Era il 2019 quando Dolce&Gabbana scelsero la città di Sciacca come palcoscenico per una delle loro sfilate di moda maschile. L’evento si concluse con un dono alla città, una serie di tappeti decorativi utilizzati per la sfilata, che avrebbero dovuto rappresentare un ricordo di quel momento straordinario e qualcosa di bello per impreziosire luoghi o momenti di rilevante importanza civica.

Tuttavia, dopo il loro debutto, i tappeti furono riposti in un magazzino comunale, dove sono rimasto per anni in uno stato di semi-abbandono.

Solo nell’estate del 2021 vennero puliti e temporaneamente utilizzati in piazza Duomo e in via Garibaldi, ma l’iniziativa durò poco, e i tappeti tornarono presto in deposito.

Nel prosieguo questi tappeti sono stati utilizzati in modo assai sporadico e controverso. Alcuni vennero prestati per scenografie teatrali, altri furono impiegati per un matrimonio in un hotel di lusso, suscitando molte critiche per il loro uso in un evento privato. Il Comune difese quella decisione, affermando che tutte le spese erano state sostenute dai richiedenti, ma la polemica non si placò.

Adesso la questione, con relative polemiche, si ripropone per il loro utilizzo avvenuto nella manifestazione “Creazioni sotto le stelle” che si è svolta ieri sera nel piazzale della Badia Grande.

Sicuramente la gestione di questo “bene” di arredo solleva interrogativi sua migliore destinazione: i tappeti dovrebbero essere conservati come beni preziosi, esposti e utilizzati solo in occasioni del tutto speciali, oppure è più giusto utilizzarli frequentemente per arricchire momenti di vita pubblica e magari anche eventi di natura privata? Da una parte c’è il rischio di danneggiarli con un uso eccessivo, dall’altra quello di lasciarli cadere nell’oblio, privando la città di un elemento di grande valore decorativo e turistico.

Una soluzione a nostro avviso auspicabile potrebbe essere quella di trovare un intelligente equilibrio tra conservazione e utilizzo, affidata alla responsabilità decisionale del primo cittadino.

Potrebbe essere così assicurato e pianificato un uso strategico dei preziosi tappeti, con la dovuta attenzione prestata alla loro manutenzione e limitando il loro uso esclusivamente per scopi pubblici.

Questo consentirebbe alla nostra città di sfruttare al meglio questo patrimonio arredamentale senza cadere negli eccessi dell’abuso o dell’oblio, trasformando i tappeti in qualcosa di identitario, affidato alla responsabile sensibilità del sindaco, ed evitando così che si possano deteriorare nel magazzino della dimenticanza o per un uso improprio.