Lo chiede il Comitato Lido – Ferdinandea, rappresentato pro tempore dall’ing. Mario Di Giovanna, in una missiva che sarà oggi inviata al Comune.
In essa di chiede, urgentemente, un chiarimento in merito alla proprietà di Via Isola Ferdinandea, arteria stradale di fondamentale importanza per il quartiere, in quanto serve centinaia di residenti e costituisce l’accesso al mare di una delle spiagge più importanti di Sciacca.
Purtroppo, dice il Comitato, da tempo immemore questa strada versa in condizioni disastrose, caratterizzate da:
- buche;
- avvallamenti;
- tombini non a livello;
- presenza di arbusti
- perdite idriche.
che ne rendono il transito estremamente pericoloso.
Tale situazione di degrado ha causato numerosi incidenti, con conseguenti rischi per l’incolumità dei cittadini e potenziali azioni risarcitorie a carico dei proprietari della strada.
Alla luce di ciò il Comitato chiede all’Amministrazione Comunale di chiarire con urgenza se Via Isola Ferdinandea sia di proprietà pubblica o privata:
– caso si tratti di una strada privata, chiede di conoscere l’identità dei proprietari al fine di poterli sollecitare ad intervenire per la messa in sicurezza e la manutenzione della strada;
– qualora, invece, la strada risultasse di proprietà pubblica, chiede di conoscere quali siano i piani dell’Amministrazione Comunale per la sua messa in sicurezza e la sua manutenzione.
Il Comitato fa inoltre presente che, nonostante i numerosi incontri che l’Amministrazione Comunale ha tenuto con altri comitati di quartiere, il Comitato Lido Ferdinandea non è mai stato invitato a partecipare. Tale esclusione viene ritenuta lesiva degli interessi dei cittadini rappresentati dal Comitato Lido – Ferdinandea, anche per le numerose problematiche che affliggono il quartiere ( problemi fognari, asfalto Via Lido, sicurezza stradale,etc), peraltro segnalate a più riprese senza alcun riscontro.
A quanto pare questa richiesta ufficiale sulla proprietà della strada scaturisce da un recente riscontro del tutto informale che sarebbe stato alle richieste già a suo tempo evidenziate e presentate dal Comitato, secondo il quale la strada in questione sarebbe privata.
Ciò contrasterebbe con le verifiche tecniche e urbanistiche più volte effettuate da esponenti del Comitato e dagli stessi orientamenti manifestati in precedenza da amministratori e uffici comunali.
ServireSciacca si è già occupata della scandalosa situazione in cui versa Via Isola Ferdinandea:
VIA ISOLA FERDINANDEA: UNA STORIA DI ABBANDONO LUNGA OLTRE 30 ANNI
DiNINO PORRELLO
GEN 13, 2022
Si chiama via Isola Ferdinandea, collega la via Bivituredda (che scende verso lo Stazzone) alla via al Lido, il suo tracciato scorre parallelo al di sotto della via al Lido tra di essa e le case dello Stazzone, fiancheggiando la vecchia ferrovia.
Via Isola Ferdinandea è a tutti gli effetti una strada di proprietà comunale, ma chiamarla strada risulta quasi offensivo.
Sarebbe meglio dire un sentiero, forse neanche degno di uno status di “regia trazzera”.
Nasce a cavallo tra gli anni ottanta e novanta in funzione di due piani di lottizzazione della via al Lido convenzionati con il Comune: il piano Li Bassi e il piano Landori. Analogamente ad ogni piano di lottizzazione approvato dal consiglio comunale il rilascio delle concessioni edilizie venne accompagnato dalla cessione da parte dei privati, beneficiari delle concessioni, al Comune di porzioni di terreno per la realizzazione di strade, servizi e attrezzature.
In conseguenza di ciò venne tracciato il percorso che oggi si chiama via Isola Ferdinandea, vennero realizzati alcuni accessi al mare, ci sono aree residue in disponibilità del Comune e mai utilizzate, ci sono state passate le condutture fognaria, di luce, di gas e di acqua.
L’onere di manutenzione ordinaria e straordinaria di via Isola Ferdinandea spetta quindi al Comune, che di fatto non vi ha mai provveduto, facendola diventare una sorta di pista per rally automobilistico.
Perché il Comune di Sciacca non ci ha mai messo mano? Mistero assoluto, considerato che lo stesso Comune provvede invece alla manutenzione, più o meno regolare, di altre arterie che sono di proprietà privata e che rivestono comunque una certa importanza, come la discesa a mare a San Marco.
La via Isola Ferdinandea è rimasta confinata nel suo misterioso oblio per tanti anni, solo recentemente è tornata di attualità a seguito della costituzione del comitato di quartiere denominato “Via al Lido e Via Isola Ferdinandea” che, guidato dall’ing. Mario Di Giovanna, ha riportato agli onori della cronaca non solo le gravissime problematiche della via al Lido ma anche il disastroso abbandono della via Isola Ferdinandea, sulla quale nessuno si è mai degnato di effettuare un intervento anche minimo di manutenzione con la posa di un indispensabile stabilizzato, prima ancora di una dignitosa asfaltatura.
Ancor più la sistemazione della via Isola Ferdinandea è diventata di attualità quando, in conseguenza della frana che a novembre ha bloccato la percorribilità della via al Lido, il comitato di quartiere l’ha prospettata come una soluzione di transito alternativo migliore di quella ipotizzata dal Comune (bypass direttamente sulla via al Lido attraverso terreni di proprietà privata).
Sull’argomento Via Isola Ferdinandea, all’interno del comitato di quartiere, così si era espresso l’ing. Peppino Di Giovanna, già dirigente capo dell’ufficio tecnico comunale:
“La via Isola Ferdinandea da circa trenta anni è una strada di proprietà comunale aperta al traffico nei due sensi di circolazione. Il suo tracciato (larghezza della sede stradale, raggi di curvatura, pendenze etc.) è conforme al progetto dei Piani di Lottizzazione a suo tempo approvati dal Comune (non è una strada abusiva né privata né, tanto meno, chiusa al traffico). La sistemazione della sede carrabile, pericolosamente peggiorata con gli eventi dello scorso autunno, è quindi un preciso obbligo del Comune e non implica in nessun modo una variazione di regime o di utilizzo rispetto allo stato conclamato da 30 anni (e quindi neanche una assunzione di responsabilità, bensì una riduzione delle stesse, attualmente gravissime per lo stato di abbandono). I guardrail sono propri delle strade extraurbane e la illuminazione non costituisce affatto un requisito per la percorribilità. In ogni caso, come per qualunque altra strada, nel caso in cui si ravvisino criticità, basta imporre limiti di velocità. In questo caso sarebbe auspicabile un limite di 30 km/h.”.
In conclusione ci si chiede: è umanamente e amministrativamente ammissibile che un’arteria urbana, all’interno del centro abitato e “strategica” per la particolarissima e critica situazione dell’intera area circostante, continui ad essere lasciata nelle attuali condizioni?