Quando pensiamo al teatro, ci viene alla mente un tipo di spazio preciso: un luogo costruito apposta, composto da un palcoscenico sopraelevato, che ha di fronte i posti per gli spettatori e dietro – nascosti da qualche parte – i luoghi riservati agli attori (camerini) e ai macchinari scenici, i magazzini per l’attrezzeria, i laboratori per i costumi e così via. Questo, per noi, è il teatro: il luogo adatto a ospitare ogni forma di ‘spettacolo al vivo’, cioè di spettacolo non registrato – come sono cinema o televisione –, e che è tale da più di quattro secoli, da quando è iniziato il teatro moderno. Si tratta di una precisa tipologia di spazio scenico che si è sviluppata a partire dal Rinascimento, una tipologia che, essendo nata in Italia, viene generalmente definita teatro all’italiana. Purtroppo a Sciacca, chi fa teatro, un teatro non ce l’ha. O per lo meno ce l’ha , ma è chiuso. Lo sanno bene tutti gli appassionati dl genere e tutti gli operatori teatrali. E più di tutti lo sa Salvatore Monte, attore, autore , regista. Sempre alla ricerca di uno spazio in cui allestire i propri spettacoli. Sperimentatore assoluto di scenografie naturali e architettoniche , le più ardite e disparate. Ma tutte volte a scoprire e fare scoprire, valorizzare quelle parti di territorio ai più sconosciute e abbandonate.

Per la sua formazione professionale e umana che tutti conosciamo, il concetto di teatralità, per Salvatore Monte, erede culturale di Garinei e Giovannini, è una forma di spettacolo completo: recitazione, canto, ballo, effetti scenici, scenografici e luminosi. Le sue, sono “leggende musicali” . La successione costante negli anni di questa forma di spettacolo di cui è autore e regista lo vede attrezzare a location teatrali posti come la Chiana, il Sagrato delle Giummare, Il sagrato di San Calogero, la spiaggia di Muciare (ahimè non ritenuta idonea). Nel 2011 “Veneralia “con Vanessa Galipoli, Riccardo Sardonè e
Serena Autieri, nel 2018 “Dixmude sugli oceani del Cielo” nel 2021 “L’Agghiastru di Inveges . Nel 2022 A “Icaro, Un Angelo tra le stelle” Nel 2023 la leggenda musicale “Chiamatemi Ferdinandea” prodotta
dall’Ass. Culturale “Sipario4” presso l’Anfiteatro del Mare di Menfi (Ag). Per la stagione in corso 2024, Salvatore lancia ancora una sfida. Il vero visionario è lui, in realtà.

Questa volta ancora più ardita. Il recupero della “Marchesa”, edificio dimenticato dagli uomini e dal tempo, dell’Istituto “Amato Vetrano”. La messa in scena trasformerà l’intera area, antistante l’ex edificio dell’istituto Agrario, in un piccolo borgo siciliano con diversi personaggi (tra attori, cantanti e ballerini e coristi) che narreranno la storia e le gesta del Cavaliere Calogero Amato Vetrano. In omaggio ad uno dei figli illustri della città di Sciacca. Prevendita aperta già da qualche giorno; è possibile prenotare il proprio posto in platea contattando il 3761611612.

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