Pubblichiamo l’artico apparso sul quotidiano La Sicilia, con l’autorizzazione del suo autore, Giuseppe Recca, che ringraziamo.

Da 22 anni è un immobile estraneo al contesto storico in cui si trova. Il vecchio ospedale di Sciacca, oggi in disuso, sorge in un’area del centro abitato che una volta era il cuore pulsante della città.

C’erano le terme funzionanti, prima ancora anche un albergo e l’ex Motel Agip, poi diventato sede degli uffici dell’ex Azienda Terme.

Oggi l’intera zona, ingresso est alla città, è un biglietto da visita poco edificante.

L’ex ospedale è un immobile in stato di degrado, lo stesso le Terme chiuse dal 2015 e l’ex albergo Motel Agio, nel frattempo venduto ad una società privata che, chissà quando, dovrebbe farne una struttura alberghiera.

E, poco distante, quel teatro popolare detto anche Samona’, ancora incompleto, e per il quale in 40 anni sono stati spesi decine di milioni di euro.

Pure lo splendido lungomare, che dallo stabilimento termale si affaccia sul Mediterraneo, non dà più la sensazione di vitalità, di bellezza naturale ed urbanistica. 

La vicenda dell’ex ospedale è una delle tante pagine nere dell’abbandono in cui gli enti pubblici lasciano il loro patrimonio.

La proprietà, come per le Terme e per il teatro popolare, è della Regione Siciliana. Venne chiuso nel 2002, quando finalmente diventò opetrativo il nuovo ospedale in contrada Seniazza.

Per anni c’è stato un intenso dibattito su cosa farne: polo scolastico, albergo, casa di cura per anziani. E c’è chi ha proposto di demolirlo per ricavarne un parcheggio multipiano. Ma la discussione si è sempre fermata al contesto cittadino.

A Palermo, alla Regione, nessuno ha mai badato a questo prezioso bene immobile che oscurava e oscura la bellezza del rimanente centro storico.

Oggi è un edificio quasi che senza manutenzione perde ogni giorno dei pezzi.

L’Asp nel corso degli anni ha effettuato alcuni interventi di manutenzione, legati solo alla messa in sicurezza. Quando ci si è accorti che all’interno vi trovavano dimora senzatetto e immigrati, si decise di murare porte e finestre.

Ma tante finestre adesso sono aperte ed è così diventato un rifugio degli uccelli, trovando così una sua destinazione provvisoria…

L’unica azione della proprietà di cui si ha notizia risale al 2015, quando la Direzione regionale Sicilia dell’Agenzia del demanio informò l’Asp di Agrigento che l’immobile era stato inserito nell’operazione “proposta immobili 2015” lanciata dal Dipartimento del tesoro del Ministero dell’economia e delle finanze, finalizzata alla valorizzazione ed alienazione di immobili con lo scopo di generare risorse economiche da utilizzare per investimenti e riduzione dei costi.

Poi il silenzio.

Ne tornò a parlare circa un anno fa l’ex commissario dell’Asp Mario Zappia, non sappiamo se per impulso direttive regionali o su iniziativa personale. Il manager parlò di un programma di recupero e della restituzione dell’immobile al territorio, dotando l’edificio di servizi sanitari secondari.

Non era una cattiva idea.

Ma Zappia non c’è più e chissà se il nuovo management ha affrontato la questione. In ogni caso, per una riqualificazione o per la demolizione, occorrono corpose risorse e per ogni progetto le direttive le deve dare il governo regionale. Ma un input da parte della classe politica e amministrativa saccense non guasterebbe.

Giuseppe Recca