Nel nostro recente viaggio in Sardegna, ci siamo fermati a Oristano, nota come la Città della Ceramica (riconoscimento ministeriale) per il ruolo di primo piano che la sua produzione ha ricoperto nei secoli. La città grazie alle sue condizioni ambientali favorevoli, una piana alluvionale ricca di materie prime come l’acqua, le argille e la macchia mediterranea, utilizzata come combustibile per i forni ha visto l’antico mestiere arrivare fino ad oggi dai tempi più remoti con produzioni artigianali di valore. Testimonianze di produzione ceramica nel territorio sono note dalle epoche più antiche (IV millennio a.C.), mentre i primi documenti scritti a riguardo risalgono al Medioevo. Nel 1692 viene redatto lo statuto del gremio (corporazione) dei figoli che regolava l’attività e tutelava le forme tipiche degli oggetti prodotti. Nel centro storico della città, la cui testimonianza del quartiere dedicato ai figoli, su brugu de sos congiolargios risale al XVI secolo, è possibile ammirare ricchissime testimonianze della storia della ceramica di Oristano, insieme alle produzioni dei maestri contemporanei.
Agli occhi dei visitatori questa caratteristica della città si manifesta in maniera singolare, ma anche predominante. In molte vie e piazze del centro storico si possono ammirare vasi, anfore e manufatti di ceramisti locali, dai più tradizionali ai più contemporanei.
Molti artisti espongono le loro creazioni negli spazi verdi, arricchendo il decoro urbano con una presenza che sigilla la vocazione turistica della città con quel tocco particolare di una produzione ceramica originale. Andando in giro ci siamo chiesti se queste installazioni fossero preda di vandalismo o furti, come può succedere in ogni parte del mondo. E sono state soprattutto le anfore sospese in aria che ci hanno incuriosito.
Abbiamo chiesto informazioni e abbiamo scoperto che…sono riproduzioni in polistirolo e vetro resina. Già, proprio così. Quelle esposti dappertutto a Oristano sono copie perfettamente eseguite dei veri reperti ceramici. Ma, per evitare sorprese dovute ad eventuali atti vandalici e intemperie meteorologiche, gli artigiani locali li hanno perfettamente riprodotti con materiali infrangibili, quali appunto il polistirolo e la vetroresina. Questa notizia mi ha spiazzato e nello stesso tempo mi ha fatto aprire gli occhi sulla lungimiranza di luoghi turistici che hanno trovato soluzioni intelligenti a problemi che sembrano irrisolvibili e le cui soluzioni, invece, se solo si vuole, sono lì a portata di mano.