Lo spirito vero del Carnevale è il suo humus popolare. Non si concepirebbe altrimenti il successo che tra la fine degli anni 80 e nella prima metà degli anni 90 ebbero i carri di categoria B, i cosiddetti minicarri.
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La possibilità di partecipare alla sfilata con un semplice bus come nella foto quella del minicarro mitico “Gli emigrati”, senza copione e con costumi improvvisati fu la molla che, di anno in anno, rese la partecipazione di queste piccole entità di spettacolo, sempre più numerosa. Era prodigioso assistere alla crescita a dismisura dei partecipanti ai minicarri, giorno dopo giorno. Sì, perchè i ragazzi, nell’arco delle 24 ore, si procuravano facilmente i costumi adatti.
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Pensiamo agli emigranti: un valigia di cartone, un pantalone di velluto, una giacca usata di papà o nonno. Il gioco era fatto. Non costava nulla e consentiva di sfilare per tutti i giorni di Carnevale insieme agli amici e divertirsi come matti cantando a squarciagola un inno, strettamente in dialetto, con delle frasi che diventavano un tormentone. “Lu scecu chi cè cca” “Cantanu e currinu” “Maruni? Nooo! Tistetta!” “Senti chista e va cucati” “Zoccu nasci si vattìa” Quindi , se il giovedì’ , al seguito del minicarro c’erano cento ragazzi, la sera del venerdì erano il doppio…e così via.
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E ancora “I pompieri” con “Astuta stu focu e pigghia sta pompa” che è stato adottato poi per il rogo di Peppe Nappa. Erano un esercito, una folla incontenibile. “T’a rassi nna scuzzata!” “Ciucciati il calzino” Chi di noi non ha cantato, almeno una volta, questi motivi? La mia memoria non basta però per ricordarli tutti , anche se l’impagabile Pippo Verde, nella sua opera “Cannalivari” li enumera uno per uno. Ho cercato e ho chiesto le foto di allora, ma ne ho trovato solo poche. Compositori degli inni dei minicarri? Una miriade di autori. I più attivi: Accursio Sclafani, Michele Bruno, Pasquale Sabella, Pippo Graffeo, Michele Termine, Vincenzo D’Asaro, Nicola Maietta, Baldo Sclafani, Calogero Gulino. Non posso enumerarli tutti. Lo ha fatto Pippo Verde nella sua preziosa pubblicazione già citata. Erano gli inni la vera forza dei minicarri.
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Il successo di questi carri di seconda categoria era incontenibile, al punto da preoccupare gli organizzatori del Carnevale. Quella folla di ragazzi intasava la sfilata e la ritardava, se teniamo conto che , all’epoca c’erano dai 12 ai 14 carri in sfilata. Ma portavano tanta allegria e tanta vita. Si sono “estinti ” nel 2010. Un vero peccato, secondo me. Erano il vero spirito del Carnevale. Spontaneo, allegro, spensierato, popolare.
Sarebbe educato che chiedesse il permesso prima di appropriarsi delle immagini di proprietà altrui.
Un caro saluto, Filippo Marinelli. Proprietario delle foto.
Non si aspettava altro si decideva quasi al momento di quale minicarro fare parte ma in realtà andavi a ballare sotto ogni minicarro perché il divertimento era genuino…ho riconosciuto le foto fatte (e moltre altre ne sono conservate) da mio papà Nino Levatino che era appassionato di foto e del carnevale.
Effettivamente era proprio così,io ci partecipavo personalmente con un gruppo di ragazzi facevamo il carro di categoria b Ciccio russo, Vincenzo certa e tanti altri comunque erano altri tempi
Ci divertiamo tantissimo le serate a preparare tutto e nei giorni delle sfilate ancora di più.Quando il calcio era uno sport uno dei mini carri che ricordo in questo momento con Gullit e Maradona potragonisti indiscussi
Fiera e orgogliosa di averla avuta come insegnante.
Grazie per aver estrapolato degli scatti a noi cari , che il nostro compianto papà (Nino Levatino) , nel corso degli anni più belli del carnevale, ha saputo regalarci.
Amatore dei carri, dei gruppi , che immortalava con passione e pazienza, aspettando il passaggio di tutti i partecipanti dal primo all’ultimo, dal corso Vittorio Emanuele ; posizionato di buon ora sul balcone di cari amici nostri .
Lei cara , oltre a essere una valida prof.ssa, è dedita al giornalismo , creando articoli su diversi temi e in questo caso il carnevale, al quale ha
contribuito , dando un tocco di raffinatezza e di ricercato gusto , insieme ai componenti
dell’associazione ” La GIara ” .
Abbiamo fatto parte dei gruppi del carri e ne portiamo nel cuore il ricordo .
Abbiamo tutti una grande nostalgia e auspichiamo il ritorno al centro storico, della nostra unica e originale manifestazione, che purtroppo è stata snaturata dalla brama del Dio denaro .
Ahimé però non possiamo più vantarci del carnevale più antico di Sicilia, perché nn svolgendosi più tra le mura della città, ha perso la sua bellezza e unicità.
Buon carnevale a tutti .
Con affetto e stima la sua alunna Francesca Levatino.
Grazie levb ♥️