Non è mai troppo presto per far conoscere ai bambini il nostro patrimonio storico e monumentale. Ha solo 4 anni la piccola Lara, ma, come tutti i bambini della sua generazione, la sua vivacità e la sua intelligenza sono messe costantemente alla prova dalla sollecitazioni che riceve dal suo ambiente familiare e scolastico. Frequenta la Scuola Materna del Primo Circolo Didattico nel plesso di Via Catusi.
In questi giorni la sua maestra ha parlato a lei e ai suoi compagnetti di Filippo Bentivegna e del suo Castello Incantato. Attraverso due laboratori propedeutici, uno musicale e uno di ceramica , Lara ha potuto approcciarsi a un personaggio affascinante per la sua unicità artistica, ma soprattutto ha potuto conoscere un “posto” di Sciacca così unico e originale. Un personaggio problematico, per molti versi. Ma grazie alla sensibilità della sua maestra, quell’aspetto problematico è stato adeguatamente “sfumato”.
La storia di Filippo lei l’ha raccontata al suo rientro a casa con grande trasporto emotivo e con entusiasmo, con parole sue, ovviamente, con le parole di una bambina della sua età. Quel personaggio l’ha affascinata, più di tanti eroi dei cartoni di oggi. Quelle teste così simili ma mai uguali, quelle espressioni strane e misteriose.
E quando finalmente, dopo il lavoro fatto in classe, la maestra ha portato la classe a visitare il Castello Incantato, la sua gioia è stata immensa. In una splendida giornata di sole, i bambini hanno spaziato nei vialetti dove si affacciano quelle teste che loro stessi avevano provato a riprodurre, con la loro fantasia, in classe. Così, Filippo Bentivegna con le sue teste è diventato un personaggio da amare e il suo Castello, un luogo del cuore per questi piccoli studenti. Obiettivo raggiunto!
Un plauso personale alla Scuola di oggi, che pur fra tante difficoltà, procede nella direzione giusta di far conoscere ai bambini e ai ragazzi il nostro territorio, la storia locale, il nostro patrimonio artistico e i monumenti. Bravi i Dirigenti e le Maestre che ho scritto con le maiuscole perchè molto spesso c’è chi arriccia il naso per le eccessive “trasferte” dei bambini fuori dalle aule scolastiche. Approviamo un sistema scolastico che esca quotidianamente nell’ambiente per elevare i suoi patrimoni e le sue risorse in aule didattiche “decentrate”. Come dire, il “mattone” (la città e i suoi monumenti) e il “ciuffo d’erba” (il paesaggio naturale) come segni di cultura, come alfabetieri linguistici e multiblocchi logici. Come primi libri di lettura, come primi abbecedari di comunicazione e di conoscenza.