E’ iniziato con dolcezza l’incontro con la Prof.ssa Marina Castiglione. Con un vassoio di cucchitelle, il nostro dolce tipico. Abbiamo appreso la tesi della ricercatrice sull’etimologia della parola “cucchitella”. Un modo originale e accattivante per attirare l’attenzione di un vasto uditorio trasversale presente. Tra le sue tantissime pubblicazioni, alcune ci informano infatti non sugli ingredienti dei piatti tipici , bensì sul lessico alimentare.
E’ stato un incontro davvero interessante e stimolante, quello tenutosi ieri pomeriggio a Palazzo Lazzarini, organizzato da Ornella Gulino della Ubik di Sciacca, condotto dalla Prof.ssa Gisella Mondino e arricchita da alcune esecuzioni dal vivo di Ezio Noto, Totò Randazzo e Francesco Less.
Il suo abecedario destinato a bambini del terzo millennio ha come protagonista Rosinella, una ragazzina che cerca tra le lettere dell’alfabeto le parole più evocative del siciliano. E ogni parola si porta dietro una lunga storia culturale da cui le famiglie, dice Castiglione, hanno cominciato ad allontanarsi quando si sono convinte che l’uso del dialetto fosse segno di ignoranza, rozzezza, volgarità. È passata così in secondo piano la sua storia antica arricchita dalle mescolanze con il greco, l’arabo, il normanno, il castigliano, il catalano.
Nonostante ciò, il siciliano si può ritrovare in alcuni ambiti comunicativi, e da qui Castiglione lo riprende e lo contestualizza in una canzone popolare, in una filastrocca o in un testo letterario. L’esercizio quotidiano della pronuncia delle parole serve, secondo la Castiglione, a recuperare anche un ricco patrimonio fonetico. Marina Castiglione, ordinaria di Linguistica italiana all’università di Palermo, si occupa di dialettologia siciliana e di corsi e progetti nelle scuole per la salvaguardia del patrimonio linguistico. Un percorso che stimola la riflessione sulla vita e sulla decadenza del dialetto siciliano, soppiantato dall’uso quotidiano di una lingua sempre più omologata. “Ma la lingua è movimento. E Come va, potrebbe tornare…”