Il segretario cittadino della Democrazia Cristiana di Sciacca stigmatizza oggi in una propria nota politica le mancate dimissioni dell’assessore comunale che non c’è, Antonino Certa, che in pianta stabile vive e lavora in un’altra regione d’Italia.
La censura, chiarisce subito Giuseppe Milioti, non ha nulla di personale, esprimendosi stima nei confronti di Certa, persona di indiscussa professionalità e serietà.
Il fatto in questione – dice il segretario della DC – è squisitamente politico e neanche attribuibile all’assessore.
“È invece interamente ascrivibile al Signor sindaco – afferma Milioti – che è capo di un’amministrazione e di un progetto politico – quello di Mizzica – che in tutte le piazze gridava a squarciagola di non so quale danno si arrecasse alla città se a vincere le elezioni fosse stato Ignazio Messina, perché, sempre a detta dell’attuale Sindaco, con il “QUARARO” – cosi lo definì in pubblica piazza -, quest’ultimo sarebbe stato ostaggio di tutte le parti politiche che lo sostenevano”.
“L’assenza di un assessore che in pianta stabile vive e lavora in un’altra regione d’Italia – prosegue l’esponente DC- chiarisce ed acclara qualora ce ne fosse il bisogno (!) che il tanto decantato cambiamento non c’è e che il Sindaco oggi è a tutti gli effetti ostaggio di un partito politico (il PD) che lo ha sostenuto, a meno che lo stesso sindaci non pensi che un assessore, chiunque esso sia in una città come Sciacca, può anche svolgere il proprio ruolo amministrativo da remoto”.
Nell’opinione del segretario cittadino della DC questo dimostra “il completo fallimento politico” del progetto presentato da Fabio Termine alla città nel 2022, nel quale il futuro sindaco “a chiacchiere” prometteva cambiamenti politici afferenti proprio a questo genere di fatti che diceva non appartenergli, “prendendo in giro gli elettori”.