Serata densa di emozioni, ieri al Circolo di cultura, a Sciacca, scandita da diversi momenti toccanti in occasione del “Giorno della memoria”.

Attraverso la poesia e la musica è stato proposto un viaggio davvero molto apprezzato dall’uditorio.

Un coro di superstiti ha aperto la serata. Si è voluto dare voce ai custodi della memoria, che con parole taglienti come lame intervallati da silenzi struggenti hanno creato un’atmosfera surreale.
Un viaggio dunque attraverso la musica e la poesia: la musica come balsamo dell’anima e la poesia come mezzo per catturare emozioni, per esprimerle e imprimerle nell’anima.

La Prof.ssa Angela Scandaliato, massima esperta nello studio dell’ebraismo, è intervenuta proponendo la lettura di tre testi molto intensi.

Si tratta, di “La Cura” dell’indimenticabile artista siciliano Franco Battiato e due canzoni del grande cantautore canadese, Leonard Cohen, principale esponente della canzone ebraica moderna, “Hallelujah” e “Dance me to the end of Love”.

La storica chiarisce che l’incessante ricerca spirituale di Franco Battiato culmina nel sufismo, ovvero nel misticismo islamico. Questa dottrina, presente anche in Sicilia, dal periodo della dominazione araba, (IX sec. d.C.,) utilizza anche la musicoterapia per guarire diversi mali dell’anima, della spiritualità, utilizzando la musica come una cura.

Battiato in un’intervista ha affermato: “È arrivata come una piccola luce a toccarmi e mi è bastata per scrivere questo pezzo. Il testo poi lo abbiamo scritto a quattro mani con Sgalambro, però la cellula è stata di amore veramente universale”.

A seguire è stata la volta di Leonard Cohen con “Dance Me To The End Of Love”.

In un’intervista, Cohen, ha raccontato l’origine e l’ispirazione di questa canzone: “Avevo in mente quello che accadeva in alcuni campi di sterminio nazisti, dove, proprio vicino ai forni crematori, un quartetto d’archi era obbligato ad esibirsi mentre l’orrore veniva perpetrato, queste erano persone il cui destino faceva parte di quell’orrore. E suonavano musica classica mentre i loro compagni di prigionia venivano uccisi e bruciati. Accadeva per esempio ad Auschwitz, dove l’orchestrina suonava delle marce durante il passaggio di migliaia di internati o scandiva altri momenti della vita infernale del lager”.

In ultimo, un grande classico della musica occidentale, Hallelujah.

Forse in molti non sanno che il testo contiene numerosi riferimenti all’Antico Testamento. Viene citato Davide, secondo re d’Israele e l’episodio in cui giace con Betsabea, moglie di Uria.

Cohen ha così cercato di spiegarne il testo: “Questo mondo è pieno di conflitti e pieno di cose che non possono essere unite ma ci sono momenti nei quali possiamo trascendere il sistema dualistico e riunirci e abbracciare tutto il disordine, questo è quello che io intendo per alleluia. La canzone spiega che diversi tipi di alleluia esistono, e tutte le alleluia perfette e infrante hanno lo stesso valore. È un desiderio di affermazione della vita, non in un qualche significato religioso formale, ma con entusiasmo, con emozione. So che c’è un occhio che ci sta guardando tutti. C’è un giudizio che valuta ogni cosa che facciamo”.

Il cantautore statunitense Jeff Buckey ha dichiarato quanto segue: “ Chiunque ascolti chiaramente Hallelujah scoprirà che è una canzone che parla di sesso, di amore, della vita sulla terra. L’alleluia non è un omaggio a una persona adorata, a un idolo o a Dio, ma è l’alleluia dell’orgasmo. È un’ode alla vita e all’amore”.

In una serata dedicata alla poesia, nel “Giorno della Memoria“, non si poteva che riflettere sul “Corrispondenze” di Nelly Sachs e Paul Celan da cui sono state estrapolate alcune poesie.
Si è immaginato una sorta di meridiano del dolore e della consolazione, le vite di questi due grandi artisti incredibilmente intrecciate, le vite di un fratello e di una sorelle, compagni sulla strada di una patria invisibile grazie alla poesia.

Grande intensità alla serata ha dato la musica dei brani al pianoforte del Maestro Accursio Antonio Cortese e l’ascolto di due sue composizioni: Lagher e Diaspore.

Di FILENA RIZZUTO

Sono esperta in comunicazione internazionale e mi occupo di ospitalità di lusso.In questi anni ho capito che in vacanza la vera ricchezza è scoprire le cose semplici e genuine del paese in cui si è ospiti. Per questo adoro condividere le tradizioni, la bellezza e il buon cibo e racconto piccole storie che fanno grande la nostra storia, provando a stuzzicare il piacere della scoperta di Sciacca e delle "cose" di Sicilia.

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