Mia figlia vive a Milano e con lei anche il mio piccolo nipotino.
Li vado a trovare di frequente, il più spesso possibile: solo chi è nonno può comprendere quanto possa essere grande il richiamo affettivo di un nipote di due anni.
Quando sono lì, le giornate sono dedicate esclusivamente a lui, che ha una capacità quasi magica di monopolizzare il tempo e le attenzioni di nonna e nonno.
Fuori di casa il suo passatempo preferito è quello di giocare nel parco, dove anche noi nonni andiamo con grande piacere.
A Milano per i parchi c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra grandi e piccoli ne trovi un po’ dovunque.
A neanche 500 metri da casa di mia figlia ce n’è uno, un giardino pubblico che è il nostro preferito non solo per la vicinanza, ma anche perché è assai tranquillo e assai verde, un vero e proprio piccolo parco.
Qui il mio nipotino scorrazza in tutta tranquillità con la sua irrinunciabile motocicletta in miniatura come un novello “valentino rossi”, gioca a palla sotto l’ombra accogliente degli alberi, corre appresso ai volatili che planano sull’erba e si diletta ad arrampicarsi per poi lanciarsi giù dall’immancabile scivolo, fa i suoi primi incontri con ammiratrici molto interessate alla moto…
Mentre lo seguo con occhi vigili, non posso fare a meno di andare con la mente ai bambini della nostra città, espropriati ormai da tanti anni dell’unico polmone verde di cui potrebbero godere, il Parco delle Terme, desolatamente chiuso nonostante ci siano stati recentemente spesi oltre trecentomila euro di pubblico denaro per riqualificarlo, dopo un decennio di abbandono, e per dotarlo anche di un’area giochi per l’infanzia.
Ma la privazione che i nostri piccoli concittadini sono costretti a subire non è tanto quella relativa a questo nuovo parco giochi abbandonato prima ancora di essere utilizzato, perché bene o male qualche altra area attrezzata con giochi è possibile trovarla, quanto piuttosto quella di un’area autenticamente verde, peraltro l’unico polmone verde disponibile a Sciacca, con tutti i benefici che essa può assicurare a grandi e piccini: la possibilità di respirare aria ben ossigenata dalle piante, la possibilità di poter giocare in spazi più grandi e adeguati, la possibilità di trascorrere un po’ di tempo lontani dal rumore e dagli scarichi di gas delle auto.
Ma noi a Sciacca il Parco delle Terme non abbiamo la capacità di tenerlo aperto e di poterne liberamente fruire: non ci riesce il Comune (solito ritornello: non ci sono i soldi…), non ci riesce la Regione (ammesso che ne sia consapevole…) e non ci riescono neanche i privati.
Sì, i privati… proprio così. E cosa c’entrano i privati? si chiederà qualche lettore.
C’entrano eccome, perché in presenza di un “pubblico” (Comune, Regione) che non ha la capacità di rendere fruibile un bene comune come il parco, dobbiamo purtroppo constatare che neanche il “privato” (imprenditori, associazionismo, volontariato) ha mai cercato di attivarsi seriamente per elaborare una progettualità finalizzata alla gestione del parco termale, prospettando magari soluzioni che potrebbero anche comportare interessanti ritorni economici.
Che ne pensano, tanto per fare un esempio, le numerose associazioni ambientaliste o i Club Service, sempre pronte e sempre pronti a mettere in mostra sui social le proprie numerosissime e anche apprezzabili iniziative?
Qualcosa di lungo respiro, come la co-gestione di in parco, è davvero impensabile?
E l’imprenditoria privata?
Nessun imprenditore ha la fantasia di immaginare una proposta di co-gestione con il “pubblico”, nella quale il ritorno economico potrebbe anche concretizzarsi sotto forma di biglietto d’ingresso (meglio pagare o avere il parco chiuso?) o come autorizzazione a gestire un esercizio commerciale all’interno del parco…
Ma siamo a Sciacca, non a Milano, obietterà a questo punto molto realisticamente qualche lettore…
Ragion per cui la conseguenza, pressoché inevitabile, è che i diritti dei bambini di Milano sono tutelati molto di più dei diritti dei bambini di Sciacca…
Una città per tutti, ha scritto ieri l’assessore Patti commentando l’apertura dell’area OASI DOG riservata ai cani, alla Perriera.
Forse per i cani sì, assessore, ma per i bambini qualche dubbio sarebbe lecito nutrirlo…
Sulla mia panchina del parco-giardino milanese smetto di fare il sognatore e torno a fare il nonno, c’è un piccolo “valentino rossi” tutto sudato e soddisfatto da riportare a casa…