Sarà certamente un incontro assai interessante quello di domani 21 giugno a Sciacca (ore 19 presso il Circolo Nautico “Il Corallo- Mimmo Marchica”) con Lorenzo Tosa, giornalista e scrittore molto seguito sui social e i cui post vengono molto spesso pubblicati sulla pagina facebook di ServireSciacca.
L’occasione viene offerta dalla presentazione del suo ultimo libro, “Vorrei chiederti di quel giorno“, che sta riscuotendo grande successo di lettori e critica, ed è già alla seconda ristampa.
Lorenzo Tosa, 40 anni, è un giornalista con una vastissima platea social. Con oltre 740mila follower e 1,2 milioni di persone raggiunte ogni mese, Lorenzo Tosa è il secondo giornalista più seguito in Italia (meglio di lui solo Andrea Scanzi), il che lo rende uno degli influencer più seguiti, apprezzati e anche discussi del web.
Il suo profilo facebook è una piazza virtuale in cui racconta le vite di donne e uomini noti e meno noti che, con atti di eroismo o piccoli gesti quotidiani, contribuiscono a costruire un’Italia e un mondo antirazzista, antifascista, antisessista, in difesa dei diritti umani e civili. Per questo ServireSciacca lo ospita frequentemente sulla propria pagina facebook.
In “Vorrei chiederti di quel giorno“ (Rizzoli) ricostruisce la giornata in cui suo padre l’accompagnò alla porta dell’asilo e poi si uccise. La morte violenta e auto inflitta privò Lorenzo di tutti gli altri ricordi relativi a suo padre. Vennero taciuti, rimossi, edulcorati. Finché l’autore non ha sentito il bisogno di fare luce sul suicidio del padre e da lì partire per ricostruire la sua figura. Costruendo un romanzo che è anche denuncia dello stigma che ancora circonda la malattia mentale. “Sapere o ignorare sono forme simmetriche di salvezza.” E in questo dittico contraddittorio e duellante l’innesco del racconto di Lorenzo Tosa. E l’inchiesta privata e corale su Bruno, suo padre, morto suicida il 2 aprile 1986, non può che partire dall’ultimo giorno e dalle ultime ore trascorse insieme. Lorenzo aveva solo due anni e mezzo, non può ricordarle ma può ricostruirle e in parte immaginarle, e da lì avviarsi nel lungo e tortuoso viaggio per ricomporre i pezzi di una storia finora taciuta, in un’operazione di omissione concordata messa in atto dalla sua famiglia. Lo farà parlando con chi Bruno lo ha conosciuto e amato, gli amici, i compagni, le donne della sua vita; ricorrendo alla memoria e ricucendo i frammenti di Bruno arrivati fino a lui, senza sconti per nessuno e per se stesso; scavando anche nelle proprie insicurezze di bambino, di giovane adulto e di genitore a sua volta, per rispondere all’urgenza di conoscere e raccontare suo padre. C’è quindi Genova in queste pagine, c’è l’Italia degli anni Sessanta e Settanta e la generazione della politica e della contestazione, il turbinare nell’aria e nei cuori di nuovi modi di stare insieme nell’amicizia e nell’amore, e lo scontro tra i padri e i figli che sarà la cifra forse più paradigmatica di quegli anni. Dentro la vicenda di Bruno Tosa, ragazzo di trentatré anni, c’è la riflessione, così attenta e delicata nelle parole di Lorenzo, sul crollo psichico che porterà all’esito della vicenda, sullo stigma che il disagio mentale ancora si porta dietro, sulla cronaca di una morte non annunciata. Un racconto spietato e tenero, composto di silenzi e urla rabbiose, di presenze, assenze e abbandoni. Un cerchio che si chiude, nella salvezza che solo il conoscere può garantire, avvicinandosi un pezzo alla volta «a quell’utopia che chiamiamo anche verità».
Così sul proprio profilo social Lorenzo Tosa ha parlato del suo nuovo e ultimo libro:
“Eccolo qui!
È con un’emozione non descrivibile che vi presento il mio nuovo libro.
In molti mi hanno chiesto in questi giorni:
“Ma di cosa parla il tuo libro?”
E a tutti ho risposto sempre la stessa cosa, senza tremori apparenti: è la storia di mio padre, morto suicida quando avevo due anni e mezzo.
E questo, fino a poco tempo fa, era quasi tutto quello che sapevo di lui.
Ci ho messo due anni per scriverlo.
Quaranta anche solo per immaginare di potere raccontare questa storia, impigliata in un oblio concordato che credevo di non avere il diritto di scalfire.
Ma è pure molto di più.
È il racconto degli anni ‘60 e ‘70 della politica e della contestazione che lui ha vissuto tra le fila di Lotta continua, e di come hanno finito per entrare nella traiettoria d’impatto degli anni ‘80. È la storia di un crollo dell’io e, insieme, di una generazione, nell’attimo in cui perde l’innocenza. Di padri e di figli, della salute mentale di cui prendersi cura e degli stigmi e dei muri che è arrivata l’ora di picconare.
E, in un modo che neanche potevo immaginare quando è cominciato questo viaggio, è la mia storia, forse un po’ di tutti NOI.
Ne è uscita, per distacco, la cosa più importante, faticosa, dolorosa, liberatoria che abbia mai scritto. Senza sconti per nessuno, in primis per me stesso.
Ho lasciato tutto qui dentro. Ora tocca a voi”.
Lorenzo Tosa a Sciacca ne discuterà con il giornalista Calogero Parlapiano e con il critico d’arte e scrittore Tanino Bonifacio; sarà l’attrice teatrale Maria Grazia Catania a leggere alcuni brani tratti dal libro, mentre la Libreria Mondadori Bookstore di Sciacca curerà il banchetto dei libri. L’ingresso è libero e gratuito.