Immediato il contraccolpo politico alla dichiarazione letta ieri sera nel corso della seduta consiliare dal consigliere Giuseppe Ruffo, capogruppo del PD, in ordine alla tematica della ZTL introdotta dalla giunta Termine.

I consiglieri dei gruppi di opposizione hanno emesso stamattina un comunicato stampa nel quale valutano la presa di posizione del PD come “un disaccordo interno alla coalizione che governa la città rispetto alle decisioni prese in merito a quella regolamentazione della ZTL che sta suscitando un forte dibattito in città”.

Nella nota letta ieri sera dal consigliere Ruffo, pur con una premessa nella quale veniva esplicitata la piena convergenza politica sulla visione di città che la ZTL intende perseguire nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, veniva comunque proposto di modificare l’attuale orario (18:00 – 4:00) posticipando di un’ora l’orario di inizio della ZTL e anticipando alle 3:00 del mattino la sua conclusione.

Per l’opposizione “ questa richiesta di revisione indica e manifesta che ci sono preoccupazioni riguardo all’impatto economico e sociale di tali orari sui residenti e sulle attività commerciali del centro storico”.

L’odierna presa di posizione dei gruppi di opposizione sostiene che “il fatto che il gruppo consiliare del PD abbia scritto una nota al sindaco e al presidente del Consiglio indica una differenza sostanziale di vedute tra il gruppo consiliare e l’assessore di riferimento del PD e la stessa amministrazione. Questo suggerisce che le decisioni relative alla ZTL potrebbero non essere state condivise o concordate con l’amministrazione e l’assessore di riferimento. L’esistenza di queste tensioni interne palesa una differenza di vedute a colpi di ultimatum che, in termini generali, rendono condivisibili, da parte nostra, i dubbi emersi nella nota targata PD”.

Nella valutazione dei consiglieri di opposizione “questi disaccordi potrebbero avere una ulteriore conseguenza sulla capacità dell’amministrazione di governare efficacemente, specialmente se si dovessero tradurre in una mancanza di fiducia o in una divisione netta all’interno della maggioranza”.