Ci sono persone, studiosi del nostro territorio, che il passare del tempo ha coperto con la nebbia della dimenticanza. Così è successo per Luciano Rizzuti, caltabellottese vissuto a Sciacca, acuto ricercatore che, come afferma Enzo Mulè è ancora una volta “dimenticato e vituperato”, pur essendo i suoi scritti consultati da storici e archeologi di tutto il mondo. (Il suo “Medioevo Ellenico”, tradotto in inglese, si trova nella New York Public Library.)

Laureato in filosofia, la sua prematura scomparsa, il 19 Novembre del 2012, ha interrotto una brillante carriera di appassionato ricercatore, portata avanti negli anni e incrementata dopo aver concluso il suo percorso di docente, prima in Sardegna , a Urzulei e Tortolì, e poi in vari centri dell’agrigentino fino a Sciacca, alla Scuola Media “Inveges” dove ha insegnato dal 77 al 97, meritandosi la stima di colleghi, alunni e genitori. Garbato e sempre sorridente, si circondava di tanti amici che lo adoravano per la sua affabilità. A Luciano va il merito di aver adoperato una metodologia che oggi va sotto il nome di role playing, un’attività dinamica e coinvolgente che porta gli studenti a calarsi nei panni di personaggi diversi, in modo di imparare in modo vivace e interattivo. Grazie a Luciano, gli studenti esploravano ruoli diversi: diventavano chiunque, da eroi letterari a figure storiche. Una immersività che  favoriva la comprensione di culture e prospettive diverse, permettendo l’apprendimento sotto diversi punti di vista.

Caltabellotta, le sue origini, la sua storia , le leggende, il territorio, i siti archeologici, erano legati a Luciano come un cordone ombelicale mai tagliato. La sua passione per l’archeologia lo aveva avvicinato, negli anni a Primo Veneroso, con cui condivideva lunghe escursioni e passeggiate “culturali”. Ma anche il mondo agro-pastorale , legato a ricordi di un’infanzia felice, in una società giusta, laboriosa, a contatto con la natura; gli studi sul dialetto di Caltabellotta; il rapporto tra le generazioni e i personaggi storici, legati alla storia della sua città, tra cui il suo studio sulla Regina Sibilla, che non ha potuto terminare.

Ha pubblicato per la casa editrice Salvatore Estero: Camico, topografia di una fortezza (2004) Triokala (2006) Il Medioevo Ellenico (2009) Una vacanza con il nonno (2010) L’uomo e il mito (2012) Ha curato con proposte di lavoro per gli alunni il testo: “Novelle” di Giovanni Verga (2010)

Un autore che va riscoperto, uno studioso appassionato che andrebbe valorizzato e che ci siamo permessi di ricordare con affetto e grande stima.

3 pensiero su “Luciano Rizzuti: Caltabellotta nel cuore e negli scritti”
  1. Persone così interessanti meritano di essere sempre ricordati e non relegati nel dimenticatoio. Brava Flavia e complimenti per l’articolo molto interessante 👏👏

  2. Su Luciano Rizzuti vorrei dire la mia essendone stato amico ed estimatore da sempre… Dimenticato non credo e “vituperato” sicuramente mai!
    Dico subito che da circa un anno e mezzo è stata presentata, da me e da altri amici al Comune di Caltabellotta e da quest’ultimo sia alla Prefettura di Agrigento che all’Istituto di Storia Patria di Palermo, la Delibera di Giunta per la intitolazione di uno spazio urbano a suo nome. Purtroppo la burocrazia, che ci affligge in ogni settore della Pubblica Amministrazione, non ha permesso finora di portare a termine tale pratica, malgrado i numerosi solleciti a diversi livelli. In verità la Prefettura di Agrigento attende da mesi il Nulla Osta da parte dell’Istituto di Storia Patria di Palermo (non essendo ancora abilitata la Sezione di Agrigento), che in sostanza è “chiuso” e viene gestito da un volontario di 92 anni quando qualcuno ve lo accompagna.
    Questi i fatti fino ad oggi e quindi mi chiedo, con amarezza, per quali fini si tiri in ballo Luciano portando avanti inutili polemiche.
    Giuseppe Rizzuti

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