Riceviamo dalla vice sindaca di Burgio, Katia Maniscalco, questa durissima presa di posizione in relazione all’avvenuta chiusura della Guardia Medica nel proprio comune:
Mi rivolgo direttamente al Presidente della Regione Siciliana e all’Assessore alla Sanità, in quanto rappresentanti di una governance che dovrebbe garantire la salute e la sicurezza dei cittadini, anche di quelli che vivono nei comuni più piccoli e lontani dalle grandi città.
Nel nostro amato paese, Burgio, la situazione sanitaria è ormai insostenibile. Oltre alla guardia medica, non abbiamo nemmeno un’ambulanza o un presidio del 118. La guardia medica stessa, quando è stata operativa, era priva di strumenti ed attrezzature per la diagnosi di primo soccorso, rendendo difficile garantire una risposta tempestiva ed efficace in caso di emergenze. E tutto questo in un territorio in cui l’età media è elevata e le esigenze sanitarie sono, di conseguenza, particolarmente delicate.
È intollerabile pensare che un intervento del 118 richieda tempi non inferiori a un’ora e mezza. Questo è semplicemente inaccettabile e indifendibile per un paese che si considera civile, alle soglie del 2025. Comprendo le difficoltà legate alla mancanza cronica di medici, comprendo anche la riluttanza di molti professionisti ad accettare incarichi in piccole realtà come la nostra, ma questo non può giustificare l’abbandono di una comunità intera.
La nostra comunità non può restare senza una guardia medica, senza un presidio del 118 e senza un’ambulanza medicalizzata.
A peggiorare la situazione, anche i presidi dei comuni vicini, come Lucca Sicula e Villafranca Sicula, sono in una fase di chiusura. Tutto questo ci fa sentire come cittadini di serie D, come se la nostra vita avesse meno valore rispetto a quella degli abitanti delle città più grandi e meglio servite.
Mi sento mortificata, sia come amministratrice che come cittadina, per non poter garantire ai miei concittadini e ai miei figli un diritto fondamentale: quello alla salute.
Voglio risposte dal governo regionale. Non accetterò passivamente questa situazione e non lascerò che la mia comunità resti senza voce. Burgio merita rispetto, dignità e sicurezza sanitaria, e continuerò a lottare per questo diritto fondamentale”.
La voce dell’ASP di Agrigento su questo gravissimo problema della sanità territoriale è quella del direttore sanitario ASP, Raffaele Elia, che tramite l’ufficio stampa ha così commentato:
“La grave carenza di personale medico sta alla base della dolorosa ma inevitabile scelta di razionalizzare la gestione dei presidi di continuità assistenziale dei comuni agrigentini di Burgio, Lucca Sicula e Villafranca.
Siamo costantemente impegnati nel reclutamento di nuovi medici per le guardie mediche per cercare di appianare le criticità ma, nelle more che i ripetuti tentativi di assumere nuovo personale siano fruttuosi, occorre razionalizzare le risorse disponibili. Ne abbiamo parlato con il sindaco di Burgio per interfacciarsi con gli altri due sindaci dei comuni interessati e intendiamo recepire le loro indicazioni per le scelte consequenziali.
In questo senso – continua il direttore – la direzione strategica ha dato disponibilità per nuovi incontri con i primi cittadini. Le soluzioni possibili, in questa fase contingente ed in attesa di maggiori risorse umane, riguardano la scelta di individuare un solo presidio che serva i tre comuni vicini secondo le indicazioni che potranno venire dai i sindaci.
In alternativa, il presidio di continuità assistenziale potrà spostarsi da un comune all’altro al termine di un concordato periodo di tempo. Il fatto che queste difficoltà conclude Elia – si riscontrino anche in altre province della Sicilia non ci solleva ma ci spinge anzi a cercare soluzioni con maggiore incisività”.