Le tre immagini che fanno da corredo a questo articolo, tratte da un quotidiano in data odierna, trasmettono bene quell’idea di “attimo fuggente” estremamente favorevole che il nostro territorio e l’intera Sicilia si sta, forse, facendo sfuggire come occasione propizia di costruire le basi per rilanciare il termalismo e farne un valore aggiunto del turismo sicilano.
E’ questa tra l’altro l’idea e la proposta che sta cercando di portare avanti il Comitato Civico Patrimonio Termale, che in diversi documenti e prese di posizione ha sostenuto, ad ogni piè sospinto, che proprio quello attuale è il momento più adatto per gettare le basi della riconversione e rinascita del turismo termale siciliano, sfruttando a dovere il tempo disponibile per la lunga “pausa” che la pandemia sta determinando nei flussi turistici e sopratutto la ghiotta possibilità di utilizzare i fondi del Recovery Plan (New generation eu) per investimenti produttivi e sostenibili, finalizzandoli alla necessaria ricostruzione dell’industria termale siciliana.
“Quando il turismo ripartirà, la Sicilia sarà quella che ripartirà prima e più velocemente delle altre regioni italiane e europee” si legge nell’articolo dedicato alle compagnie aeree.
“ E’ la sfida sulla quale si gioca il futuro dell’Isola” si legge invece nell’articolo sul dossier Sicilia del Recovery Plan.
E quale risposta ricevono invece le sollecitazioni e istanze di quelli del Comitato Civico?
Il solito muro di gomma, di silenzio, di rifiuto al dialogo.
Il Presidente della Regione, Nello Musumeci, non vuole confrontarsi sull’argomento con le forze politiche e sociali di Sciacca, che lo avevano pubblicamente invitato a farlo.
Il Sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, non riesce a trovare nella propria agenda una mezz’ora per l’incontro richiestole dal Comitato Civico e non mostra alcuna intenzione di intestarsi prima persona la battaglia cittadina per le Terme.
Le forze politiche cittadine, ammesso che ce ne siano ancora, si caratterizzano tutte per l’assoluta inerzia che diventa evanescenza.
I singoli esponenti politici si dilettano sui social con post su questo o quell’altro argomento, ma quello termale non è certo tra i più gettonati.
Dei deputati regionali sul territorio meglio non parlarne, il loro silenzio pubblico sulla tematica termale è quasi assordante.
I sindaci dei comuni del comprensorio non hanno mai compreso come le Terme non siano un patrimonio prezioso solo di Sciacca, ma dell’intero territorio: ma se anche a Sciacca stentiamo a capirlo, perché mai dovrebbero farlo loro?
L’opinione pubblica, o cittadinanza che dir si voglia, attende anch’essa silente qualcuno disposto a vestire i panni del “condottiero” che sguaini la spada e vada all’assalto dei poteri occulti che sembrano voler impedire la rinascita del termalismo siciliano.
In un tale contesto il Comitato Civico Patrimonio Termale, con le associazioni e i cittadini che ne fanno parte, sta cercando nuove strade, e a quanto sembra di capire non solo quelle istituzionali ma anche altre di maggior impatto sotto il profilo della risonanza pubblica.
Ci riuscirà? Staremo a vedere, sempre che non si sia definitivamente perduto l’attimo fuggente.