L’Ospedale di Sciacca Giovanni Paolo II continua a costituire fonte di appelli e richieste di aiuto che evidenziano uno stato comatoso senza alcun segnale di miglioramento, che delineano anzi un orizzonte sempre più scuro nel quale ormai in tanti intravedono i segnali di un declassamento e della chiusura di molti reparti. Insomma, una sorta di lenta agonia.
Le seguenti segnalazione di cittadini riguardano l’ortopedia e la neuropsichiatria.
“Mia mamma, di anni 86, la mattina del lunedì di Pasquetta cade e si rompe il femore. La portiamo in Pronto Soccorso ma, avendo capito che di ortopedici per operarla non ne sarebbero venuti, ho firmato la richiesta di dimissioni chiamando un’ambulanza privata per portare mia mamma al Civico di Palermo: dopo varie complicanze e dopo quattro giorni è stata operata con esito positivo.
Ora mi chiedo? Ma quante persone hanno la lucidità di prendere decisioni così importanti di trasferire il proprio familiare dal Pronto Soccorso alla migliore destinazione ospedaliera possibile da raggiungere? Quante persone hanno la possibilità di pagarsi l’ambulanza?
E chi questa possibilità non ce l’ha?
Venerdì 5 aprile era tra l’altro l’unico giorno che in ortopedia si sarebbe dovuto operare a Sciacca e ho saputo che gli interventi chirurgici sono saltati per mancanza di ortopedici. Praticamente mia mamma sarebbe morta…
È UNA VERGOGNA!! Quando per mancanza dei medici non viene garantito il diritto alla salute per essere curati è finita LA DIGNITÀ UMANA”.
La situazione dell’unità complessa di ortopedia dell’Ospedale di Sciacca non fa registrare, come era prevedibile, sostanziali novità in ottica di soluzione sostanziale dei problemi. È stata messa una pezza grazie alla convenzione con il Civico di Palermo, in forza della quale due chirurghi ortopedici vengono a Sciacca di solito due giorni la settimana, convenzione che è scaduta il 31 marzo ed è stata rinnovata fino a giugno. Ma con quali prospettive di soluzione del problema?
Quando si verificano episodi di fratture che comportano un certo grado di urgenza la situazione di grande disagio che si verifica è sempre quella ben descritta nella segnalazione di cui sopra.
Passando a un’altro fronte quello della neuropsichiatria, si sono recentemente registrate le dimissioni del dirigente medico dr. Luigi Scandaglia, con la conseguenza che psichiatri nella parte ospedaliera ne è rimasto uno soltanto (il dr. Carmelo Gennaro, che andrà in pensione a gennaio 2025), supportato soltanto da un medico già pensionato in regime di libera professione che copre la fascia oraria della mattina.
In pianta organica dei servizi territoriali di neuropsichiatria (comprensiva della parte ospedaliera), distretto di Sciacca e Ribera, sono previsti 19 dirigenti medici, oggi sono soltanto in tre, più il libero professionista, e con le prospettiva del prossimo pensionamento del dr. Gennaro.
A proposito di psichiatria si registra la seguente segnalazione fatta dall’Associazione Crescere Insieme ONLUS e inviata al Commissario straordinario Dott. Giuseppe Capodieci, al responsabile URP ASP AG e a Cittadinanza Attiva – Tribunale per i Diritti del Malato:
“La vita dei familiari di persone con disabilità in generale e affette di autismo in particolare non è semplice e per molti versi drammatica, specialmente se si abita in provincia di Agrigento.
Sono una mamma di un ragazzo autistico grave, e faccio parte dell’associazione Crescere insieme ONLUS di Sciacca.
Oggi sono andata all’Asp adulti malati mentali della mia città e ho trovato una situazione insostenibile e insopportabile: all’Asp adulti è rimasto un solo medico neuropsichiatra che deve gestire un’ utenza fragile e ad alto rischio. Questo medico deve occuparsi infatti dei casi di bulimia , anoressia , carcerati, psicopatici, alloggi, autistici e dulcis in fundo se rimane tempo ci sono i famigliari con ansie e disturbi mentali vari.
Nel nostro territorio soffrire di malattia mentale è una tragedia nella tragedia. E se hai un ragazzo autistico grave il rischio del baratro, senza sostegno sanitario è sempre dietro l’ angolo per chi come me assiste il proprio figlio H24.
Dopo aver compiuto la maggiore età si diventa invisibili e ora non c’è neppure la sanità che ci garantisce.
Ci chiediamo soltanto:
che fine hanno fatto i parlamentari regionali che si erano dichiarati disponibili a difendere le ragioni della società civile scesa in piazza a fine 2023 per difendere le ragioni dell’ospedale di Sciacca? Si aspetta solo che il nuovo piano territoriale della sanità siciliana certifichi il sostanziale smantellamento di quello che fu un ospedale azienda e che la politica siciliana non ha mai voluto riconoscere per quel che sulla carta è ancora in DEA di primo livello?
Che fine hanno fatto i buoni propositi di lavorare per quella Stroke Unit di cui il Giovanni Paolo II doveva essere dotato e che la dirigenza Zappia ha ostacolato in ogni modo?
Chi andrà a votare per le prossime elezioni europee di ricorderà di quanto male si è fatto al territorio di Sciacca in termini di servizi sanitari?