Il dramma musicale tratto dall’omonimo romanzo epistolare di Giovanni Verga ha debuttato ieri sera all’Atrio Inferiore del Comune di Sciacca con una notevole e straripante cornice di pubblico.

Lo spettacolo di cui Giovanni Giglio ha curato l’adattamento e la regia si propone come una operazione culturale di ampio respiro che ha alle spalle una ricerca storica e letteraria, una introspezione psicologica sui personaggi, soprattutto sulla protagonista, Maria, giovane siciliana, orfana di madre che, suo malgrado, viene costretta a ritirarsi a vita monastica in un convento di clausura catanese.

Giovanni Giglio ha focalizzato il suo interesse sulla figura femminile della protagonista, indagando e dando largo spazio alle sue fragilità ed ai suoi sentimenti più intimi, al suo dramma, dal bisogno d’amore alla disperazione per la perdita della libertà .Nella messa in scena di Giglio, le due Marie, la ragazza piena di vita , di sogni e d’amore e quella destinata al chiostro, si alternano in un contrasto con la fredda realtà sociale dell’epoca.

Giovanni Giglio ha lanciato, con questo suo lavoro teatrale, un guanto di sfida a se stesso. Forte il suo messaggio sulle storie che formano ciascuno di noi. Aiutato da un cast di persone eccezionali, appassionate di teatro e motivate da un profondo legame affettivo che da anni lo legano a lui, Giovanni questa sfida la voleva vincere e l’ha vinta. La sua passione per il teatro è cresciuta di anno in anno , passando da lavori impegnativi a questo lavoro, titanico, di “Storia di una capinera”. Un dramma teatrale ambizioso, un affresco storico e sociale, con punte di grande drammaticità, di pathos psicologico, con effetti scenici di grande efficacia. Uno spettacolo impegnativo per tutto il cast, che non si è risparmiato per ottenere un grande risultato. Eccellenti alcune interpretazioni di singoli attori e attrici.

Notevoli i quadri d’insieme. Trascinanti le musiche. Chi conosce Giovanni ha imparato ad amarlo apprezzarlo per la forza e la determinazione che lo accompagna. Per quel suo “metterci l’anima”, impetuoso e straripante, spesso incurante delle convenzioni. Ieri sera ha raccolto, con l’applauso convinto e l’abbraccio affettuoso del pubblico presente, il meritato frutto di un lavoro che lo ha impegnato, allo stremo, per mesi e mesi. Stasera lo spettacolo viene replicato, sempre all’atrio Inferiore, con inizio alle 21,30.

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