Ci perviene in redazione la seguente lettera da parte di un nostro concittadino, che evidenzia una sorta di tassa che AICA richiede a quei cittadini che hanno l’abitazione non servita dalla rete idrica pubblica e che, in base agli accordi intervenuti tra il Comune di Sciacca e l’AICA, devono comunque censirsi presso AICA per poter richiedere l’autobotte.
Una segnalazione che, a nostro avviso, richiede un chiarimento da parte del Comune, possibilmente da fornire nostro tramite in risposta al nostro concittadino.
“Io abito in via CARCOSSEA , la mia zona non è servita dalla rete idrica e pertanto non sono contrattualizzato con AICA.
Stamattina mi sono recato in AICA per farmi censire, e come concordato con le linee guida comunali, poter ricevere le autobotti dopo aver segnalato ad AICA la mia richiesta di fornitura idrica .
Aica inaspettatamente mi chiede 63,32€ per un sopralluogo tecnico, per accertare che io NON sia effettivamente servito dalla rete idrica.
E qui sorge la mia rabbia, perché credo che sia ingiusto e lo chiamo furto, perché la rete idrica devi conoscerla tu AICA, che devi sapere che io non ce l’ho, non chiedermi 63 euro per accertarlo con un sopralluogo.
Gli ho anche fatto presente che è molto facile accertare la non presenza o meno di rete idrica, perché dai fogli catastali e dalla relativa particella si evince che la zona non è servita dalla rete idrica, ma l’impiegato mi ha risposto che questa scelta fa parte del protocollo siglato con il Comune.
Ritengo quindi che sia giusto far chiarezza sulla questione acqua, perché il sindaco non è stato chiaro con la città e la gente non deve apprendere di questi costi solo quando arriva allo sportello di AICA (e dopo tre ore di fila, perché in un momento di così grande emergenza idrica c’erano solo due impiegati per servire almeno 30 persone).
Inoltre non ci è stato chiarito dagli impiegati quanto costerà l’acqua per un rifornimento idrico.
Moltissime famiglie in città sono in questa situazione, spero che dopo questa segnalazione chi di dovere faccia chiarezza sulle modalità e costi di gestione del servizio, e che questa TASSA di 63,32 euro pagata per un sopralluogo che è interesse di AICA e non mio possa essere soppressa, perché essa viene a gravare sui cittadini e tanti di essi sono in condizioni economiche particolarmente disagiate .
Questo è quanto mi ha dato AICA stamattina dicendomi di fare il bonifico per il sopralluogo e poi di far pervenire, via pec, la seguente documentazione: documento di riconoscimento, codice fiscale, consenso ai dati, concessione edilizia, conformità dell’impianto idrico, copia del titolo di proprietà dell‘ immobile.
I 63,33 euro da pagare sono indicati come “diritti fissi di preventivo”, preventivo non si capisce di cosa, visto che non ho la rete idrica e mai l’avrò.
Sono andato a vedere la tabella F del regolamento utenza, e non c’è alcun chiarimento sul perché di questo “diritto fisso di preventivo”, e del perché chi non è raggiunto dalla rete idrica per censirsi ed accedere alle forniture con autobotte debba comunque essere tenuto a versare questo “diritto fisso di preventivo”. Cosa dovrebbero preventivare, se già si sa che la rete idrica è distante centinaia di metri?
Sarebbe bastato inserire, nella documentazione da fornire, una autocertificazione dove ognuno dichiara che non è servito da rete idrica e che, se dichiara il falso, in caso di controlli a campione verrà perseguito a norma di legge per dichiarazioni mendaci.
Invece hanno pensato bene di spillare quasi 65 euro a famiglia, per lucrare sul bene acqua in un momento di emergenza idrica. Di fatto hanno così privatizzato un bene pubblico come l’acqua.
Lettera firmata