L’intricata situazione politica che ieri ha indotto il sindaco a comunicare la sostituzione in giunta dell’assessore Mannino con il pentastellato Alessandro Curreri, senza invece nominare il sostituto del dimissionario assessore Certa, che ci aveva fatto commentare con un “incredibile, ma vero”, determina oggi una presa di posizione delle forze di opposizione in consiglio comunale che invece titolano: la montagna ha partorito il topolino.

“I consiglieri di opposizione – si legge in un comunicato stampa appena emesso – intendono esprimere una seria riflessione sulla recente nomina di Alessandro Curreri ad Assessore della Giunta Municipale guidata dal sindaco Fabio Termine. Questa nomina, avvenuta a seguito della “defenestrazione” di Salvatore Mannino, rappresenta un chiaro segnale che qualcosa non funziona all’interno della coalizione che governa la città

“È evidente – prosegue la nota politica – come il passaggio di testimone tra Mannino e Curreri, formalmente presentato come frutto di un accordo pacifico e di equilibrio politico, nasconda in realtà dinamiche che dimostrano l’instabilità della coalizione. Salvatore Mannino, che non si è dimesso formalmente dal ruolo di Assessore, è stato revocato con apposita determina, lasciando il suo incarico dopo essere stato candidato sindaco designato dal Partito Democratico nelle scorse elezioni. La sua candidatura era stata poi ritirata a favore di un accordo con il Movimento Mizzica, che lo ha portato a ricoprire il ruolo in Giunta”.

“Quello che oggi emerge – argomentano le forze politiche di opposizione – è una contraddizione palese rispetto alle dichiarazioni fatte nei mesi scorsi dal sindaco Fabio Termine. In occasione di interviste e interventi in Consiglio Comunale, il primo cittadino aveva infatti garantito che l’unico cambio previsto nella Giunta sarebbe stato quello dell’Assessore Antonio Certa, dimessosi per ragioni lavorative. Oggi, invece, ci troviamo di fronte a un quadro politico completamente stravolto”.

E c’è di più.

“La revoca di Salvatore Mannino – si legge – è evidentemente legata al fatto che lo stesso non abbia aderito a nessun gruppo consiliare da cui farsi rappresentare e, possibilmente, tutelare. Ma ad oggi, purtroppo, con il passaggio di Modica al Partito Democratico, nemmeno il Sindaco ha però un gruppo consiliare che lo rappresenti, essendo venuto meno in aula il gruppo Mizzica. Stessa posizione per gli assessori mizzichini, per i quali però il metodo usato per la revoca di Mannino non vale. Due metri e due misure, a testimonianza di come i metodi contestati da Mizzica alla vecchia politica siano stati superati da una gestione personalistica ed autoreferenziale”.

“L’egemonia del Partito Democratico appare sempre più evidente e sembra ingabbiare il sindaco in una serie di scelte obbligate che snaturano il progetto politico presentato agli elettori nel 2022. Questo scenario di fratture interne e compromessi destabilizzanti non può che danneggiare la città, lasciando spazio a un Partito Democratico che si muove indisturbato per consolidare la propria posizione”.

“Questa situazione, tutt’altro che risolta – conclude la presa di posizione di Forza Italia,
Democrazia Cristiana, Ventiventidue, Fratelli d’Italia, Lista Messina e MPA – conferma l’instabilità della coalizione e la perdita di coerenza rispetto agli impegni presi con la cittadinanza. I cittadini meritano trasparenza, coerenza e rispetto delle promesse elettorali. Oggi, purtroppo, tutto questo sembra venire meno”.