Undici giurati popolari, isolati in una stanza per emettere la sentenza, sono certi della colpevolezza di un ragazzo e sono pronti a liquidare la faccenda in fretta, ma i dubbi di uno di loro ,a poco a poco trasformeranno il verdetto in una progressione dolorosa che costringerà tutti a fare i conti coi propri vissuti, i propri pregiudizi, le proprie certezze, le proprie debolezze e le proprie inattese forze morali. Il ragionevole dubbio si fa lentamente strada, seminando sconfitti e vincitori, e impedendo, forse, un errore giudiziario.

Ignazio Raso e Simone Perronace guidano una compagnia di undici attori non professionisti, alla loro seconda prova sulla scena, abili nel far vivere le personalità dei loro personaggi. Uno spettacolo che corre a scoprire la grandezza e la piccolezza degli uomini in una stanzone popolato da diversità. Quello del ragionevole dubbio é un concetto giuridico che richiede un alto grado di probabilità di colpevolezza dell’imputato per arrivare a una sentenza di condanna. . Nel corso della delibera, i giurati che hanno l’ultima parola portano a galla le loro paure, raccontano le loro esperienze di vita, mettono a nudo la loro personalità e spiegano i pregiudizi che li portano a sostenere il proprio punto di vista. Così, passo dopo passo, con un ritmo incalzante, lo spettatore scopre che dalla colpevolezza dell’imputato, si arriverà alla sua assoluzione. È ovvio, infatti, che di in presenza del ragionevole dubbio di cui si discute nella drammaturgia, non si può far altro che assolvere l’imputato, ma è comunque difficile discernere tra ciò che è probabile e ciò che è possibile, dunque il regista lascia lo spettatore di pensare quello che ritiene più corretto.

Un pubblico attento ha seguito e apprezzato una piece teatrale che a messo a dura prova gli attori, alle prese prese con una recitazione intensa e dal ritmo serrato. Un lavoro impegnativo, tratto dal dramma di Reginald Rose, cui l’Associazione Cine Micron ci ha ormai abituato , portando avanti il suo Laboratorio Teatrale in una città senza teatro. L’impegno di tanti operatori, in un mondo drammaturgico che appare così variegato, così diverso nelle sue realizzazioni e che meriterebbe, finalmente, un luogo fisico in cui far crescere la passione che tanti, come i magnifici undici di ieri sera sulla scena, hanno scelto di vivere : esperienza unica, formativa, elettrizzante, indimenticabile, quella del teatro. Magnifici tutti!