Chi non è avvezzo agli oscuri meandri della politica avrà sicuramente qualche difficoltà a comprendere il reale significato di quanto avvenuto ieri sera in aula consiliare sul punto all’ordine del giorno “proposta di delibera di iniziativa consiliare riapertura Terme”.
Chi non è avvezzo agli oscuri meandri della politica avrà sicuramente qualche difficoltà a comprendere come dietro a un semplice sostantivo declinato al plurale si possa nascondere l’intenzione di qualcuno di mettere in secondo piano un percorso civico importante, una identità ben definita.
Cercheremo allora di raccontarvi i retroscena di quello che la presidenza del consiglio comunale di Sciacca e le forze politiche di opposizione hanno motivato come una semplice scelta terminologica di “fare sintesi”, mentre invece dietro la declinazione di una parola al plurale piuttosto che al singolare ci sta da tempo una ben precisa volontà politica di “annacquare” e rendere meno distintivo il ruolo svolto sulla questione termale dal Comitato Civico Patrimonio Termale di Sciacca, nonostante sia sotto gli occhi di tutti.
Tutto inizia quando nella riunione dei sindaci del territorio venne decisa l’adozione da parte di tutti i consigli comunale del comprensorio agrigentino di un atto deliberativo comune e uniforme sulle Terme di Sciacca.
Il Comitato Civico Patrimonio Termale veicola allora al sindaco Termine e al presidente Messina la richiesta che lo stesso Comitato venga indicato, nell’atto deliberativo che i consigli comunali adotteranno, tra i soggetti indicati per partecipare al tavolo di regia istituito dal Presidente della Regione per il rilancio del termalismo, in funzione del significativo contributo fornito dal Comitato Civico e culminato con la mobilitazione civica e popolare del 6 marzo.
Quando alcune settimane addietro viene portata in aula la bozza dell’atto deliberativo che dovrebbe essere adottato dai consigli comunali, preparata personalmente dal presidente Messina, la stessa non contiene però alcun specifico riferimento al Comitato Civico Patrimonio Termale di Sciacca.
La consigliera comunale del gruppo di Mizzica, Daniela Campione, si accorge di questa mancanza, forse in virtù della sua estrazione personale più civica che politica, interviene in aula e ne chiede la modifica, ma il presidente Messina preferisce a qual punto rinviare la questione all’esame della prossima conferenza dei capi gruppo.
In questa sede, immediatamente prima della seduta consiliare di ieri sera, la consigliera Daniela Campione ha riproposto l’inserimento nel testo da portare in delibera di un espresso riferimento al Comitato Civico Patrimonio Termale, in particolare nella parte in cui si chiede al Presidente della Regione che la comunità locale sia rappresentata al tavolo regionale.
La richiesta di Daniela Campione viene però in conferenza dei capi gruppo sostanzialmente respinta dalle forze politiche di opposizione, e il testo che arriva in aula contiene solo un generico riferimento a “Comitati e associazioni”…
Solo un’opportuna sintesi linguistica, come viene motivata?
E’ difficile crederlo, anche perché l’espressione “Comitati e associazioni” è proprio quella che Ignazio Messina ha sempre utilizzato con riferimento alla componente civica della vertenza termale.
E’ difficile crederlo, visto che in Sicilia il Comitato Civico che si occupa di Terme è uno ed uno solo, ragion per cui adoperare insistentemente il plurale con un riferimento del tutto generico a “Comitati” esprime probabilmente una ben definita volontà politica di creare nebbia e confusione sull’identità e sul ruolo svolto da quell’unico Comitato che è il Comitato Civico Patrimonio Termale.
E’ in questo momento che ieri sera la questione terminologica assume in aula consiliare una inattesa rilevanza, di natura prettamente politica, perché quello che c’è in gioco è il rapporto stesso tra politica e società civile rappresentata da quel Comitato Civico Patrimonio Termale, che questa rappresentatività se l’è conquistata sul campo con un’azione quinquennale. Quello che c’è in gioco è una politica talmente miope da non riuscire a comprendere come un Comitato Civico che riesce a mobilitare diecimila persone sia un alleato, e non un competitor.
La consigliera comunale Daniela Campione getta il sasso nella stagno, esprimendo pubblicamente il proprio disappunto per il fatto che la conferenza dei capi gruppo non ha voluto accogliere la sua proposta di richiedere espressamente una rappresentatività del Comitato Civico, dell’unico Comitato Civico, nel tavolo regionale.
Alcuni consiglieri comunali sembrano non voler capire le parole della Campione o forse non le capiscono proprio.
Il consigliere di maggioranza (politica) Fabio Leonte chiede allora una breve sospensione, motivandola con l’esigenza di evitare il rischio di una divisione in consiglio comunale sull’argomento Terme, mentre forse un plurale che diventa singolare può risolvere il problema.
Apriti cielo: il consigliere Gaetano Cognata (FdI) abbandona l’aula perché indignato che si stia mettendo in discussione qualcosa già deciso dalla conferenza dei capi gruppi, il presidente Messina gli fa eco dichiarandosi anche lui in disaccordo con la sterzata impressa da Leonte.
Ma quando riprendono i lavori viene approvata all’unanimità la modifica concordata con la sospensione richiesta da Leonte: non più “Comitati” ma “il Comitato Civico” nella delibera di iniziativa consiliare “Riapertura Terme” approvata anch’essa all’unanimità, con il consigliere Gaetano Cognata che rimane fuori dall’aula.
Questo io testo completo dell’atto deliberato: