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di Paola Dezza
11 Febbraio 2025
In gioco c’è la riapertura dopo un decennio di inattività delle terme di Sciacca e di Acireale in Sicilia. Due complessi termali da valorizzare e per i quali si cercano investitori e gestori.
Il bando aperto a fine dicembre si concluderà il 30 maggio prossimo e il progetto, che sulla carta vale 184 milioni di euro, potrebbe riaprire i complessi termali chiusi ormai dal 2015, con ricadute sull’occupazione e sull’indotto della zona.
La Regione ha avviato una procedura di
paternariato pubblico-privato con due avvisi diversi, uno per Sciacca e uno per Acireale. Dei 184 milioni di euro totali, 90 milioni vengono conferiti proprio dalla Regione Sicilia mentre il restante 51% dovrebbe arrivare da investitori privati. La prima tornata di gara prevede di individuare un soggetto proponente che possa immaginare una ipotesi progettuale e una di gestione. Una volta valutate le proposte la Regione conta di partire con la gara vera e propria entro l’anno.
L’obiettivo della procedura è coinvolgere i privati nel concept ed evitare che l’ente pubblico decida i contenuti che potrebbero poi non rispondere alle esigenze degli operatori.
«Le Terme di Acireale e di Sciacca sono chiuse da dieci anni, ma oggi la Regione è pronta a voltare pagina. Rispetto al passato, quando il precedente bando per riqualificarle non ha avuto successo a causa di ostacoli burocratici e
gestionali, questa volta il contesto è completamente diverso – ha detto il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani nella conferenza stampa che si è tenuta ieri all’interno del Villaggio “Thermalia” realizzato da Federterme alla Borsa internazionale del turismo a Milano –.
La Regione ha infatti risolto una serie di criticità che solo un ente pubblico poteva affrontare, rimuovendo gli impedimenti che avevano scoraggiato la partecipazione delle aziende private nel tentativo di rilancio. In questa logica abbiamo anche ridotto, dal 5% allo 0,5% del fatturato, il canone per la concessione delle acque termali». Rendendo più competitiva la destinazione, in linea con altre aree del Paese.
L’obiettivo è trasformare le terme in polo di benessere a livello nazionale e internazionale, per destagionalizzare l’offerta e attrarre così nuovi flussi.
Sciacca è servita da due aeroporti, Palermo e Trapani, mentre Acireale dista 20
minuti dall’aeroporto di Catania. «Gli scali di Palermo e Catania possono contare su collegamenti diretti con New York che prima non c’erano e le offerte business messe in campo dalle compagnie permetteranno di attrarre il turismo d’élite», ha sottolineato Schifani.
Nel frattempo è stata finalizzata la liquidazione delle società di gestione. Prima di avviare gli avvisi, infatti, la Regione ha definito la liquidazione dei due enti, che durava da quasi un decennio, e ricondotto gli asset alla
proprietà della Regione stessa. «Il rilancio delle Terme di Sciacca e Acireale segna una svolta innovativa nel modo di procedere per progetti di valorizzazione del Mezzogiorno – sottolinea Massimo Caputi, presidente Federterme e vicepresidente Confindustria alberghi –.
Il mercato del benessere cresce a due cifre e sempre più gli investitori la considerano una asset class importante. La Sicilia con questo bando apre al progetto La Via del Benessere Sicilia inserendo un fortissimo elemento di destagionalizzazione e rilancio del territorio, abbandonando il tradizionale negativo schema di separazione tra realizzazione e gestione».
Per i due complessi e le acque termali si profila una concessione, ma la durata sarà da stabilire quando arriveranno le offerte. Non meno di 30-35 anni, si vocifera.
I due complessi vantano edifici in stile liberty, hotel, piscine da recuperare e centri congressi.
Quello delle Terme di Sciacca è per esempio dislocato in diverse zone del territorio comunale e si compone di diversi immobili. Negli anni ‘20 iniziò la costruzione delle “Nuove Terme”. Inaugurato nel 1938, il complesso si trova su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare. Attiguo allo stabilimento è l’ex Convento di San Francesco, centro congressuale polifunzionale con Auditorium, sala concerti con 120 posti e vari spazi espositivi.
Alla fine degli anni ‘70 si diede inizio a un ampliamento anche del complesso termale di Acireale, dopo quello realizzato venti anni prima. Oggi è tutto da rinnovare e valorizzare.
In tempi brevi, si spera, per cogliere il buon momento del turismo e del mondo dell’ospitalità.