Nel giorno delle ceneri, é d’obbligo cospargersi il capo e fare penitenza. La nostra dolce penitenza, oggi, é quella di parlare di questo appena trascorso Carnevale 2025. Da cronisti, non ne possiamo davvero fare a meno. E questo perché molte sono state le sollecitazioni arrivate alla nostra redazione da comuni cittadini desiderosi di dire la propria opinione sull’evento, di dare suggerimenti e fornire aggiustamenti su una festa che , sicuramente, é molto sentita. Il primo rammarico della maggior parte del pubblico pagante, riguarda le date scelte per effettuare la festa che , per decisione dei vertici comunali, rimane fuori dal calendario ufficiale, calpestando la tradizione del martedì grasso come ultimo giorno di Carnevale, trascinandosi dietro una serie di conseguenze, come quelle legate alla perdita di giornate utili per gli studenti di ogni ordine e grado. Seconda considerazione, condivisa dai più , e che diventa come una specie di imperativo categorico è quella di far tornare i gruppi mascherati “aperti” e le maschere singole, ma anche i minicarri, proponendo degli incentivi, anche simbolici, e farli sfilare nel centro storico, nelle giornate in cui non c’è la sfilata dei carri alla Perriera. Su questo penso che siamo tutti d’accordo. Il centro storico non può rimanere tagliato fuori dalla festa. E ci sono vari modi di poterlo fare e non solo di sera. Gli organizzatori , i giovani della Futuris e Record Eventi lo sapranno fare, ora che hanno più tempo a disposizione per predisporre il tutto. Altro suggerimento per la sasizza. Sì , anche per la sasizza ci vogliono correttivi. Alcuni visitatori hanno ritenuto eccessivo il fumo che si alzava dalle fornacelle e che invadeva tutto il viale del corso mascherato. Chiedono una zona riservata alla sasizza! Andiamo avanti.

Il corteo di carri allegorici( ormai solo carri decorativi e poco allegorici) deve essere più omogeneo e meno dispersivo. Ciò significa che se la Via Allende offre spazi sconsiderati, non si possono vedere un carro qua e un altro a cento metri di distanza; per non parlare dei gruppi dei carri che , a causa dei tempi troppo lunghi, si stancano e non ballano più proprio nelle ore più affollate delle varie serate. E hanno pure ragione, poveri ragazzi! Dopo ore di esibizioni e di balletti! Vita dura per loro e le loro famiglie al seguito. Meno male che arriva per tutti il riscatto sul palco, l’unico e solo. In tutti gli altri Carnevali, la sfilata esiste per essere fatta lungo le strade. Che siano del centro o della periferia, poco importa. Non vogliamo entrare in questa bagarre. Ci piace , invece, riportare il parere e le proposte di alcuni comuni cittadini che da noi sollecitati , hanno gentilmente offerto il loro contributo a questo articolo.

Alfonso Veneroso:” Il carnevale di Sciacca rappresenta un momento storico sociale ed economico della cittadina molto importante, e benché io ritenga che le risorse economiche e la programmazione degli eventi annuali debbano essere distribuite ancor di più su altri aspetti della cultura ed in altri periodi, non concentrandoli soltanto su un grande evento, non posso che ricordare i Carnevali passati come dei momenti coinvolgenti e a volte magici, soprattutto per il contesto in cui si svolgevano che era proprio la cittadina nel suo centro storico. Osservare i carri, le maschere, i gruppi mascherati, ancor meglio se scoprendoli mentre ci si muove tra le vie del centro è una sensazione ed emozione che si conserva a lungo, perché l’energia, non soltanto dei soggetti mascherati ma di tutto il pubblico che assiste, si sente sulla pelle. Tutti: partecipanti, pubblico, abitanti e maschere raccolti in un unico grembo”. Il timore è che spostando l’intera a manifestazione nel quartiere della Perriera, si riduca tutto ad una esibizione di carri, perdendo quello che era il cuore del carnevale e cioè l’intera struttura cittadina nella sua architettura che partecipa, cambia la sua faccia ed il suo spirito per quell’evento. Se dovessi fare una proposta ( che salvasse le necessarie esigenze di sicurezza di partecipanti) direi che sarebbe bello dedicare alcuni giorni ( o alcune ore della giornata)al centro storico con la sfilata dei soli gruppi mascherati lungo le strade, magari con dei microcarri, così da ripristinare quell’insieme di musica, maschere e sfilate all’interno del percorso originario, un luogo nel quale si ricrerebbe l’opportunità di vivere in modo inusuale iI centro storico per gli abitanti e per i turisti , e un’opportunità economica per i commercianti del centro, oramai ingiustamente tagliati fuori dall’evento. Lasciando i grandi carri alla Perriera si riuscirebbe a dare un colpo al cerchio un colpo alla botte e a coinvolgere tutte le parti della cittadina. Sarebbe anche interessante e bello che le attività di esibizione dei gruppi mascherati si potessero svolgere oltre che nella piazza Angelo Scandaliato sul palco, anche nella Villa Comunale o lungo il Viale delle Terme ed altri luoghi ( perché no, al quartiere San Michele?)che non esporrebbero ad incidenti la grande quantità di visitatori del pubblico. Si potrebbe anche immaginare poi di ricongiungere questo grande fiume ai gruppi mascherati che si esibiscono alla Perriera, luogo in cui ci sono i carri. Antico e nuovo carnevale potrebbero così convivere.
Un’altra idea che mi viene in mente è che: sarebbe bello coinvolgere la cittadinanza, intendo i singoli, con dei gruppi mascherati aperti a tutti, composti da cittadini non partecipanti alla gara, su un tema, un tema ampio che possono gli organizzatori del Carnevale predisporre. Questo darebbe l’opportunità a tutti di partecipare a modo loro, interpretando il tema in maniera personale, con un proprio costume ma finendo per far parte di un movimento collettivo. Avrebbe molto appeal anche per chi viene da fuori.

Luisa Troso: Anche se il Carnevale in centro storico è più affascinante dal punto di vista scenografico per la presenza dei monumenti e delle bellezze che fanno da sfondo ai carri, pur tuttavia io penso che se il carnevale deve essere anche e soprattutto un evento turistico la formula attuale anche se perfettibile è quella giusta per molti motivi: gli spazi maggiori ,la sicurezza.
Quindi , anche se sentimentalmente penso con rammarico al carnevale di prima, a livello razionale condivido questa nuova formula . È finito il tempo dell improvvisazione, meglio l’ organizzazione anche se questo comporta il venire meno del coinvolgimento della gente e della spontaneità che ha sempre caratterizzato questa festa. Ma ogni scelta ha punti di forza e punti di debolezza

Totò Mandracchia: Perché escludere le scuole che avevo valorizzato nei miei anni e perché non coinvolgere le scuole di danza riservando spazi “didattici” che invitano gli spettatori prima della sfilata a cimentarsi nei più facili passi di danza dei gruppi in concorso?
Fare un area make up gratuita carnascialesca offrendo qualcosa visto che hanno disarticolato il Peppe Nappa che non da più caramelle salsiccia e un piccolo bicchiere di vino. Sono passati 23 anni da quando portai in Consiglio Comunale l’idea del ticket d’ingresso. Lo scopo era di rifinanziare metà della manifestazione e di destinare una quota di un quarto alle politiche sociali, giovanili e sportive del Comune.

Salvatore Catanzaro “Prima, durante e dopo. Il dibattito sulle dinamiche legate al Carnevale si evolve per mesi, a volte sfianca. Prolisso, inconcludente. Incline alla polemica sterile e indirizzato a leggere lo stato dell’arte, ma senza una particolare lucidità. Il tutto mandato allo sbaraglio grazie, anche, al condimento di una salsetta politica che deve giustamente porre i dovuti distinguo, per dare senso alla propria appartenenza. E allora: Carnevale alla Perriera o lungo le vie del centro antico? Un ottimo tema per alimentare lo scontro, ragion per cui rimango abbondantemente indifferente in merito. E questo lo faccio per non perdere il focus legato alla crescita del Carnevale di Sciacca, alla quale teniamo tutti. Rispetto al recente passato, un importante passo in avanti è stato fatto: dare una prima regolamentazione ad una manifestazione in cui la tanto sbandierata spontaneità era scaduta in anarchia. Il prossimo passo dovrebbe essere il recupero e la contestuale valorizzazione di ciò che storicamente ci ha sempre contraddistinti: musiche e, soprattutto, copione satirico. E se oggi, a poche ore dal rogo di Peppe Nappa, i carri allegorici, meravigliose opere d’arte, vengono messi in vendita forse non è così fuori luogo pensare al copione di un tempo come punto focale dal quale partire per sostenere la nostra identità.