
A volere vedere il bicchiere mezzo pieno, quella di ieri sera in Sala Blasco è stata una bella serata. Un’assemblea di gente che il Teatro lo ha fatto e lo continua a fare. Vecchie e nuove conoscenze per condividere esperienze e proposte. Un’iniziativa lodevole, celebrata in un giorno in cui in tutte le città del mondo, grandi e piccole, si fa festa nei luoghi in cui si recita. E la gente di Teatro, ieri sera, ha reso degna questa giornata anche in un paese, come Sciacca, dove l’abbinata Cultura- Teatro ovvero Teatro- Cultura è stata e continua ad essere lungamente disattesa. Le performance di attori e attrici, le letture, gli interventi , le proposte hanno manifestato, caso mai ce ne fosse bisogno, che esiste uno zoccolo duro di persone che continuano a sperare che nell’immediato futuro questa piccola città possa avere un suo spazio degno di essere chiamato Teatro. A volere vedere il bicchiere mezzo vuoto, però, le lentezze burocratiche, l’esasperante attesa di tanti anni, la desolante realtà della atavica mancanza di uno spazio teatrale degno di questo nome , ci ha resi malinconici e ,ieri sera ,non poteva nascondersi in ciascuno di noi una rassegnazione mascherata da ottimismo.

La passione della gente di teatro, purtroppo, non basta a compensare le manchevolezze degli amministratori passati e presenti ma soprattutto la mancanza di una visione complessiva in cui la Cultura sia il perno intorno a cui tutto ruota e deve ruotare. Non una etichetta da esibire in certe occasioni soltanto (meglio non parlare del bluff della Capitale della Cultura nella vicina Agrigento), ma qui da noi, nel caso del teatro, una consapevole scelta, un indirizzo sicuro, una rotta decisa che ci proietti in un futuro in cui gli operatori di oggi siano messi nelle condizioni di sopravvivere e i nostri ragazzi del futuro abbiano delle strutture in cui crescere intellettualmente. E niente meglio del Teatro lo può fare. Ne siamo tutti consapevoli.