Ogni riunione del consiglio comunale è ormai diventata una esposizione al pubblico ludibrio dell’amministrazione Termine, con l’opposizione che riversa ogni tipo di critica e di accuse sul sindaco a causa della perdurante mancata sostituzione del dimissionario assessore Certa e del black out in atto tra il PD e il resto della coalizione che governa la città.
Una messa in stato di accusa e una rappresentazione della politica cittadina perfino imbarazzante, che non si riesce francamente a comprendere perché il primo cittadino sia disposto ancora a subire.
Ad inizio di seduta Fabio Termine ha annunciato le deleghe assessoriali poche ore prima assegnate al neo assessore pentastellato Alessandro Curreri: Servizi a rete, Politiche giovanili, Rapporti con i comitati di quartiere, Manutenzione strade urbane, Promozione strategica del territorio e degli eventi, Volontariato e associazionismo, Mobilità sostenibile, Edilizia scolastica, Aree ludiche e tempo libero.
Il sindaco ha concluso ringraziando l’assessore uscente, il revocato Salvatore Mannino, per il “grande contributo” dato alla sua giunta e ha dichiarato che nelle prossime ore saranno assegnate le rimanenti deleghe rimaste vacanti per il posto ancora vuoto in giunta.
A questo punto è iniziato il fuoco di fila degli interventi dell’opposizione, che hanno avuto gioco facile nell’evidenziare le contraddizioni, le incertezze, l’alta tensione conflittuale, la mancanza di chiarezza e alcune ricadute negative sulla città che in questa fase politica stanno caratterizzando l’operato del sindaco e delle forze politiche che lo sostengono. In questo senso poco convincente è apparso l’intervento finale, in replica a tutti quelli dell’opposizione, del consigliere del PD Gabriele Modica, che ha voluto ricondurre l’attuale impasse della coalizione di governo e la mancata sostituzione dell’assessore Certa ad una fisiologica fase di confronto e verifica di metà consiliatura.
In particolare sono stati i consiglieri Bivona, Mandracchia, Bono, Brucculeri, Cognata e Giuseppe Catanzaro che hanno pesantemente articolato l’argomentazione delle accuse contro il comportamento tenuto nella vicenda dal sindaco.
Innanzitutto gli hanno contestato il fatto di avere revocato il mandato assessoriale all’assessore Mannino, peraltro più volte pubblicamente elogiato dal primo cittadino, per consentire l’ingresso in giunta di Curreri, che avrebbe invece potuto prendere il posto del dimissionario Certa: sacrificando l’unico assessore senza una tessera di partito in tasca, per l’opposizione Fabio Termine è venuto meno a quell’impegno di “cambiamento” e di rinnovamento nel modo di far politica che era stato il suo mantra elettorale.
Ma nella valutazione dell’opposizione è tutto il comportamento di Fabio Termine sindaco che smentisce le premesse e gli impegni elettorali, nonché gli stessi valori fondanti del Movimento politico Mizzica, accusa questa rivoltagli dall’ex mizzichino di punta e oggi consiglire DC Giuseppe Catanzaro, che ha preannunciato il suo voler da questo momento essere un “irresponsabile alla pari del sindaco” e quindi il suo non voler più votare a favore delle delibere di iniziativa amministrativa in nome del superiore “interesse della città”.
Il nodo del problema, per l’opposizione, è la pretesa-ricatto del Partito Democratico di avere tre assessori in giunta, invece dei due attuali (di cui uno dimessosi e non ancora sostituito), in forza della consistenza numerica assunta strada facendo dal gruppo consiliare PD (all’inizio erano 2, oggi sono 4). Per far questo, tuttavia, Fabio Termine dovrebbe rinunciare ad uno dei suoi tre assessori in quota Mizzica (Dimino, Patti, Sinagra), cosa che sembrerebbe non voler fare neanche in termini di impegno politico da mantenere in un momento successivo, ma che secondo l’opposizione finirà per fare: da qui le accuse al sindaco di mancanza di autorevolezza politica e di essere ostaggio del PD, partito quest’ultimo accusato di pretendere un ulteriore assessore pur avendo difficoltà a individuare già quello che dovrebbe sostituire Certa.
Insomma, un rompicapo dal quale Fabio Termine non ha voluto o non ha saputo finora venir fuori, esponendosi allo sbeffeggiamento di Paolo Mandracchia che ha definito quella del sindaco “una politica al passato remoto”, o a quello di Calogero Bono per il quale il sindaco “è più vecchio dei vecchi politici che voleva far fuori“.
Le richieste politiche conseguenziali, che partono dall’opposizione all’indirizzo del sindaco, sono quelle di fare chiarezza, dire la verità e non più bugie, sottrarsi al diktat del PD, dimettendosi e affrontando nuove elezioni sulla base di una ritrovata coerenza, oppure azzerare la giunta nominando assessori di sua personale ed esclusiva fiducia oppure ancora lasciare il PD al palo (trattandosi comunque di giunta già di minoranza) e scegliersi lui personalmente il sostituto di Certa.
A margine del dibattito sulla controversa situazione politica cittadina, due buone notizie per la città e per i nostri concittadini.
La prima, comunicata dall’assessore Francesco Dimino che sull’argomento ha lavorato a lungo, è che al Sistema Intercomunale della Sicilia occidentale, che comprende Sciacca e Alcamo quali città maggiori, è stata assegnata la somma di euro 40.260.877,00 nell’ambito del riparto delle risorse territoriali del PR FESR SICILIA 2021 – 2027 DGR 297/2024 e DGR 316/2024.
La seconda è che su richiesta delle opposizioni le aliquote IMU per il 2025 saranno diminuite, in considerazione del bilancio non deficitario del Comune di Sciacca, per venire incontro ai cittadini: l’entità di questa riduzione, con la presentazione di un apposito emendamento, sarà decisa in una prossima seduta consiliare il 30 dicembre.
Per finire un riferimento all’intervento del neo assessore Curreri, che ha dichiaratamente manifestato le sue buone intenzioni operative, anche in un’ottica di costante rapporto e collaborazione con le forze politiche di opposizione.
A seguire, i link della ripresa in diretta da parte di RMK TV dell’intera seduta del consiglio comunale:
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