Ha fatto il pienone ieri sera, alla Multisala Badia Grande, il terzo appuntamento con la Rassegna teatrale “TEATRO IN BADIA”, promossa da TeatrOltre, la compagnia diretta da Franco Bruno.

Lo spettacolo ha visto esibirsi sul palcoscenico due dei più qualificati ed apprezzati artisti saccensi, Salvatore Catanzaro e Accursio Antonio Cortese.

Il maestro Cortese al pianoforte e Salvatore Catanzaro come voce cantante e recitante hanno dato vita a un bellissimo spettacolo di teatro-canzone, su testi e musiche di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, che ha voluto celebrare l’attore e il cantante Giorgio Gaber nel ventennale della sua morte.

Nell’introdurre la serata, il presidente Franco Bruno ha voluto evidenziare l’adesione della sua associazione culturale alla causa delle Terme di Sciacca portata avanti dal Comitato Civico Patrimonio Termale, esprimendo compiacimento per il riconoscimento che tale azione ha ottenuto nella recentissima deliberazione del consiglio comunale, e ha recitato di par suo una piccola parte del poemetto in dialetto sulla storia delle Terme di Sciacca scritto da Pippo Graffeo per le scuole.

Ma ritorniamo allo spettacolo del duo Catanzaro-Cortese, denominato “LA PAROLA IO”, dal titolo di questa canzone di Gaber:

Lo spettacolo è liberamente adattato da testi e musiche del vasto repertorio gaberiano, mantenendo la struttura del suo teatro – canzone e con una scelta dei brani che è stata fatta per portare sulla scena tre temi principali: il rapporto uomo-donna, la politica nella nostra società, l’esplorazione dell’io.

A partire dai brani del più datato album Dialogo tra un impegnato e un non so (1972) sino all’album esclusivamente musicale Io non mi sento italiano (2023).

Temi che spiazzano per la loro attualità, attraverso il teatro-canzone, che non è solo musica, che non è solo prosa e/o poesia dei testi, ma l’unione di forme artistiche che trasuda umanità, ponendo al centro dell’attenzione di tutti il pensiero.

I due artisti saccensi hanno ammaliato il pubblico non solo con la loro grande bravura, ma anche con il messaggio che trasuda da ogni brano del repertorio gaberiano. La voce calda di Salvatore Catanzaro ha poi sfumature che richiamano straordinariamente quelle di Giorgio Gaber, aggiungendosi così anche l’emozione del ricordo del compianto grande cantautore e uomo di teatro.

Un esperimento, questo spettacolo di Cortese e Catanzaro, sicuramente riuscito, che merita visibilità e successo.

Ve ne proponiamo, con tutti i limiti dì fedeltà di una riproduzione video, alcuni frammenti:

E per finire… LA LIBERTÀ:

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