Il direttivo del Comitato Civico Patrimonio Termale ha indirizzato stamani al Sindaco una richiesta di incontro, possibilmente allargato con la partecipazione della deputazione territoriale (Catanzaro, La Rocca e Pace) e del presidente del Consiglio Comunale Ignazio Messina, al fine di confrontarsi sui contenuti del documento che il Comitato ha reso pubblico in occasione della ricorrenza dell’ottavo anno di chiusura delle Terme di Sciacca e per discutere sulla linea d’azione più opportuna che l’amministrazione comunale e la città di Sciacca intendono perseguire in ordine alla questione termale.
Su tale questione si è soffermata quasi in contemporanea la puntata di L’OSPITE su RMK TV, nella quale Maria Genuardi ha ospitato Alfredo Ambrosetti, già direttore amministrativo delle Terme di Sciacca ed esponente di punta di Sciacca Terme Rinasce, suscitando sicuramente l’attenzione di quanti a Sciacca si sentono interessati all’argomento, considerandolo come uno degli aspetti strategici per il futuro sviluppo della nostra città.
Il dr. Ambrosetti ha, come è solito, argomentato in modo efficace e chiaro in risposta alle tante domande della giornalista, che hanno principalmente riguardato le motivazioni e i contenuti del cosiddetto Piano B per le Terme, presentato recentemente da Sciacca Terme Rinasce e dalla collaterale associazione ORA BASTA!, ipotesi progettuale che sicuramente porta in primis la firma dello stesso Alfredo Ambrosetti.
Come noto, e in estrema sintesi, tale piano prevede di abbandonare il percorso (peraltro mai seriamente avviato dalla Regione) di una privatizzazione del complesso termale con un’unico bando di gara comprensivo di tutto il patrimonio immobiliare, orientandosi invece verso il frazionamento in 6 bandi, uno per ogni bene che possa avere una destinazione più propriamente turistica e del benessere, in modo da facilitarne l’affidamento della gestione (per 18 anni) anche presso l’imprenditoria locale, con un esonero dal pagamento del canone di concessione per i primi due/tre anni al fine di far rientrare l’imprenditore dalle spese che dovrà sostenere per la riqualificazione iniziale del bene, e con un vincolo a carico dei singoli imprenditori/associazioni aggiudicatari di ottenere entro tre anni le autorizzazioni necessarie per l’utilizzo termale del bene ottenuto in gestione.
Nell’approfondito argomentare della trasmissione, l’unico bene a cui l’ospite Ambrosetti non ha fatto alcun riferimento verbale sono state tuttavia proprio quelle grotte vaporose del Monte Kronio che, a ben vedere, costituiscono il principale elemento di differenziazione con la visione e la proposta attuale del Comitato Civico Patrimonio Termale di Sciacca.
Quest’ultimo, il giorno dell’ottavo anniversario della chiusura delle Terme, non si è pronunciato sul cosiddetto Piano B, ma ha semplicemente presentato la propria proposta aggiornata, che diverge da quella di Sciacca Terme Rinasce e ORA BASTA! su un elemento ritenuto fondamentale: per difendere quella che lo stesso Ambrosetti ha definito “l’importanza strategica per Sciacca della struttura termale” occorre mantenere l’unitarieta’ di gestione di quei beni che di per sé rappresentano e costituiscono l’essenza stessa, funzionale e identitaria, del patrimonio termale di Sciacca: quindi, oltre allo stabilimento, le grotte vaporose del Monte Kronio e le piscine di acqua sulfurea del Parco termale (a cui il Comitato aggiunge anche il Bar del giardino delle Terme ritenendolo un’appendice funzionale dello stabilimento), beni per i quali il Comitato intende proseguire nella battaglia di non consentire alla Regione siciliana di chiamarsi economicamente fuori dalle proprie responsabilità politiche e giuridiche.
È quindi evidente come il silenzio di Alfredo Ambrosetti sulle grotte vaporose, voluto o occasionale che sia stato, riguardi proprio l’aspetto di maggior distanza di vedute tra il Comitato Civico Patrimonio Termale e le due associazioni che hanno sempre riferimento ad Ignazio Messina, in quanto potrebbe essere non difficile immaginare che il divario rimanente su piscine del parco e bar del giardino delle terme potrebbe essere alla fine in qualche modo colmato, pur di trovare una posizione di sintesi da poter presentare, anche unitariamente, alla Regione.