È risaputo come le redazioni delle più importanti testate giornalistiche nazionali, televisive così come della cosiddetta carta stampata che oggi è anche on line, siano portate a trascurare una certa tipologia di argomenti ed eventi che invece rappresentano spesso la parte migliore e più bella del contesto sociale in cui viviamo, strettamente attinente all’area dei valori, del bene comune, dell’educazione, del volontariato, del servizio al prossimo: insomma le espressioni belle, buone e importanti della nostra società civile. 

Si preferisce dare risalto ad un altro genere di notizie, ottenendosi così l’effetto di fare da cassa di risonanza mediatica ad una realtà sociale comunque diversa da quella che realmente è.

Puntualmente questa cosa si è ripetuta a proposito di un evento che dal 22 al 25 agosto ha radunato a Verona qualcosa come più di diciottomila persone, in buona parte giovani tra i 21 e i 30 anni: le capo e i capi dell’AGESCI, giunti a Verona da tutta Italia per partecipare ad un grande momento di riflessione collettiva, con oltre 60 tra incontri, approfondimenti, momenti di formazione e dibattiti, per un totale di 220 relatori, con lo scopo di analizzare la realtà dei giovani di oggi e definire le sfide e il percorso della più importante Associazione educativa italiana, che in questo modo ha inteso celebrare la ricorrenza del cinquantesimo della sua nascita e salpare verso il futuro con nuovi obiettivi e traguardi per l’educazione dei giovani, consapevole di poter essere un interlocutore autorevole e un alleato prezioso per la società, la Chiesa e la politica, con l’unico scopo di formare buoni cittadini e cristiani, come peraltro fa da 50 anni.

A questo evento ha partecipato anche la nostra città, rappresentata dalla comunità capi del gruppo scout Sciacca 2, e anche per tale motivo questa nostra riflessione su un certo tipo di comunicazione ci riguarda.

Già alcuni numeri dell’evento, denominato Arena24, possono aiutare a comprenderne la portata:

  • Arena24 si è svolta su una superficie di circa 250 mila metri quadrati di campo;
  • i partecipanti all’evento hanno percorso complessivamente 1.260.000 km a piedi nei quattro giorni di attività, per gli spostamenti tra le diverse aree di attività;
  • nei giorni di campo sono stati serviti oltre 190 mila pasti, anche per le 2.300 persone con diete speciali;
  • tutto l’evento è stato vissuto in digitale, grazie a un’App dedicata che nei momenti di picco ha ricevuto oltre 40 mila consultazioni al minuto;
  • l’evento è stato supportato da 6 patrocinatori, 18 partner, 8 sponsor;
  • sono stati 600 i volontari che hanno dato una mano con l’organizzazione, in gran parte scout non più in servizio o soci del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani);
  • oltre 390 sessioni di laboratori organizzati nel Luna Park, dedicati a condivisione di tecniche e approfondimenti su tematiche quali pace, natura, competenza tecnica, sicurezza, comunicazione, creatività, inclusività, musica;
  • 80 eventi organizzati nel Bosco della Spiritualità, con 80 sacerdoti e religiosi disponibili per colloqui e sacramento della riconciliazione e 300 Cuffie (Silent Disco) utilizzate per full immersion nel bosco;
  • 53 Associazioni ed Enti coinvolti nella Piazza delle Generazioni, con 180 volontari presenti;
  • 24 laboratori e 36 eventi organizzati nel Villaggio della Sostenibilità;
  • 600 attività del modulo Tracce, con attività di volontariato ed ascolto di testimonianze insieme a 100 associazioni e 140 volontari del territorio veronese;
  • utilizzati circa 1.000 bagni chimici, 400 docce, 60 lavabi, 20 punti acqua;
  • oltre alle tende dei 18 mila capi, utilizzate 120 strutture coperte, tra tendoni e gazebi;
  • sul fronte dei trasporti, 15 mila persone si sono spostate in treno.

I messaggi augurali e di condivisione inviati dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da Papa Francesco e dalla senatrice Liliana Segre, la santa messa celebrata del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Matteo Zuppi, la partecipazione del vice Presidente del Consiglio dei Ministri nonché Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, la presenza nelle tavole rotonde-incontri-testimonianze di personalità di assoluto rilievo del mondo politico, giornalistico, religioso, dei diritti civili e della sostenibilità economica (tra i quali due nomi qui a Sciacca ben conosciuti come Paola Caridi ed Emilio Casalini), la veglia serale di spiritualità che ha coinvolto attivamente 18mila persone, la partecipazione sul palco serale dell’arena di due personaggi della musica italiana del calibro di Roberto Vecchioni e Gianni Morandi con il loro personale messaggio di felicità e non solo con le loro canzoni: sono tutte componenti che già esprimono la rilevanza contenutistica dell’evento nazionale dell’AGESCI, il cui precedente risaliva al 1997. 

Ma c’erano sopratutto loro, i 18mila capi educatori con il fazzolettone scout al collo, di tutte le età ma in buona parte giovani, che per 4 giorni e sotto una calura soffocante hanno costruito la propria “città delle tende” per interrogarsi e confrontarsi su tutte le principali tematiche dei nostri tempi, con l’obiettivo di trovare “strade e pensieri per domani” che incamminino le giovani generazioni di oggi e di domani sui tanti e variegati sentieri della FELICITÀ.

Meritava tutto questo una forte attenzione da parte delle grande stampa, intendendo per essa ad esempio RAI, MEDIASET, LA7, NOVE, TV2000, Sky, i maggiori quotidiani nazionali e le più diffuse testate giornalistiche on line?

Il nostro punto di vista, di piccola testata giornalistica civica che nei valori scout ha le sue radici, è che in quei 4 giorni di agosto nessun evento o notizia di cronaca italiana abbia avuto la stessa importanza dell’evento AGESCI, anche in termini di contenuti. Ma il rilievo e lo spazio concesso dai grandi mezzi di comunicazione nazionale è stato, più o meno, del tutto secondario se non addirittura irrilevante.

Un esempio, assolutamente esemplificativo, è quello del Corriere della Sera, che tra il 22 e il 26 agosto ha riservato ad Arena24 solo il seguente articolo:

Sicuramente poco, anzi a nostro avviso pochissimo, ma chi opera nel volontariato in genere, e nel volontariato educativo in particolare, sa bene che è molto raro ricevere visibilità e apprezzamento pubblico con la risonanza mediatica che è propria di tutt’altra tipologia di eventi.

Una riflessione, la nostra, su una questione che sicuramente la merita. E come giornale civico ci sembrava giusto stimolarla.