Seconda giornata, molto intensa, ieri al Letterando in Fest 2024 di Sciacca.

Due gli appuntamenti in programma che, in particolare, hanno richiamato l’attenzione di un pubblico davvero numeroso.

Il primo, intitolato INDIETRO NON SI TORNA. IL 7 OTTOBRE, LA GUERRA SU GAZA è stato una interessantissima conversazione sulla guerra e la perdita di umanità, sui diritti e le regole, sulla cura degli altri e le responsabilità, magistralmente dialogata tra il giurista Giovanni Di Leo e la direttrice artistica del festival Paola Caridi, autrice di quel libro Hamas. Dalla Resistenza al Regime edito da Feltrinelli, nel quale Paola Caridi ha messo a frutto la sua profondissima conoscenza del mondo arabo e palestinese, anche per averci vissuto dieci anni della sua vita, e che fa di lei una dei maggiori “esperti” della questione palestinese, tant’è che è stata recentemente più volte ospite di Lilli Gruber nel seguitissimo “8 e 1/2” su La7.

La conversazione è stata ricchissima di spunti assai stimolanti alla riflessione, arricchita dalla competenza giuridica sul diritto umanitario di Giovanni Di Leo e dalla testimonianza della giovane volontaria Sofia Lamanna, che nei cosiddetti “campi” profughi ci ha vissuto ed operato.

Il secondo appuntamento che ha riscosso l’interesse di un pubblico delle grandi occasioni, anche istituzionale, è stato quello con il Procuratore Capo di Palermo, Maurizio De Lucia, che con il giornalista inviato speciale di “Repubblica” Salvo Palazzolo è autore del libro che prende titolo da “LA CATTURA” di Matteo Messina Denaro, con riferimento alla quale il magistrato ha guidato le indagini e il pool che hanno portato all’arresto del più famigerato killer mafioso, dopo una trentennale latitanza.

La conversazione con l’alto magistrato e con il noto giornalista palermitano è stata magistralmente condotta da Massimo D’Antoni, come sempre maestro di stile e di sapienza giornalistica.

Le parole di De Lucia e di Palazzolo hanno avuto il merito di mettere in particolare evidenza come la lotta alla mafia vada condotta non solo a livello investigativo, ma anche e sopratutto a livello culturale come anche di sviluppo virtuoso dei territori sotto il profilo sociale ed economico. Anche il linguaggio con cui di racconta la mafia va cambiato, ha detto Palazzolo, occorrono parole nuove per una narrazione della fungevole realtà mafiosa, così come del concetto di legalità che richiede di essere coniugato con quello giustizia, affinché il più autentico senso della giustizia diventi un patrimonio comune dell’intera comunità civile.

Prima di questi due incontri c’era stato un altro bellissimo momento, l’incontro con Chiara Bianchi e il suo romanzo d’esordio, “IL CANTO DELLA FORTUNA”, dedicato alla saga della famiglia di Angelo Rizzoli, imprenditore che nel campo dell’editoria e della produzione cinematografica è stato in assoluto uno dei grandi protagonisti della storia dell’imprenditoria italiana.

Il libro è edito dalla UBIK, la cui libraia di Sciacca, la poliedrica Ornella Gulino, è oggi una colonna portante del Letterando in Fest.

Chiara Bianchi ha assai piacevolmente conversato con Agnese Sinagra e Maria Grazia Catania, raccontando i tanti aspetti della vita di Angelo Rizzoli, una vita che ha già di per sé tutte le caratteristiche di un avvincente romanzo, che spazia dalle condizioni di povertà in cui nasce, passa attraverso la sua esperienza nell’orfanotrofio Martinitt di Milano dove impara a fare il tipografo e conosce la donna che sarà sua moglie, poi le crescenti tappe del suo successo imprenditoriale che lo conducono ad una sorta di “doppia vita” tra Milano e Roma, fino al premio Oscar con “8 e 1/2” di Federico Fellini, al suo straordinario rapporto con i dipendenti e con il denaro, quello assai particolare con la moglie, i figli e i nipoti, fino alla scoperta di un luogo che ad Angelo Rizzoli deve la sua valorizzazione, l’isola di Ischia.

Chiara Bianchi racconta tutte queste cose, e le sue ricerche per ricostruirle, con grande sagacia e passione, coinvolgendo il pubblico presente.

Qui di seguito riportiamo due frammenti della narrazione, il primo dedicato alla ruolo della “fortuna” nel successo imprenditoriale di Angelo Rizzoli e ad alcune donne della sua vita, il secondo alla sua “scoperta” dell’isola di Ischia:

La serata si è conclusa con la riproposizione di “Sono le storie che fanno ancora paura ai mafiosi”, il momento di Teatro Oltre nella riuscitissima messinscena ispirata dalla storia di Lia Pipitone, con Franco Bruno Nicola Puleo.