi che le stesse dinamiche stanno per ripartire ma che, a differenza del passato, riguardano il sindaco e Mizzica direttamente, occorre dimostrare una netta discontinuità con l’amministrazione precedente. Occorre dimostrare che i soliti vizi, le solite abitudini che hanno riguardato il centrosinistra saccense, tra azzeramenti e poltrone vuote per settimane, capaci di erodere la credibilità di sindaci e progetti politici, stavolta non avranno la meglio su chi ha scelto di stringere una alleanza politica con le forze di sinistra locale, condividendone un progetto politico complessivo e non una semplice alleanza elettorale. In questo momento delicato dal punto di vista politico, spetta a Mizzica, dal mio punto di vista, in qualità di elemento politico nuovo dentro al centro sinistra, assumere un ruolo di rottura col passato rispetto alla coalizione stessa, assumendosi la responsabilità delle scelte assunte relative a questa esperienza amministrativa e politica, legata a doppio filo con Partito Democratico e Valentiani. Tocca a Mizzica dimostrare che dentro il centrosinistra si può governare serenamente senza farsi condizionare dai soliti mali tutti interni alle coalizioni stesse. Tocca a Mizzica chiedere, oggi stesso, al proprio sindaco di prendere in mano la situazione e congelare le dimissioni dell’assessore Sabella, quota Valenti. Tocca a Mizzica chiedere al proprio sindaco di stoppare, sin da ora, il decorso delle cose e di evitare la replica di un vuoto in giunta già visto con Fisco ed, in passato, con altre giunte di centrosinistra, che alla città fa tutto fuorché che bene. Ma soprattutto tocca adesso dimostrare di avere detto la verità ai propri elettori sui “valentiani” e sul peso specifico politico che avrebbero rivestito dentro la coalizione. Mizzica dimostri che i valentiani dentro la coalizione peseranno poco, come detto agli elettori per settimane. Se, infatti, alla fine si scoprirà che i valentiani pesano più di Mizzica nel condizionare le dinamiche politiche interne alla coalizione, allora si è davvero preso in giro tutti al solo scopo di vincere le elezioni. Tocca a Mizzica dimostrare, in ultima analisi, che la scelta di trasformare una alleanza che poteva essere solo amministrativa in un progetto politico unico con il Partito Democratico, attraverso il voto compatto alle scorse regionali sul simbolo PD, conoscendone pregi e difetti, alla fine è stata la scelta giusta per sé ma, soprattutto, per la città.I prossimi passaggi ci diranno come stanno le cose”.