Ieri sera nell’antico quartiere del Rabato, all’interno di San Nicolò la Latina, una delle chiese più antiche di Sciacca, la storica, prof.ssa Angela Scandaliato, ha organizzato un incontro focalizzato sul tema Dante e la cultura ebraica.

Esperta nello studio dell’ebraismo e componente della “Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo” e della “European Association for Jewish Studies” di Oxford, la prof.ssa Scandaliato ha sviscerato il complesso rapporto tra il sommo poeta e l’ebraismo, un rapporto ancora oggi enigmatico e con tanti lati inesplorati e complessi.

Dante era antisemita?

La nostra erudita ha aperto la sua appassionante relazione, parlando della manipolazione in chiave antisemita dei versi del divino poeta e chiarendo subito come si sia cercato di farlo passare come antisemita. Ecco i famosi versi incriminati del quinto Canto del Paradiso (80-81):

“uomini siate, e non pecore matte, sì che il giudeo di voi tra voi non rida”!

Successivamente ha inquadrato il contesto storico in cui ha vissuto Dante (1265-1321), definito un classico intellettuale interculturale, per la sua attenzione oltre che al cristianesimo, anche all’islam e all’ebraismo.

La studiosa ha disquisito delle influenze ebraiche sia di testi antichi, sia di un testo in particolare, Il libro della scala di Maometto, voluto dal re castigliano Alfonso X il Savio nella seconda metà del Duecento, che racconta l’ascesa fino all’incontro con Dio del profeta. Alcuni studiosi hanno infatti rilevato stupefacenti analogie con la Divina Commedia, considerato il miglior libro scritto dagli uomini, secondo il grande scrittore argentino Borges.

La relatrice ha anche citato Umberto Eco e il suo famoso libro: La ricerca della lingua perfetta nella cultura Europea, dove racconta di un probabile incontro di Dante col pensiero del filosofo e mistico spagnolo Abulafia ed i suoi seguaci. Quindi grande attenzione è stata dato alla mistica ebraica.

 

Il padre della lingua italiana, di cui abbiamo festeggiato il settecentenario della morte lo scorso anno è stato rappresentato come un uomo straordinariamente rivoluzionario, non solo per la sua concezione della religione ma anche per quella della donna.

L’atteso appuntamento di ieri sera ha coinvolto l’attentissimo uditorio, in quanto ricco di contenuti di qualità e molti spunti stimolanti. Inoltre la location che ha ospitato l’evento si presta tantissimo a questi tipo di incontri, in quanto in esso si respira un grande carico di storia.

Permettetemi per questo di condividere infine alcune curiosità sulla bellissima Chiesa San Nicolò la Latina:

• All’interno è contenuta una delle croci dipinte in legno più antiche della Sicilia.

• L’interno, con le sue forme piane e cave, con il suo tetto ligneo, assorbe qualsiasi eco, rendendo l’acustica perfetta.

• All’ingresso del cortile, adiacente la chiesa, resta qualche traccia del monastero dei padri benedettini, poi soppresso alla fine del 1500.

• Il bel quadro su tavola quattrocentesco raffigurante San Nicola in trono che ornava l’altare maggiore è ora custodito presso il Palazzo Abatellis a Palermo.

 

Di FILENA RIZZUTO

Sono esperta in comunicazione internazionale e mi occupo di ospitalità di lusso.In questi anni ho capito che in vacanza la vera ricchezza è scoprire le cose semplici e genuine del paese in cui si è ospiti. Per questo adoro condividere le tradizioni, la bellezza e il buon cibo e racconto piccole storie che fanno grande la nostra storia, provando a stuzzicare il piacere della scoperta di Sciacca e delle "cose" di Sicilia.

Un pensiero su “NELLO SCENARIO MISTICO DI S.NICOLÒ, DANTE E LA CULTURA EBRAICA”
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