Pubblico delle grandi occasioni , ieri sera all’Arena della Badia Grande, per la prima di “Inshallah” dell’Associazione Culturale Cine Micron. Sul palco: Giovanna Maria Craparo, Alessandro Di Stefano, Enza Licata, Valentina Maniscalco, Valentina Navarra, Monica Pavan, Gloria Sanfilippo.
Il Teatro ,con decisione, è entrato nel quotidiano, ne ha assorbito tutti gli aspetti, anche i più complessi e non decifrati completamente. La finzione scenica si è proposta quale lente d’ingrandimento del vissuto squarciando il velo su argomentazioni anche scomode, dando voce all’invisibile cercando di approfondire e di proporre possibili riflessioni. Le storie drammatiche dei migranti di oggi, sempre più presenti con titoli altisonanti in notiziari e giornali, sfuggenti in un quotidiano velocissimo tra pillole social e chiacchiere da bar, su di un palcoscenico si fermano, sono diventate vive, e hanno raccontato al pubblico che non si può più ignorare quanto continua ad accadere in tutto il mondo.
Ciascuno degli attori ha interpretato una vicenda drammatica in prima persona ma anche coralmente, da migrante o da persona vicina al suo dramma perchè , comunque , vi è coinvolto a diverso titolo, dal soccorritore, al medico, al seppellitore, al singolo abitante di un’isola che non può non essere Lampedusa. La strada della rappresentazione teatrale delle vicende connesse al migrante si rivela quindi un’efficace possibilità di avvicinamento ad un tematica così complessa e molto estesa nello spazio e nel tempo e così delicata. Sulla scena, gli attori, scossi dalla vita che si infrange sulle onde di un destino impietoso, traballanti su quella scena nuda, dentro un barcone immaginario in balìa delle onde, quasi a rappresentare la fugacità di una condizione capace, tuttavia, di andare oltre, di resistere, di sopravvivere. Dopo il violento scuotimento, tornano nella posizione eretta. Non si abbattono. Le radici li sostengono e tornano eretti e leggeri, ancora pronti a subire l’assalto della tempesta e la violenza dei naufragi. Affrontare l’immigrazione sotto le luci di un palcoscenico, coi riflettori puntati su un tema tristemente attuale e costantemente fonte di polemiche, disinteresse, egoismo della classe politica è stata una scelta coraggiosa da parte di Ignazio e Simone, due giovani talentuosi che da qualche anno arricchiscono con la loro associazione e con il loro laboratorio teatrale il nostro panorama culturale, battendosi per avere un teatro vero, una struttura in grado di far crescere i giovani di questa città sulle tavole di un vero palcoscenico.
Pubblico entusiasta al termine della rappresentazione ha salutato con grandi applausi tutti gli attori, molti dei quali al loro primo laboratorio teatrale e i due registi, Ignazio Raso e Simone Peronace. Torneranno in scena il 21 con un altro lavoro che si preannuncia altrettanto interessante. Ci saremo.